Arrivando da Cagliari, al km 56 della SS 130 si svolta a d. e si percorre il lungo viale alberato che conduce al centro urbano di Iglesias.
Il contesto ambientale
L'edificio è inserito lungo la via Roma in posizione assiale rispetto al rigoglioso giardino antistante, che si sviluppa su un pendio, ed è purtroppo in un deplorevole stato di degrado.
Descrizione
La palazzina ha origine dal concorso bandito dall'Associazione Mineraria nel 1903, grazie alle società minerarie operanti nell'Iglesiente che si quotarono, emettendo anche obbligazioni, per consentire sia il concorso sia la costruzione dell'odierno edificio, su progetto vincitore dell'architetto ligure Francesco Sappia, ma realizzato dall'ingegnere Queirolo e poi dall'ingegnere Efisio Orrù.
Fu già utilizzato nel dicembre 1905 per la prima seduta ufficiale dell'associazione, prima ancora che fosse completato.
Il fronte principale sorge verso il giardino nella parte più alta del terreno ceduto dal Comune, sviluppandosi su due piani, collegati da una scala con belle ringhiere di ferro battuto. Gli aspetti più significativi sono quelli formali, visibili soprattutto nelle cornici che si susseguono in tutti i lati dei prospetti e nelle decorazioni delle finestre sul retro della costruzione, contenenti fiori e ornamenti tipici del Liberty. Le più singolari sono le tre finestre rettangolari progressivamente meno alte che danno luce al vano scale.
Storia degli studi
Una rassegna degli studi si trova nella bibliografia relativa alla scheda nel volume della "Storia dell'arte in Sardegna" sull'architettura otto-novecentesca (2001).
Bibliografia
S. Naitza, "Iglesias e i nuovi stili architettonici: appunti per la lettura di una immagine urbana moderna", in L'uomo e le miniere in Sardegna, a cura di T.K. Kirova, Cagliari, Edizioni della Torre, 1993, pp. 127-130;
F. Todde, "La sede definitiva (la palazzina Liberty)", in Primo centenario dell'Associazione Mineraria Sarda, a cura di G. Boi, Cagliari, 1996, pp. 67-73;
F. Masala, Architettura dall'Unità d'Italia alla fine del '900, collana "Storia dell'arte in Sardegna", Nuoro, Ilisso, 2001, sch. 29 [1].