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Muraglia di Monte Ossoni

Muraglia di Monte Ossoni

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Da Castelsardo si percorre la SS 134 dell'Anglona verso Perfugas, sino a Multeddu; si imbocca sulla s. la strada sterrata che risale la collina della "Roccia dei Cacciatori" e si procede entro l'area di rimboschimento forestale per circa km 2, all'estremità E del Monte Ossoni, ove è situata la postazione del servizio antincendi.

Il contesto ambientale
L'area archeologica è situata sulla sommità di un rilievo trachitico tronco-piramidale (m 348 s.l.m.) con ampio dominio visivo sulla vallata sottostante, sulla foce del Coghinas e su un buon tratto di costa a E di Castelsardo.

Descrizione
Il complesso comprende un piccolo villaggio d'altura difeso da una muraglia megalitica, secondo una tipologia insediativa ben documentata durante l'Eneolitico.
La muraglia (lungh. m 60 circa) delimita l'area orientale del pianoro (mq 1.636, 60 di superficie) proteggendone l'unico lato non difeso dalle pareti a strapiombo.
La cortina (alt. max. m 3,45 su tre filari), che si sviluppa con andamento curvilineo e orientamento da NE a SE, è realizzata con blocchi di trachite di notevoli dimensioni e appena sbozzati, posti in opera su filari orizzontali quasi regolari.
Allo stato attuale risulta difficile individuare l'ingresso alla cinta a causa del crollo di buona parte delle strutture; tuttavia, è probabile che l'accesso si aprisse, in posizione facilmente difendibile, in corrispondenza dell'estremità meridionale, a una distanza di appena 6 m dal dirupo.
Il villaggio si estende sia all'interno dell'area delimitata e difesa dalla muraglia sia all'esterno lungo il margine scosceso dell'altura.
Le strutture abitative ubicate all'interno, un tempo individuabili fra la fitta vegetazione arbustiva, non sono state scavate e sono state purtroppo distrutte dalla realizzazione di un edificio del servizio antincendi; anche all'esterno i mezzi meccanici hanno in parte sconvolto e devastato i resti dell'abitato.
Gli scavi condotti dal Moravetti hanno restituito materiale ceramico in prevalenza di cultura Monte Claro e del Vaso campaniforme (Eneolitico evoluto e finale). Il rinvenimento di materiali di cultura Bonnannaro e di età storica attesta una prolungata frequentazione dell'area.

Storia degli scavi
Il sito fu oggetto di uno scavo d'urgenza (condotto nel 1979 da Alberto Moravetti) a seguito dei danni causati alle strutture dai lavori per l'installazione di un ripetitore RAI. Il breve intervento si limitò ad alcuni saggi effettuati a ridosso della parete interna della muraglia.

Bibliografia
A. Moravetti, "Notiziario Sardegna", in [i]Rivista di scienze preistoriche[/i], XXXIV, 1979, pp. 332-334;
P. Melis, [i]La domus dell'Elefante[/i], collana "Sardegna archeologica. Guide e Itinerari", Sassari, Carlo Delfino, 1991, pp. 38-39; A. Moravetti, "Muraglie megalitiche e recinti nella Sardegna prenuragica", in M.S. Balmuth-R.H. Tykot, [i]Sardinian and Aegean chronology: towards the resolution of relative and absolute dating in the Mediterranean[/i], collana "Studies in Sardinian archaeology", Oxford, Oxbow, 1998, pp. 161-178;
A. Moravetti, "Sulle fortificazioni megalitiche della Sardegna preistorica", in [i]Aspetti del megalitismo preistorico[/i], Dolianova, Grafica del Parteolla, 2001, pp. 22-30.

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