La spiaggia di Porto Pino si presenta con un fondo di sabbia bianca e sottile, divisa in due da una scogliera artificiale a protezione del canale di alimentazione (con apertura stagionale). Arricchita dalla presenza della tipica vegetazione della macchia mediterranea, presenta anche una pineta del rarissimo pino d'Aleppo, secondo una leggenda era il legno preferito dai fenici per le loro imbarcazioni. Porto Pino è ovunque famosa per le sue dune, tra le più alte e vaste della Sardegna. Un paesaggio suggestivo che richiama ogni anno tantissimi bagnanti.
Porto Pino si trova nell'omonima località nel comune di Sant'Anna Arresi, ed è raggiungibile percorrendo la strada che dall'abitato conduce alla spiaggia.
Ricca di servizi, è accessibile ai diversamente abili, è dotata di ampio parcheggio adatto anche ai camper, hotel, campeggio, bar, ristorante ed è caratterizzata da un basso fondale che rende agevole il gioco dei bambini. È possibile noleggiare ombrelloni, sdraio e patino. Battuta dal vento è meta ideale per i surfisti ed è amata da quanti semplicemente desiderano immergersi nelle sue acque o praticare la pesca subacquea, perché in questo tratto di mare è possibile catturare ricciole e dentici.
La spiaggia de Le Dune, detta anche Sabbie Bianche, è un'area di bianche dune sabbiose nel comune di Teulada, in località Porto Pino. È un lungo e largo arenile di sabbia bianchissima a grana molto fine che dona all'acqua un colore azzurro intenso dai riflessi cangianti. Alle spalle della spiaggia si innalzano per 20 o 30 metri dune di candida sabbia, che nelle propaggini più lontane dal mare sono ricoperte della tipica macchia mediterranea e dal ginepro. Tra quest'oasi di bellezza incomparabile e la strada di accesso, si stende lo stagno di Is Brebeis, dimora estiva di numerosi uccelli migratori, tra i quali i fenicotteri. Parte della spiaggia, sottoposta al controllo militare, dal 20 giugno al 19 settembre è aperta al pubblico. La restante porzione è, invece, liberamente accessibile per tutto il periodo dell'anno.
Dal paese di Sant'Anna Arresi si imbocca la strada per Porto Pino e poco prima di giungere alla località si segue, sulla sinistra, l'indicazione per la strada sterrata. Questa, passando attraverso lo stagno di Is Brebeis, conduce al grande parcheggio a pagamento obbligatorio. Da qui, superato su un ponte pedonale un piccolo canale, si arriva alla spiaggia, in un percorso di circa 300 m.
La spiaggia delle Dune si trova all'interno della zona militare pertinente al Poligono di Capo Teulada; per questo motivo è accessibile limitatamente alla concessione del Ministero della Difesa. È presente un ampio parcheggio a pagamento, adatto anche ai camper. Sull'arenile si trovano diversi stabilimenti, presso i quali noleggiare ombrelloni, sedie a sdraio e patini, e alcuni bar e punti di ristoro. Ad alcuni chilometri, nei pressi della spiaggia di Porto Pino, sono presenti un camping e diversi hotel e ristoranti. Il fondale degrada dolcemente e l'arenile non presenta pericoli per i bambini. È possibile praticarvi la pesca subacquea o attività di snorkelling.
Is Pruinis si trova nell'Isola di Sant'Antioco nell'omonimo comune, ed è raggiungibile percorrendo la strada che dall'abitato di Sant'Antioco conduce alle spiagge. L'Isola è la più grande tra le minori in Sardegna ed è collegata alla terraferma attraverso un istmo costruito probabilmente dai cartaginesi e migliorato dai romani. Le sue coste sono frastagliate a sud, dove si trovano le falesie, più sabbiose a nord. I due più importanti centri abitati sono Calasetta - dotato di un porticciolo molto attrezzato - e Sant'Antioco, caratterizzata da numerosi servizi. La spiaggia di Is Pruinis si presenta con un fondo di sabbia a grani grossi ed è molto lunga.
Dal paese di Sant'Antioco, si seguono le indicazioni per le spiagge; dopo alcuni chilometri si svolta a sinistra su una strada sterrata lunga alcune centinaia di metri che porta fino al mare. La deviazione è segnalata, ma solo arrivando nell'altro senso.
Battuta dal vento è meta ideale per i surfisti. Vi è in parte divieto di balneazione, ma è possibile praticare la pesca.
