Il paese di Muros di adagia ai piedi del monte Canekervu, guardando ad est verso la pianura di Campamela. Il territorio, attraversato dal fiume Melas, ospita due selve ghiandifere: una chiamata Baddeolia, l'altra Canekervu. Il paese, menzionato nei documenti medioevali come "Villa di Muros", nell' XI secolo apparteneva alla curatoria di Figulinas, nel giudicato di Torres. Dopo la fine del regno giudicale, il paese passò agli Aragonesi quindi ai marchesi di Monte Muros.
Nel cuore dell'abitato è degna di interesse la chiesa parrocchiale dedicata ai martiri Gavino, Proto e Gianuario, risalente agli anni compresi fra la fine del XVI secolo e gli inizi del XVII: tuttora conserva resti della fondazione originaria, che la qualifica come una delle prime chiese in Sardegna dedicate ai Martiri turritani. Il campanile presenta una copertura a cuspide. Da visitare la tomba megalitica di monte Simeone, l'ipogeo preistorico di "Sa Rocca Ruia", la grotta della Scala di Giocca, le grotte di Muzzigone, le grotte dell'Inferno e i villaggi di "Su Monte" e "Sa Terricola", da considerare un raro esempio di insediamento abitativo risalente al Bronzo Medio, vale a dire della cosiddetta "Cultura di Bonnannaro". L'evento più importante di Muros è rappresentato dai festeggiamenti in onore ai santi Gavino, Proto e Gianuario, fra riti solenni e vivaci spettacoli folk.