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Necropoli di Moseddu

Necropoli di Moseddu

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Dall'abitato di Cheremule uscire dal paese per via Vittorio Emanuele. Dopo circa un km svoltare a destra in corrispondenza di un abbeveratoio e continuare dritti, svoltando poi nel secondo bivio a sinistra. Proseguire fino ad un abbeveratoio e continuare dritti sulla strada sterrata fino a raggiungere un ponticello di cemento su un canale. Da questo punto si potrà vedere a nord ovest un affioramento roccioso di calcare, verso cui bisogna dirigersi a piedi, sino al punto in cui i pali elettrici incontrano la roccia. Da qui si prosegue per circa 150 m lungo una stradina che costeggia l'affioramento e che porta verso il monte Cuccureddu. La Tomba Branca è visibile sulla parete di roccia a sinistra ad un paio di metri d'altezza. Proseguendo per altri 100 m si trova la Tomba della Cava, situata in un prato paludoso.

Il contesto ambientale
La necropoli è ubicata su un esteso affioramento calcareo alle pendici del Monte Cuccureddu, nel Meilogu, regione della Sardegna nord-occidentale.

Descrizione
La necropoli, alquanto degradata, comprende 18 ipogei con schema planimetrico monocellulare e pluricellulare.
Tra gli ipogei spicca la "Tomba Branca", con "dromos" di accesso (largh. m 3,10, lungh. circa m 5) che immette, tramite un portello fornito di rincasso, in una cella a pianta rettangolare (largh. m 3 x 4,5, alt. max. m 1,60).
La peculiarità dell'ipogeo è data dalla presenza di alcune figure schematiche incise nelle pareti s. e d. del "dromos" e ai lati del portello in prossimità dell'ingresso.
Le figure – in totale una ventina – sono realizzate alla martellina, effettuando solchi larghi in media cm 2,5 e profondi cm 1.
Sulla parete s. del "dromos" sono rappresentate sei figure antropomorfe. Hanno il corpo filiforme – alcune presentano gli avambracci alzati –, la testa resa da un semplice disco e il sesso maschile appena accennato. La disposizione delle figure suggerisce l'idea di una danza, forse il "ballo tondo".
Sulla parete d. sono presenti otto figure, di cui cinque chiaramente maschili. Alcune di esse alzano le braccia secondo lo schema dell'orante e mostrano il prolungamento della testa a becco: quest'ultima caratteristica ha indotto ad ipotizzare dei personaggi mascherati.
In alcuni casi, per la particolare posizione, le figurette sembrano raffigurare acrobati, in altri casi si nota la presenza di armi, come le asce.
Un'unica figura si distingue dalle altre: si tratta di un "capovolto" che rappresenta il defunto nella discesa agli inferi.
In alcuni petroglifi - sebbene estremamente stilizzati – sembrano riconoscibili delle figure di sesso femminile.
La necropoli è databile al Neolitico finale (cultura di Ozieri, 3200-2800 a.C.) e all'Eneolitico.

Storia degli scavi
La necropoli è segnalata dalla metà del secolo scorso.

Bibliografia
A. Taramelli, "Foglio 193 (Bonorva)", in [i]Edizione Archeologica della Carta d'Italia[/i], Firenze, Istituto Geografico Militare, 1940, p. 86, n. 84;
E. Contu, "Moseddu (Cheremule), Notiziario", in [i]Rivista di Scienze Preistoriche[/i], XX, 1965, pp. 381-382;
G. Tanda, [i]L'Arte delle domus de janas nelle immagini di Jngeborg Mangold[/i], Sassari, Chiarella, 1985, p. 29, n. 15.

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