Il comune di Nuxis si trova nella parte sud-occidentale della Sardegna e comprende la frazione di Acquacadda. Il centro è racchiuso da due corsi d'acqua. Nel territorio sono presenti due miniere molto importanti, Monte Tamare e "Truba Niedda", dalle quali si estraggono molti minerali. Intorno al 1000 il nome del paese era Nugis o Nughes. A seguito della dominazione aragonese prese il nome attuale, Nuxis, intorno al 1300.
Successivamente, in seguito alle invasioni barbaresche il centro si spopolò. Solo nel 1492, dopo essere stato concesso in feudo alla famiglia D'Argall dei Gessa, il centro cominciò a ripopolarsi. Nel '700 Nuxis divenne dimora stabile per molti dei più importanti boddeus, case agricole e pastorali in piena campagna che si erano sviluppate soprattutto nel Sulcis Iglesiente. In queste case gli agricoltori vi restavano sino alla raccolta nei campi e i pastori fino alla stagionatura dei formaggi. Poco dopo nei boddeus si trasferirono intere famiglie. Nel 1853 il paese divenne frazione di Santadi.
È comune autonomo dal 1958. L'urbanistica del paese nasce dall'unione dei tradizionali stazzi (furriadroxius o medaus) ampliati nel corso degli ultimi anni. Anche Nuxis ha visto rifiorire l'interesse per l'artigianato, sull'onda di una generale riscoperta di tutto ciò che è tradizionale e antico. Ci sono persone ancora capaci di tessere, tingere filati, intrecciare cestini, fabbricare coltelli o strumenti musicali e utilizzare gli antichi attrezzi da lavoro ormai dimenticati. Si segnala inoltre la presenza nel paese della chiesetta bizantina di Sant'Elia di Tattinu, a pianta cruciforme, e il Pozzo sacro di Tattinu risalente all'epoca nuragica, mete di indubbio valore artistico ed archeologico.