L'isola di Sant'Antioco è la più grande tra le minori in Sardegna ed è collegata alla terraferma attraverso un istmo costruito probabilmente dai cartaginesi e migliorato dai romani. Le sue coste sono frastagliate a sud, dove si trovano le alte falesie di scura roccia trachitica, mentre sono più sabbiose a nord. I due più importanti centri abitati sono Calasetta, dotato di un porticciolo molto attrezzato, e Sant'Antioco, caratterizzata da numerosi servizi e importanti emergenze archeologiche e storico-artistiche. La spiaggia di Maladroxia regala ai turisti desiderosi di immergersi nelle sue acque cristalline un basso fondo di sabbia grigia e sottile, contornato da scogli e rocce. Il panorama è dominato dalla costa orientale del Golfo di Palmas. Nell'area retrostante la spiaggia si trova l’omonimo borgo turistico e una collina sormontata dal nuraghe S'Ega de Marteddu. Battuta dal vento è meta ideale per i surfisti ed è amata da quanti desiderano praticare la pesca subacquea.
In arrivo a Sant'Antioco, prima del paese, si gira a sinistra seguendo il cartello "Spiagge" e dopo 5 km si arriva al bivio per Maladroxia dove si svolta a sinistra e si prosegue per 2,3 km, sino ad arrivare all'omonimo borgo e alla spiaggia.
Ricca di servizi, è accessibile ai diversamente abili, è dotata di ampio parcheggio, alcuni hotel, bar, ristoranti ed è caratterizzata da un basso fondale che rende agevole il gioco dei bambini. È possibile noleggiarvi ombrelloni, sedie a sdraio e patino.
La spiaggia di Coacuaddus ('coda di cavalli' dalla sinuosità della costa che procede in numerose insenature) è un lungo arenile caratterizzato da un fondo di sabbia bianca a grani grossi, suddiviso in due parti da una grossa roccia. Questa baia, per via delle verdi colline che la circondano, ha un'acqua ricca di riflessi turchesi e verdi, su un basso fondale, che consente la balneazione anche ai più piccoli in tutta sicurezza. Nei pressi degli scogli, la ricca vita sottomarina rende estremamente interessanti le immersioni subacquee o anche le escursioni con maschera e boccaglio. Le vicine campagne, ricche di essenze della macchia mediterranea con i loro fragranti profumi, sono invece una meta ambita da chi ama godere del paesaggio campestre e di un panorama mozzafiato sulla costa sottostante.
Coacuaddus si trova nell'omonima località dell'Isola di Sant'Antioco ed è raggiungibile percorrendo la SP 104 dall'abitato di Sant'Antioco e svoltando verso sinistra dopo circa 10 km; seguire le indicazioni per la spiaggia.
Capo Sperone è una scogliera all'estrema punta meridionale dell'isola di Sant'Antioco, da cui è possibile godere un panorama mozzafiato verso le piccole isole della Vacca e del Vitellino e, più lontano, del Toro, antichi vulcani emersi dalle acque. Dalla cala o dal mare è possibile raggiungere altre piccole baie, tutte molto suggestive. Le sue acque sono trasparenti e di un azzurro cangiante per i giochi di luce creati dal sole riflesso sul fondale: altro effetto cromatico viene offerto dalla vegetazione, soprattutto dalle ampie distese di peonie rosa.
Capo Sperone si trova nella omonima località nell'Isola di Sant'Antioco ed è raggiungibile percorrendo dal paese la SP 104, fino ad una rotonda nella quale si svolta a sinistra; superata la torre d'avvistamento Cannai si giunge a Capo Sperone.
La spiaggia offre alcuni servizi: hotel, bar, punto di ristoro. Le sue acque profonde e la ricca vita sottomarina la rendono una meta piuttosto ricercata dagli appassionati di pesca sportiva o di immersioni subacquee.
La spiaggia di Cala Sapone si trova sulla costa occidentale dell'isola di Sant'Antioco, si presenta con un fondo di sabbia a grani grossi mista a conchiglie e frammenti di corallo, con scogli e bianche rocce piatte; dalla spiaggia o dal mare è possibile raggiungere altre piccole baie, tutte molto suggestive come la Cala della Signora, piattaforma di scogli piatti raggiungibile a piedi o a nuoto da Cala Sapone. Le acque trasparenti ed i raggi del sole creano dei variopinti contrasti di luce.
Calal Sapone si trova nell'omonima località sull'isola di Sant'Antioco. È raggiungibile percorrendo la strada costiera, che dall'abitato di Sant'Antioco conduce a Capo Sperone, per una decina di chilometri, quindi si attraversa l'isola verso est.
