Piccolo paese arroccato sulle montagne del Goceano, Illorai ha un vasto territorio dotato di un ricco patrimonio naturalistico ed archeologico. Questa regione fu abitata fin da epoca preistorica, come confermano i numerosi nuraghi e la necropoli di Molìa, risalente al Neolitico Recente ed utilizzata fino all'Età del Rame. In epoca romana fu costruito Pont'Ezzu, detto anche ponte del diavolo, sul Tirso, che scorre a valle nel territorio di Illorai, oggi visibile nella sua fase medievale. Illorai fu il capoluogo della contea del Goceano e residenza del giudice, grazie anche alla sua posizione protetta. Nel centro esisteva anche un convento di Agostiniani, che lasciò traccia in un toponimo ancor oggi in uso. Il territorio di Illorai è ricco di attrattive.
In particolare le risorse naturalistiche attraggono in questa zona visitatori da tutta l'Isola, come il parco di Iscuvudè, che in un lussureggiante bosco di roverelle ospita alcune strutture destinate ad accogliere i turisti nel modo più confortevole. Altro significativo punto naturalistico, ricco di sorgenti, è quello di S'Ena, mentre Sa Cariasa è nota per le notevoli dimensioni delle roverelle che vi crescono. La roverella plurisecolare della vicina località di Melabrina è addirittura considerata una delle più grandi d'Europa. Nella località "Sos Banzos" si trovano sorgenti minerali simili a quelle di Benetutti, adatte a curare i dolori reumatici. Merita una visita il ponte sul Tirso, Pont'Ezzu, a tre luci, con la sua audace arcata centrale a sesto acuto.
Questa struttura, di origine romana, nei secoli subì diverse distruzioni e rifacimenti, finché nel XII secolo assunse l'aspetto attuale ad opera dei Pisani. Nel Medioevo fu probabilmente l'unico collegamento fra le due sponde del Tirso e si ritiene che qui passasse l'unica strada in grado di assicurare le comunicazioni fra i quattro giudicati della Sardegna. A valle, nei pressi della SS 129, si trovano la necropoli a "domus de janas" di Molia ed il santuario della Madonna della Neve di Luche. In questo santuario campestre, non lontano da cui sorge l'omonimo nuraghe, si svolgono annualmente due feste: la prima il lunedì dopo la Pentecoste, la seconda il 5 agosto.