«E' un paese antico e chiuso, dove permangono forse più che in ogni altro, gli usi, le abitudini, i costumi, le tradizioni popolari più lontane, e l'intelligenza e il valore di una vita tanto più energica quanto più limitata, piena di capacità espressiva, di potenza individuale e di solitudine.... ». Con tali parole lo scrittore Carlo Levi restituisce intense impressioni su questo affascinante e misterioso centro del Nuorese nel suo libro intitolato "Tutto il Miele è finito", uscito nel 1964. Orune si adagia in un territorio protetto dalla punte di Cuccumache, Cuccureteti e Sant'Andria, sovrastando la vallata di Marreri, nella Sardegna centro settentrionale. La zona che circonda il paese, che alterna imponenti altipiani granitici e valloni profondi, è occupata da rigogliosi boschi di lecci e sughere irrorati da sorgenti.
Qui è possibile incontrare diverse vestigia archeologiche che attestano gli arcaici insediamenti umani sviluppatisi nel territorio orunese. Questo vanta, infatti, una generosa configurazione naturalistica che assembla verdeggianti distese per il pascolo e imponenti rilievi protettivi. Dalla corona di montagne che circonda l'abitato deriva il toponimo stesso, che proviene dal greco "oros", vale a dire "montagna". Fra questi monti ha trovato i natali l'illustre intellettuale sardo Antonio Pigliari, nato nel 1922 e morto a Sassari nel 1969, al quale si devono profonde ed illuminanti riflessioni sul mondo barbaricino, con i suoi codici e ordinamenti d'onore. All'interno del paese si erge l'elegante casa Murgia, un palazzotto patrizio dei primi anni del Novecento. Da visitare i dolmen di Isthiti, che si ergono non distanti dalla tomba dei giganti omonima, i menhir e Sas perdas 'Ittas. Questi monumenti archeologici possono essere visitati durante piacevoli passeggiate fra fonti e pozzi templari, come il tempio a pozzo di Lorana, la fonte templare di Su Lidone e il tempio a pozzo di Su Tempiesu, uno vero e proprio gioiello di pietra trachitica. Nella campagna circostante si dispone, inoltre, una serie di nuraghi e villaggi nuragici: il nuraghe di Santa Lulla, di Su Pradu, Salile, Curtu, Ederosu, Serra de Mesu, Ila e il villaggio nuragico di Sant'Efis.
Ad Orune è molto rinomata l'attività artigianale della lavorazione del sughero, tessitura di tappeti e confezione del costume tradizionale. L'abbigliamento storico orunese propone abiti di velluto ed elaborate calzature cucite a mano. Ma il paese è famoso anche per la sua sopraffina tradizione gastronomica, comprendente formaggio tipico accompagnato dal pane carasau, carne di porcetto arrosto, agnello e capretto, bollito di carne di pecora con patate e cipolle, pasta fatta in casa e dolci deliziosi. Il 3 febbraio le strade del paese ospitano la festa di Santu Biasu, il primo lunedì di agosto la festa di Su Cossolu e l'ultima domenica di agosto la festa di Su Carmini, tutte animate da partecipanti in abito tradizionale: quello maschile elegante nella sua semplicità, il vestito femminile ornato da un corpetto in panno rosso ricamato. Di notevole vivacità il rito di Sas animas, i cui protagonisti sono i bambini che si recano di casa in casa domandando frutti e dolci di stagione.