La spiaggia è ricca di servizi: è dotata di piccolo parcheggio, camping, bar, punto di ristoro ed è caratterizzata da un fondale basso che rende agevole il gioco dei bambini in acqua. È possibile noleggiarvi ombrellone, sdraio e patino, ed è amata da quanti praticano la pesca subacquea o semplicemente desiderano immergersi nelle sue acque per ammirarne i fondali ricchi di fauna ittica.
La spiaggia di Cala Lunga si presenta con un fondo di sabbia a grani grossi mista a conchiglie e frammenti di corallo con scogli e rocce che la delimitano; dalla spiaggia o dal mare è possibile raggiungere altre piccole baie, tutte molto suggestive, come la Cala dei Tuffi, piscina naturale con pareti rocciose.
Cala Lunga si trova nella omonima località nell'Isola di Sant'Antioco e nel comune di Calasetta, ed è raggiungibile percorrendo la strada non asfaltata che da Cala Sapone conduce a Calasetta.
La spiaggia è ricca di servizi: accessibile ai diversamente abili, è dotata di ampio parcheggio ed è caratterizzata da un fondale basso che rende agevole il gioco dei bambini in acqua. In particolare è amata da quanti praticano la pesca subacquea.
La spiaggia di Mangiabarche si presenta come una scogliera a strapiombo sul mare. Di fronte, utile per individuarla, un faro che mira ad evitare il fenomeno mangiabarche, cioè che le imbarcazioni finiscano contro le rocce affioranti dall'acqua. Il mare è trasparente e di un azzurro cangiante per i giochi di luce creati dal sole riflesso sul fondale.
La scogliera di Mangiabarche si trova nella località Punta Mangiabarche nell'Isola di Sant'Antioco e nel comune di Calasetta, ed è raggiungibile percorrendo una strada non asfaltata sulla quale si svolta dalla strada costiera, prima delle spiagge di Calasetta.
La spiaggia è dotata di piccolo parcheggio, hotel, bar, punto di ristoro ed è amata da quanti praticano la pesca subacquea o semplicemente desiderano immergersi nelle sue acque, magari in compagnia di maschera e pinne per ammirarne i fondali ricchi di piacevoli sorprese.
La spiaggia di Girin si presenta con un fondo di sabbia abbastanza sottile mista a ghiaia e conchiglie. L' acqua del mare si presenta con colori di diverse gradazioni dell' azzurro. Nelle giornate con il cielo limpido, è possibile ammirare la costa di Calasetta.
Girin si trova nella località Punta Nera nell'Isola di San Pietro e nel comune di Carloforte, ed è raggiungibile percorrendo la SP 103 dal porto di Carloforte: la spiaggia è segnalata, così come le altre dell'isola, con un'iscrizione dipinta su grossi massi posti lungo la carreggiata.
La spiaggia offre alcuni servizi: è dotata di ampio parcheggio, punto di ristoro ed è caratterizzata da un fondale basso che rende agevole il gioco dei bambini in acqua. Località ideale per i surfisti e per coloro che praticano la pesca subacquea e il diving.
Anche se poco estesa, la spiaggia di Guidi offre uno spettacolo di rara bellezza per il colore chiaro della sabbia finissima, alternata a rocce scure e per le sue acque limpide. L'esplorazione del fondale, che alterna zone sabbiose a macchie di poseidonia, si presenta variegato e multicolore e degrada dolcemente, permettendo l'avvistamento di vari tipi di pesci. La spiaggia dista solo qualche chilometro dal centro abitato di Carloforte, fondato agli inizi del 1700 da pescatori liguri trasferiti dall’isola di Tabarka, in Tunisia, e dalle altre spiagge che si susseguono nella costa occidentale.
Sbarcando dal traghetto a Carloforte, si gira a sinistra sulla SP 7 bis e si prosegue per 4,9 km. Qui si lascia l'auto sulla strada o nel parcheggio del ristorante e si prosegue a sinistra passando attraverso due cancelli, lungo un sentiero che porta alla spiaggia di Guidi.
L'unico servizio offerto è quello di un chiosco-bar, aperto nel solo periodo estivo, e dalla cui terrazza si gode un bel panorama della zona circostante; qui si prepara, tra l'altro, la granita di limone con il succo di agrumi freschissimi coltivati nella stessa Isola di San Pietro.
Punta delle Colonne si trova nella località Le Colonne nell'Isola di San Pietro nel comune di Carloforte. La spiaggia si presenta con scogliere scure a strapiombo sul mare. Le sue acque hanno variopinti colori dovuti al riflesso del sole sul fondale. Sono visibili alcuni faraglioni di trachite alti più di dieci metri sul livello del mare, dichiarate monumento nazionale fin dal 1993.
