L'area archeologica di Sant'Anastasia è situata nella parte alta di Sardara, nel Campidano centrale. Il santuario nuragico presenta il tempio a pozzo datato al tardo Bronzo, realizzato con blocchi di basalto e calcare da cui scaturisce la vena sorgiva. Il tempio risulta inserito in un articolato insediamento di tipo civile e religioso ancora in fase di scavo, che comprende un secondo pozzo sacro, del quale alcuni conci, ornati con motivi incisi e a sbalzo o a bozze mammillari in rilievo, uno in forma di protome taurina, sono murati nella facciata della chiesa di Sant'Anastasia. Presenti anche resti di capanne di cui una rivela una grande lastra che corre lungo i muri perimetrali circolari a forma di seduta, al cui centro presentava una colonnina in arenaria sormontata da due dischi che fungeva da supporto di un altare a forma di torre nuragica. Sono stati rinvenuti oggetti in bronzo di pregevole fattura, lingotti del tipo "ox-hide" e matrici di fusione di terracotta. L'utilizzazione dell'area per finalità religiose continuata anche dopo i tempi nuragici, come documenta la ceramica punica rinvenuta negli scavi e i resti dell'edificio bizantino (intitolato a Santa Anastasia ) sottostante alla chiesa oggi visibile e risalente al XV secolo. Dentro la chiesa dedicata a S. Anastasia è invece presente un pozzo nuragico d'uso, inserito originariamente in una capanna del villaggio.
Il paese di Sardara, a metà strada tra Cagliari e Oristano, è lambito dalla SS 131, la principale arteria stradale della Sardegna. L'area archeologica è ubicata nel centro storico dell'abitato.
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Sito Internet: www.coopvillabbas.sardegna.it [1]
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