Lasciare la SS 131 al bivio per Borore (km 135) quindi svoltare sulla SP 33 e proseguire per circa 9 km sino al bivio della strada per Silanus. Procedere in quest'ultima e, dopo 300 m, prendere a sinistra una stradina asfaltata. Percorsi 2,8 km e oltrepassato il Nuraghe Ponte, situato sulla sinistra, dopo una curva si arriva ad un cancello (a sinistra). Lasciare l'auto e proseguire a piedi per i campi sino al monumento.
Il contesto ambientale
Il monumento sorge sul margine dell'altipiano che domina la vallata sulla quale scorre il riu Murtazzolu.
Descrizione
Il nuraghe, situato in prossimità di tre tombe di giganti ed una fonte nuragica, è un edificio a corridoi di pianta circolare (diam. m 12,65/13,05), provvisto di due ingressi.
La torre (alt. m 5,50/3,53) è costruita con pietre, sbozzate e di varie dimensioni, disposte su filari irregolari.
L'ingresso principale a, quadrangolare (largh. m 1,00; alt. m 1,23) e chiuso da un architrave privo di vano di scarico, introduce in un breve corridoio strombato (lungh. m 1,75; largh. m 1,00/1,50) sul quale si apre un'ampia nicchia semiellittica (lungh. m 2,58; largh. m 1,20/1,30; alt. m 1,SO/1,8S) con pareti aggettanti e copertura a piattabanda.
Sulla parete sinistra del corridoio si trova l'ingresso di secondo corridoio che si sviluppa curvilineo in parallelo al paramento esterno (lungh. m 8,50; largh. m 1,00; alt. m 2,35).
Sulla parete destra del corridoio principale si aprono gli ingressi di due corridoi secondari: il primo è oggi interrotto dal crollo (lungh. m 2,00; largh. m 0,90; alt. m 2,10), mentre il secondo (lungh. m 4,50; largh. m 0,65/1,35) si allarga e conduce, a destra, in una sorta di vano ellittico (lungh. m 2,60; largh. m 0,50/0,95), per poi proseguire - piegando a sinistra verso il secondo ingresso - in un tratto di corridoio (lungh. m 2,00; largh. m 0,60/0,90) interrotto dalle macerie.
L'ingresso secondario, realizzato sul lato sud-ovest, presenta luce quadrangolare (largh. m 1,10; alt. m 1,20 s.r.) chiusa da un possente architrave, e immette in un corridoio retrostante che si interrompe dopo m 1,35.
Attorno all'edificio, sono visibili i resti dell'esteso abitato.
Storia degli studi
Il monumento è segnalato fin dall'Ottocento.
Bibliografia
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A. Della Marmora, [i]Voyage en Sardaigne ou description statistique, phisique et politique de cette ile avec des recherches sur ses productions naturelles et ses antiquités[/i], Paris, A. Bertrand, 1840, p. 103;
[i]Ministero della Pubblica Istruzione. Elenco degli edifici monumentali[/i], Roma, Tip. operaia romana cooperativa, 1922, p. 107;
A. Taramelli, "Foglio 205, Capo Mannu; Foglio 206, Macomer", in [i]Edizione archeologica della carta d'Italia al 100.000[/i], 8, Istituto geografico militare, Firenze, 1935, p. 24;
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A. Moravetti, [i]Ricerche archeologiche nel Marghine-Planargia[/i], 1, collana "Sardegna archeologica. Studi e monumenti", Sassari, Carlo Delfino, 1998, pp. 627-629. [1]