È raggiungibile percorrendo la strada 103 dal porto di Carloforte: la spiaggia è segnalata, così come le altre dell'isola, con un'iscrizione su grossi massi posti lungo la carreggiata.
La località non offre servizi, ma ha un panorama suggestivo proprio per la presenza dei diversi elementi rocciosi e di numerose specie di uccelli.
Si sollevano sul mare come pilastri naturali di pietra vulcanica nella costa meridionale dell’Isola di San Pietro, in uno scenario costituito da promontori, calette e falesie. Sulle origini delle Colonne di Carloforte alcune leggende raccontano che fossero dei marinai pietrificati per punizione, oppure di mostri che San Pietro, protettore dell’isola omonima, avrebbe trasformato in roccia per proteggere gli abitanti. Il monumento, noto perché comunemente considerato esempio di faraglione, è incluso in divrersi itinerari geologici. Nella parte occidentale dell’area si trova l’oasi LIPU per la protezione del Falco della Regina, nella parte occidentale, potrebbe essere estesa a tutta la falesia meridionale, per ampliare l’area di salvaguardia degli uccelli. Si trovano sull’isola praticamente tutti gli esemplari del Falco di Eleonora presenti in Sardegna (forse 300 coppie). Nei pressi si trovano falesie e grotte costiere. Una particolarità geomorfologica degna di nota è costituita dai residui della bocca di una sorgente tipo geyser, oggi inattiva.
Vi si può avvicinare con piccole imbarcazioni in condizioni di mare calmo. Si possono ammirare anche dalla terraferma.
L’area di pertinenza registra un alto flusso di presenza turistica nei mesi estivi. Il sito è meta di escursioni organizzate per mare a bordo di battelli che fanno il periplo dell’isola. Via terra la località è raggiungibile in auto percorrendo la strada provinciale di Punta Nera, dal centro di Carloforte. Un sentiero pedonale di circa 70 m congiunge la strada asfaltata alla Punta, dalla quale si ammirano le Colonne. D’estate nella spiaggia da Bobba c’è un parcheggio sorvegliato e sono aperti un ristorante e un bar. Non è possibile praticare l’arrampicata, che comporterebbe seri rischi a carico dei rocciatori per il pericolo di crolli e anche danneggiare l’integrità della roccia.
Nella località Le Colonne, sull'isola di San Pietro, si apre la caletta di Geniò, circa 50 metri di scogli alternati a sabbia a grani grossi, di fronte allo scoglio omonimo.
Le acque della cala sono basse e sicure per i bambini, ma a poca distanza da essa si aprono fondali spettacolari che si prestano particolarmente bene alla pesca subacquea o alle immersioni.
Geniò si trova nella località Le Colonne nell'Isola di San Pietro e nel comune di Carloforte, ed è raggiungibile percorrendo la SP 103 dal porto di Carloforte: la spiaggia è segnalata, così come le altre dell'Isola, con un'iscrizione su grossi massi posti lungo la carreggiata.
La spiaggia offre alcuni servizi: è dotata di ampio parcheggio adatto anche ai camper, bar, punto di ristoro ed è caratterizzata da un fondale basso che rende agevole il gioco dei bambini in acqua.
La spiaggia della Conca si presenta con un fondo di rocce e scogliere a strapiombo sul mare. Le sue acque cristalline creano con i raggi del sole riflessi policromi sul fondale dovuti anche alla presenza di alte rocce scure. È la meta ideale per gli amanti dei tuffi proprio per la presenza delle rocce a picco sul mare che delimitano una piscina naturale dall'acqua profonda. Panorama indimenticabile garantito agli appassionati di speleologia: nella conca si aprono infatti numerose grotte.
La Conca si trova nella località Golfo della Mezzaluna nell'Isola di San Pietro e nel comune di Carloforte, ed è raggiungibile percorrendo la strada provinciale 102 dal porto di Carloforte e si seguono le indicazioni per la spiaggia.
La spiaggia è dotata di piccolo parcheggio, punto di ristoro e bar ed è amata da quanti praticano la pesca subacquea o semplicemente desiderano immergersi nelle sue acque per ammirare l'incantevole ecosistema marino.
La spiaggia dello Spalmatore si presenta con un fondo di sabbia chiara sottile mista a scogliere. Le sue acque sono di un colore turchino che creano con la luce del sole dei gradevoli movimenti policromi sul fondale; suggestivo il contrasto tra il rosso degli scogli e il verde della macchia mediterranea che cinge la spiaggia.
