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Chiesa di Santa Sabina

Chiesa di Santa Sabina

Silanus, chiesa di Santa Sabina

Si lascia la SS 131 all'altezza di Macomer, per imboccare la SS 129. Sulla s. si incontra il bivio per la SP 6 in direzione di Silanus. Superato il centro abitato si seguono le indicazioni per il nuraghe e la chiesa di Santa Sabina, isolati in aperta campagna.

Il contesto ambientale
L'area in cui sorge la chiesa di Santa Sabina mostra ancora oggi le tracce lasciate dall'uomo in migliaia di anni di continua presenza. Nello stesso paesaggio campestre coesistono il nuraghe, una tomba dei giganti e la chiesa medievale. Nel XIX secolo si aveva memoria di un monastero benedettino, al quale la chiesa sarebbe stata annessa.

Descrizione
Santa Sabina di Silanus deve il suo fascino non solo all'unicità delle sue forme architettoniche, ma anche alla vicinanza del nuraghe omonimo, dalla cui sommità si godono la vista dei tetti della chiesa e il bel panorama della piana campestre circostante.
L'edificio ha una pianta originale, che suggerisce la preesistenza di un impianto tardoantico o bizantino, modificato nell'XI secolo. Si tratta di una rotonda centrale coperta da una cupola e absidata cui si affiancano due camere rettangolari coperte in legno e anch'esse concluse ad E da absidi. I materiali costruttivi sono il calcare e il basalto.
Nel prospetto O si aprono i due portali d'accesso. Il principale, nella rotonda, è del tipo ad architrave semplice gravante sulle murature perimetrali e si caratterizza per essere preceduto da un protiro timpanato. Il protiro forma un piccolo vano lungo poco più di due metri, aperto frontalmente e voltato a botte. Il profilo frontale del protiro è decorato da conci a listello disposti a semicerchio lungo il profilo superiore della volta. Il portale secondario nella camera nord è del tipo centinato a tutto sesto, con grandi blocchi di scuro basalto che fungono da stipiti. La centina a sua volta è ribattuta da conci a listello disposti a semicerchio lungo il profilo superiore.
Il paramento murario della camera S denota come questa sia in gran parte frutto di ricostruzione, comunque coerente con i resti di murature che indicano chiaramente la presenza di un vano laterale anche in origine.
Per la parte bassa dell'edificio sono stati utilizzati grandi blocchi di basalto provenienti dal nuraghe che sorge alle spalle della chiesa. La parte alta è in basalto caratterizzato dal colore chiaro, dove spiccano due filari di conci in andesite, impiegati a fini decorativi. Nel prospetto E si nota la pregevole fattura delle due monofore (aperture a feritoia verticale) decorate con strombo a gradoni concluso da centina a tutto sesto.
Entrati nella chiesa dal portale principale è possibile osservare il tipo di copertura usato per la rotonda. Si tratta di una pseudocupola, la cui sagoma conoide deriva dalla ricostruzione della sommità, avvenuta a seguito di un crollo. Lo strombo delle monofore, complesso all'esterno, si ripresenta all'interno in forme più semplici.

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