Si raggiunge la località di Badd'e Salighes percorrendo la strada che dalla SS 131, al km 156, porta a Bolotana. All'interno della foresta di Badd'e Salighes si può vedere, ma non visitare all'interno, l'ottocentesca villa Piercy. Il contesto ambientale La foresta di Badd'e Salighes è formata da piante autoctone, alcune delle quali millenarie, e da piante esotiche, messe a dimora nel parco attorno alla villa Piercy dal proprietario della tenuta, l'ingegnere Benjamin Piercy. Descrizione Nel 1862 l'ingegnere gallese Benjamin Piercy (1827-1888) riceve l'incarico di coordinare un gruppo di progettisti per studiare i tracciati ferroviari da realizzare in Sardegna, a seguito della prima convenzione con una società anglo-italiana guidata da Gaetano Semenza. Piercy sbarca nell'isola per un breve sopralluogo nel 1865, per farvi ritorno definitivamente sul finire di quel decennio, dopo alcuni incarichi nella Francia nord-occidentale e in India, dove aveva soggiornato per due anni. È durante la costruzione della linea ferroviaria Cagliari-Porto Torres che Piercy decide di investire alcuni capitali nell'isola, nel settore agricolo e minerario, e di acquistare - verso il 1880 - la tenuta di Badd'e Salighes, in territorio di Bolotana, dove fissa la sua residenza. Qui il Piercy impianta la più grande e moderna azienda agricola sarda dell'epoca, al cui centro si trovava la villa, costruita tra il 1879 e il 1882, circondata da uno splendido parco all'inglese nel quale alle piante autoctone, quali roverelle, tassi e lecci furono aggiunte piante esotiche provenienti da varie parti del mondo. La villa, in stile coloniale inglese, è costituita da un corpo quadrangolare con torri circolari agli angoli e all'interno era caratterizzata da arredi fissi e finiture di pregio. La costruzione a due piani, spartiti da una fascia liscia e piatta, di pianta rettangolare quadrilobata, in pietra intonacata, solo vagamente si ispira a un castelletto medioevale per via delle quattro torri con finestre a feritoia, sormontate da una copertura cupolata su cui si innestano pinnacolini in ferro. Il resto dell'edifìcio è all'impronta della più rustica semplicità di un cottage britannico, in cui l'eco dei versi di William Mason, citati da Kenneth Clark (1928) risuona nell'invito a costruire le fattorie in forma di castelli, "con torri rotonde che forniranno un sicuro rifugio ai piccioni e ai loro piccoli implumi". Sul portone d'ingresso campeggia uno stemma con un leone rampante, omaggio dell'antico proprietario ai suoi natali gallesi. Nel 2007 si sono conclusi i lavori di restauro inseriti nel progetto di valorizzazione relativo sia alla foresta e al giardino sia ai beni architettonici di valore storico rappresentati dalla villa e dal contemporaneo borgo agricolo. Storia degli studi Una rassegna degli studi si trova nella bibliografia relativa alla scheda nel volume della "Storia dell'arte in Sardegna" sull'architettura otto-novecentesca (2001). Bibliografia A. Della Marmora, [i]Itinerario dell'isola di Sardegna[/i], Cagliari, Alagna, 1868, pp. 440-441; L. Carta, "Benjamin Piercy (1827-1888)", in [i]Quaderni Bolotanesi[/i], 13, 1987; [i]Per conoscere il paese[/i], Bolotana, Amministrazione Comunale di Bolotana, 1991; S. Mezzolani-A. Simoncini, [i]Sardegna da salvare: archeologia industriale[/i], Nuoro, 1995; F. Masala, [i]Architettura dall'Unità d'Italia alla fine del '900[/i], collana "Storia dell'arte in Sardegna", Nuoro, Ilisso, 2001, sch. 13. [1]