La spiaggia dello Spalmatore si trova nella località omonima nell'Isola di San Pietro e nel comune di Carloforte, ed è raggiungibile percorrendo la strada provinciale 102 dal porto di Carloforte verso sud: la spiaggia è segnalata.
La spiaggia offre alcuni servizi: accessibile ai diversamente abili, è dotata di ampio parcheggio adatto anche ai camper, camping, bar, punto di ristoro ed è caratterizzata da un fondale basso che rende agevole il gioco dei bambini in acqua. È possibile noleggiare sdraio e ombrellone. È anche meta ideale per i surfisti ed è amata da quanti praticano la pesca subacquea o semplicemente desiderano immergersi nei suoi splendidi fondali.
Capo Sandalo, sulla punta più occidentale delll'isola di San Pietro è un'incantevole scogliera a strapiombo sul mare, sovrastata dall'omonimo faro. L'accesso al mare, avviene tramite ripidi sentieri o una lunga scalinata. Di fronte a Capo Sandalo si staglia la piccola isola del Corno, meta di appassionati di pesca sportiva e di immersioni subacquee per la ricca fauna ittica presente, favorita dalle forti correnti sottomarine. Nelle giornate con cielo limpido, da queste scogliere particolarmente alte è possibile ammirare la costa dell'Iglesiente.
Capo Sandalo si trova nella località omonima nell'Isola di San Pietro, nel comune di Carloforte. È raggiungibile percorrendo la SP 104 dal porto di Carloforte che giunge alla spiaggia dopo aver oltrepassato le saline.
La località è dotata di ampio parcheggio adatto anche ai camper. Inoltre è particolarmente apprezzata per le immersioni subacquee.
Cala Fico, nell'omonima località dell'isola di San Pietro [46], è una stupenda insenatura, profonda come un fiordo, che si apre sulla costa nordoccidentale. La piccola baia è delimitata da alte scogliere grigie a strapiombo, che incontrandosi con i raggi del sole creano incantevoli riflessi color turchese nell'acqua. L'arenile di grossi ciottoli di Cala Fico è circondato da una rigogliosa macchia mediterranea e da una natura incontaminata che ospita il Falco della regina: la Lipu gestisce l'oasi protetta istituita fin dal 1991 e promuove affascinanti itinerari per poter ammirare questo come molte altre specie di uccelli che hanno scelto l'Isola di San Pietro quale luogo privilegiato per la nidificazione.
Cala Fico è raggiungibile percorrendo per circa 10 chilometri la SP 104 dal porto di Carloforte.
La spiaggia è dotata di ampio parcheggio e un punto di ristoro. I fondali di questa insenatura sono inoltre particolarmente affascinanti e ricchi di pesci, cosicché le immersioni in queste acque, anche con una semplice maschera, sono un'esperienza indimenticabile.
Costituita da una bellissima scogliera, che scende a picco sul mare, Punta delle Oche è situata a nord dell'isola di San Pietro, nel territorio di Carloforte [48].
Con una vista incantevole su un fantastico panorama fatto di scogliere e di isolotti, Punta delle Oche presenta suggestivi anfratti e cavità.
Nella roccia rachitica che scende a picco sul mare, si apre la grotta omonima, la più grande tra quelle presenti nell'isola, particolare e suggestiva.
La Grotta di Punta delle Oche è accessibile solo via mare e vi si può entrare solo con piccole barche.
Scavata nella scura trachite dalle onde, svela ai visitatori un affascinante spettacolo cromatico tra i giochi di luci che si infrangono sullo specchio di un mare limpido e trasparente.
L'incanto prosegue durante le suggestive immersioni subacque e snorkeling: un paesaggio marino molto variegato e colorato domina incontrastato, tra cui spiccano bellissimi spirografi, piccole orate, tanute e numerosi saraghi.
La grotta di Punta delle Oche è raggiungibile solo via mare, mentre la scogliera di Punta delle Oche é facilmente raggiungibile via terra: procedere verso l'uscita dal paese di Carloforte, percorrere la cosiddetta Salita Rombi. Al primo bivio procedere verso sinistra. Al bivio successivo prendere la destra e dirigersi sempre dritto in direzione di Punta delle Oche.
Si raggiunge percorrendo la strada costiera 101 che dal porto di Carloforte conduce all'estremo nord dell'Isola, La Punta, per tre chilometri, quindi si svolta a sinistra verso Guardia dei mori e si seguono le indicazioni per Punta delle Oche.
