Sassari è la seconda città dell'isola. Il Museo Sanna è in pieno centro, nella via Roma.
Il contesto ambientale
L'edificio si trova all'interno di un vasto terreno con giardino.
Descrizione
L'edificio fu donato da Zely Castoldi, figlia di Giovanni Antonio Sanna, concessionario delle miniere di Montevecchio che nel 1875 aveva destinato alla sua città natale la propria collezione archeologica e di dipinti. Questi oggi formano il nucleo di partenza del museo che dall'imprenditore ha preso nome.
La costruzione, realizzata tra il 1926 e il 1932, si richiama ad un tempio classico ed ha un ingresso con breve scalinata in vulcanite rossa, arretrato rispetto al filo stradale. In centro sorge un corpo sporgente con colonne doriche e timpano, mentre nelle ali laterali, rifinite con intonaco a finta pietra liscia, un cornicione sostiene un parapetto con motivi a cassettoni contenenti tondi in rilievo.
L'interno presenta sale simmetriche, tipiche della concezione museale ottocentesca, alle quali nel 1966-73 l'architetto Giuseppina Marcialis aggiunse un ampliamento, riutilizzando alcuni fabbricati già esistenti e raccordando le nuove sale con un andamento decisamente più articolato e moderno.
Storia degli studi
Una rassegna degli studi si trova nella bibliografia relativa alla scheda nel volume della "Storia dell'arte in Sardegna" sull'architettura otto-novecentesca (2001).
Bibliografia
G. Lilliu, "Origine e storia del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari", in [i]Il museo archeologico nazionale di Cagliari[/i], a cura di V. Santoni, Cinisello Balsamo, A. Pizzi, 1989, pp. 11-20;
F. Masala, Architettura dall'Unità d'Italia alla fine del '900, collana "Storia dell'arte in Sardegna", Nuoro, Ilisso, 2001, sch. 25 [1].