Si lascia Castelsardo per immettersi nella SP 134 in direzione S. Dopo 5 Km si gira per la SP 90 bis e si svolta a sinistra nella SP 13 che dopo 7,5 Km porta alla SP 33. Da qui dopo 16 Km si giunge nel paese di Santa Maria Coghinas.
Il contesto ambientale
La chiesa della Madonna delle Grazie, parrocchiale di Santa Maria Coghinas, si trova nell'abitato. Fu edificata nell'antica "villa Kokinas", citata nel "Condaghe di San Michele di Salvenero" (XII-XIII secolo).
Descrizione
La parrocchiale di Santa Maria Coghinas risale alla seconda metà del XII secolo, ma della fase medievale si conserva solo la facciata, ricostruita nel primo quarto del XIV secolo. Per il resto la chiesa è andata incontro a una serie di interventi edilizi, che hanno determinato la ristrutturazione dell'aula.
I paramenti murari sono in arenaria di media pezzatura. L'impianto originario era ad aula mononavata. L'abside a SE conserva una monofora forse originale, come quelle a doppio strombo del fianco settentrionale. La facciata culmina col campanile a vela ed è coronata da archetti a centina ogivale trilobata. Il portale è centinato, con evidenti integrazioni che hanno ridotto la luce. Un oculo con ghiera decorata sovrasta il portale, al fianco del quale è inserito un concio con motivo geometrico destinato ad accogliere tasselli a intarsio.
Storia degli studi
Giovanni Spano la menziona in nota nell'Itinerario del generale Alberto Della Marmora (1868). Raffaello Delogu (1953) la descrive nella sua opera sull'architettura medievale in Sardegna, in realtà riferendosi alla chiesa di San Giovanni di Viddalba. Rilevato l'errore, è stata correttamente inquadrata da Roberto Coroneo (1993).
Bibliografia
Giovanni Spano, in Alberto Della Marmora,[i] Itinerario dell'isola di Sardegna[/i], Cagliari, 1868, p. 661, nota 1;
Roberto Coroneo, [i]Architettura romanica dalla metà del Mille al primo '300[/i], collana "Storia dell'arte in Sardegna", Nuoro, 1993, scheda 154; [1]
Roberto Coroneo, [i]Chiese romaniche della Sardegna. Itinerari turistico culturali[/i], Cagliari, 2005, p. 31.