L'insenatura di Cala Lunga, nella località La Punta dell'Isola di San Pietro, si presenta come una scogliera di roccia a strapiombo sul mare. Si tratta di una caletta ubicata fra La Punta e le Tacche bianche con scogliere di tufo a picco sull'acqua. Al largo, a qualche centinaio di metri dalla costa, si possono scorgere le reti finalizzate alla cattura dei pregiati tonni che poi dall'isola di Carloforte sono esportati fino in Giappone. L'Isola di San Pietro comprende le due isole minori Piana e dei Topi ed è separata dall'Isola di Sant'Antioco dal canale delle Colonne. Le sue coste sono frastagliate, con grotte e scogliere a strapiombo sul mare e sabbiose sul lato occidentale. Unico centro abitato è Carloforte, fondato nel 1738 da un gruppo di pescatori liguri provenienti però dalla tunisina Tabarka, raggiungibile in circa 30 minuti con traghetti in partenza da Calasetta e da Portovesme.
Cala Lunga si trova nella località La Punta nell'Isola di San Pietro e nel comune di Carloforte è raggiungibile percorrendo la strada costiera 101 che dal porto di Carloforte conduce all'estremo nord dell'Isola, La Punta: la spiaggia è segnalata sulla sinistra, all'imbocco di una strada non asfaltata.
È una cala particolarmente indicata per chi ama godere della tranquillità di un luogo, lontano dalle grandi folle estive. I fondali profondi si prestano inoltre molto bene alle immersioni subacquee.
La spiaggia della Punta si presenta con una scogliera a strapiombo sul mare.
Le sue acque sono di un azzurro intenso e gli scogli, scuri e rosati insieme, creano suggestivi giochi di colori.
Dall'alto del promontorio si gode un incantevole paesaggio, che abbraccia le coste del Sulcis, l'Isola Piana e l'Isola dei Topi, oltre all'antica costruzione in cui veniva lavorato il tonno, oggi prevalentemente destinato all'esportazione in Giappone.
La Punta si trova nella località omonima nell'Isola di San Pietro e nel comune di Carloforte, ed è raggiungibile percorrendo la SP 101 che dal porto di Carloforte conduce all'estremo nord dell'isola, La Punta.
Si tratta di un piccolo isolotto recentemente trasformato in villaggio turistico. È possibile la balneazione ma non addentrarsi sull'Isola, che a lungo ha ospitato gli edifici della tonnara Villamarina. Caratteristiche sono le costruzioni e le infrastrutture dell'Isoletta.
Dalla costa è possibile vedere la piccolissima Isola dei Topi, suggestiva roccia affiorante.
La spiaggia di Isola Piana si trova nella località omonima e nel comune di Carloforte; ubicata nel canale che separa l'Isola di San Pietro dal resto della Sardegna, è raggiungibile solo via mare.
L'isola Piana, raggiungibile solo via mare, è situata a nord est dell'isola di San Pietro. Come suggerisce il suo nome, l'isola è un tavolato piatto con un'altezza massima di 19 metri, delimitato a nord dal piccolo scoglio di Santa Caterina e a sud, presso punta del Tempiese, dalla sua unica spiaggia. La restante parte del suo territorio è aspra e rocciosa. Le acque che la circondano sono limpide e trasparenti, nei fondali gli appassionato possono osservare praterie di alghe e pesci multicolori. Per anni sull'Isola Piana si praticava la storica mattanza dei tonni: allo scoglio di Santa Caterina veniva ancorato un lato della rete della tonnara. Le tonnare carlofortine, quella dell'Isola Piana e quella di San Pietro, sono state a lungo le più grandi di tutta la Sardegna.
Oggi l'impianto dell'Isola Piana è stato rivalutato dalla presenza di un villaggio turistico che ne ha preservato gli aspetti architettonici originari; uno dei due impianti, la tonnara di La Punta, oggi di proprietà privata, è stata mantenuta integra ed è tutt'ora utilizzata in occasione delle mattanze che si svolgono in primavera. Dal 2001 il tonno pescato viene inscatolati in uno stabilimento di Ussana e distribuito sul mercato.
Non solo la tonnara ma tutta l'isola è di proprietà privata: per questo motivo non può essere esplorata al suo interno. Solo spiaggia di Punta del Tempiese è accessibile liberamente dal pubblico: da qui è possibile vedere la piccolissima Isola dei Topi, suggestiva roccia affiorante dal mare.
L'isola Piana è raggiungibile dall'isola di San Pietro via mare. L'isola di San Pietro si può raggiungere in traghetto dagli approdi di Calasetta e da Portoscuso. La traversata dura circa 30-40 minuti.
