Il Monte Narcao è situato a Ovest della necropoli di Montessu; il monolito si trova sulla sommità.
Il contesto ambientale
Nel territorio di Villaperuccio, oltre a quelli di Monte Narcao e di Terrazzu, sono noti altri menhir: in località Is Pedras Crocadas, Is Pireddas, Is Melonis, Bacc'e Fraus e tra le località di Is Faddas e Is Cotzas.
Descrizione
Il menhir di Monte Narcao, alto circa m 6, presenta sezione ogivale con angoli arrotondati.
Il menhir di Terrazzu, detto "Luxia Arrabiosa", benché mutilato da un fulmine nell'estremità superiore, è il più grande e il più imponente. Il monolite, con la faccia principale esposta a SE, presenta sezione trasversale trapezoidale con angoli arrotondati.
I menhir del territorio di Villaperuccio sono realizzati in trachite o granito. Talvolta sono mutili e con le superfici abrase, e raramente occupano la posizione originaria. Benché in alcuni di essi si noti la tendenza all'appiattimento della faccia principale e all'assottigliamento dell'estremità superiore, sono di tipo aniconico, non presentano cioè elementi che richiamano la figura umana.
Hanno in genere forma parallelepipeda, talvolta tendente al conico con sezione trasversale subtrapezoidale o subellitica.
I menhir, espressioni di un culto legato alla fertilità della terra, si collocano tra il Neolitico e l'Eneolitico.
Storia degli studi
I menhir sono segnalati nei principali studi sul territorio di Villaperuccio.
Bibliografia
E. Atzeni-M.G. Melis, [i]Villaperuccio tra ipogeismo e megalitismo. Testimonianze archeologiche dalla preistoria all'età romana[/i], Villaperuccio, 2000, p. 92;
M.G. Melis, "Aspetti insediativi nel Sulcis tra neolitico ed eneolitico: il territorio di Villaperuccio", in [i]Studi in onore di Ercole Contu[/i], a cura di P. Melis, Sassari, EDES, 2003, pp. 84-95.