Nel Campidano di Oristano, in un territorio per lo più pianeggiante, contraddistinto da interessanti fenomeni termali, sorge il piccolo borgo rurale di Siapiccia. Il toponimo è di origine latina e rimanda alla viabilità del territorio: significa "via piccola". Durante il periodo romano, infatti, sorgeva qui un centro a presidio della strada che da Forum Traiani (Fordongianus) correva lungo le falde occidentali del Monte Arci e si collegava alla strada a Karalibus Turrem (la principale dell'Isola, da nord a sud). Ma il territorio di Siapiccia fu abitato da epoche molto più remote, sicuramente durante il periodo fenicio e punico (di cui rimangono numerose sepolture), ma precedentemente anche in età nuragica e prenuragica, delle quali il territorio mostra cospicue testimonianze.
Al centro del paese, nel punto più alto, sorge la parrocchiale intitolata a San Nicolò, consacrata nel 1605. Al suo interno si conserva un bell'altare in marmo raffigurante il santo patrono. Il territorio di Siapiccia, in gran parte pianeggiante, è caratterizzato da un cospicuo affioramento di quarzite, che divide in due parti le falde occidentali del Monte Grighine, presso le quali sorge il paese. Si trovano in quest'area numerose sorgenti termali, le più note delle quali sono "Sa mitza de s'acqua callenti" (che sgorga ad una temperatura costante di 27° C e possiede proprietà salutari) e la fonte di "S'arrogana", da cui scaturisce acqua microbiologicamente pura. In passato la quarzite veniva estratta per ricavarne un materiale tintorio.