Da Siliqua lungo la 293 verso Giba si volta a d. all'altezza di Acquacadda per giungere alla frazione di Terrubia dove si prosegue fino a Rosas.
Il contesto ambientale
Impianti ed edifici sono nel sito campestre di Rosas.
Descrizione
La miniera piombo-zincifera fu sfruttata dal 1851 alle soglie degli anni ottanta del Novecento tra alterne e spesso drammatiche vicende che videro interruzioni della concessione, passaggi di proprietà, momenti culminanti e crisi altrettanto problematiche. È stata interessata da un vincolo della Soprintendenza ai Beni Architettonici di Cagliari, quando purtroppo il degrado e lo spoglio degli impianti era già avanzato.
In un piazzale sorge il fabbricato della direzione su due piani con aperture che presentano cornici ornate con motivi Art Déco. Un corpo più basso antistante ospitava l'ufficio postale, mentre le abitazioni sono disposte su un piccolo rilevo soprastante.
La laveria, già realizzata in legno e sostituita intorno al 1940 da un'altra costruzione, conserva solo parzialmente gli impianti produttivi in ferro, a causa del prelievo abusivo del prezioso metallo.
La miniera fa parte del Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna, riconosciuto dall'UNESCO.
Storia degli studi
La miniera è citata in opere sull'archeologia industriale in Sardegna.
Bibliografia
S. Mezzolani-A. Simoncini, Sardegna [i]da salvare. Paesaggi e architettura delle miniere[/i], Nuoro, Archivio Fotografico Sardo, 1993, pp. 242-251;
F. Segni Pulvirenti-A. Ingegno, "La miniera di Rosas: tutela e vicende storiche", in [i]L'uomo e le miniere in Sardegna[/i], a cura di T.K. Kirova, Cagliari, 1993, pp. 103-106.
Il sito minerario di Serbariu a Carbonia, attivo dal 1937 al 1964, ha caratterizzato l'economia del Sulcis e rappresentato tra gli anni '30 e '50 una delle più importanti risorse energetiche d'Italia. Il complesso è stato recuperato e ristrutturato a fini museali e didattici, valorizzando il sito e rendendo fruibili gli edifici e le strutture minerarie che oggi costituiscono il "Museo del Carbone [55]". Il Museo include i locali della lampisteria, della galleria sotterranea e della sala argani.
Nella lampisteria ha sede l'esposizione permanente sulla storia del carbone, della miniera e della città di Carbonia; l'ampio locale accoglie una preziosa collezione di lampade da miniera, attrezzi da lavoro, strumenti, oggetti di uso quotidiano, fotografie, documenti, filmati d'epoca e videointerviste ai minatori. La galleria sotterranea mostra l'evoluzione delle tecniche di coltivazione del carbone utilizzate a Serbariu dagli anni '30 alla cessazione dell'attività, in ambienti fedelmente riallestiti con attrezzi dell'epoca e grandi macchinari ancora oggi in uso in miniere carbonifere attive.
La sala argani, infine, conserva intatte al suo interno le grandi ruote dell'argano con cui si manovrava la discesa e la risalita delle gabbie nei pozzi per il trasporto dei minatori e delle berline vuote o cariche di carbone. Il museo è accessibile ai visitatori diversamente abili sia nella lampisteria che, parzialmente, nella galleria sotterranea. L'allestimento include inoltre vetrine tattili con diverse tipologie di lampade, caschi e frammenti di carbone estratto nella miniera.
Il Centro Italiano della Cultura del Carbone (CICC) nasce nel 2006 come associazione tra il Comune di Carbonia e il Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, con lo scopo di gestire e valorizzare il sito della Grande Miniera di Serbariu.
indirizzo: Grande Miniera di Serbariu
telefono: +39 078162727- 0781670591
email: prenotazioni@museodelcarbone.it [56]; info@museodelcarbone.it [57]
gestione: Centro Italiano della Cultura del Carbone
Orari:
10.00 - 19.00 dal 21 giugno al 20 settembre 2014, tutti i giorni.
10.00 - 18.00 dal 21 settembre 2014 al 20 giugno 2015;chiusura il lunedì (non festivo), Natale e Capodanno
Visita guidata in lingua italiana, inglese, francese. Gruppi: su prenotazione.
Biglietto: € 8,00 intero; € 6,00 ridotto (età tra i 6 e i 12 anni e oltre i 65 anni, gruppi di almeno 25 persone, carta giovani, convenzionati); € 5.00 ridotto scolaresche
La miniera di Masua è compresa nel territorio comunale di Iglesias e si raggiunge deviando dalla SS 126 verso Funtanamare.
Il contesto ambientale
La miniera si inserisce in un'ampia zona in vista del mare.
Descrizione
La concessione della miniera fu affidata alla Società di Montesanto nel 1859 e il progressivo ampliamento aggiunse altri fabbricati agli impianti indispensabili alla lavorazione del minerale (la laveria, la casseria e la fonderia).
Successivamente sorsero altre costruzioni, situate su livelli diversi in rapporto all'andamento del pendio di Punta Cortis, che si apre verso la vallata a mare con il faraglione calcareo del Pan di Zucchero. Questo fronteggia il torrino "medievale" di Porto Flavia, sicuramente uno tra gli edifici di servizio alle miniere più originali: porta il nome della figlia dell'ingegnere Cesare Vecelli e costituisce l'uscita della galleria realizzata tra il 1922 e il 1924 per facilitare il trasporto del minerale da caricare direttamente sulle navi tramite un pontile a sbalzo. È particolarmente suggestivo l'inserimento della costruzione nella roccia calcarea, apprezzabile naturalmente dal mare.
Sempre verso il mare sono gli impianti di arricchimento realizzati nel dopoguerra e la stazione di arrivo del minerale, presso il bacino degli sterili che ha profondamente alterato il paesaggio.
Masua è uno degli insediamenti più semplici, ma ha caratteristiche comuni del villaggio-tipo non pianificato e sviluppatosi in rapporto alle fortune imprenditoriali della società proprietaria della concessione. Ancora oggi conserva una serie di edifici adagiati in mezzo al verde su dislivelli protetti da massicciate di pietra. Nonostante la sobrietà della costruzione, la sede dell'amministrazione, collocata su un terrazzamento che le dà un ruolo di preminenza anche simbolico, spicca per il volume a due piani e il balcone centrale, che la distinguono rispetto alle altre case, e per il giardino, sistemato al livello inferiore.
Le altre costruzioni hanno prevalentemente carattere funzionale, senza concedere nulla ad aspetti decorativi.
Storia degli studi
Gli impianti minerari di Iglesias sono menzionati in diverse opere sull'archeologia industriale in Sardegna.
Bibliografia
S. Mezzolani-A. Simoncini, [i]Sardegna da salvare. Paesaggi e architettura delle miniere[/i], Nuoro, Archivio Fotografico Sardo, 1993, pp. 176-187;
F. Masala, "Gli insediamenti minerari. Forme, architetture, problemi", in [i]Le città di fondazione in Sardegna[/i], a cura di A. Lino, Cagliari, 1998, pp. 36-50.
Porto Flavia si presenta con un fondo di ghiaia con scogli e rocce. Il nome deriva dall'ingegnere Cesare Vecelli che fece costruire la miniera nel 1924 e decise di chiamarla come una delle sue figlie. L'arenile è molto ampio e sovrastato da una pineta profumata e fresca. È una località amata anche da quanti semplicemente desiderano praticare la pesca subacquea o immergersi nelle sue acque.
Porto Flavia si trova nella località Masua e nel comune di Iglesias, ed è raggiungibile facilmente percorrendo la strada provinciale 83 fino alla spiaggia di Masua da dove parte una strada non asfaltata in salita che conduce fino all'estremità della zona mineraria.
Situata nella costa sudoccidentale, tra bianche falesie calcaree, l'insenatura di Cala Domestica presenta un fondo di sottile sabbia mista a ghiaia e scogli sparsi. Attorno alla spiaggia ci sono delle dune punteggiate da macchia mediterranea. Cala Domestica si trova in un'ex zona mineraria: rimangono visibili le rovine degli edifici delle vicine miniere, i magazzini e i depositi dei minerali che aspettavano di essere imbarcati, ma anche gallerie, come quella che conduce alla cosiddetta Caletta, una spiaggia riparata e molto intima, nella quale si trova la foce di un torrente. Di fronte, sulla penisola calcarea che volge a sud, si può ammirare la torre spagnola. La località è particolarmente amata da quanti desiderano praticare la pesca subacquea.
Cala Domestica è raggiungibile facilmente percorrendo la Strada Statale 83. Proseguendo verso sud dopo Buggerru si trovano le indicazioni per la spiaggia.
L'arenile è molto ampio e la zona offre alcuni servizi: un ampio parcheggio adatto anche ai camper, un chiosco-bar. È caratterizzata da un basso fondale adatto alla balneazione ed ai giochi dei bambini.