Romanzesu è tra i più importanti complessi abitativi e cultuali. Costituito da un centinaio di capanne, cinque edifici di culto, un tempio a pozzo, quattro a "megaron" e un recinto cerimoniale. L'area si sviluppa attorno al tempio a pozzo collegato ad una vasca lastricata. Sono emersi materiali del Bronzo recente e finale (XIII-IX sec. a.C.). Presenti nell'area quattro templi a "megaron" e il recinto sacro. Alcune capanne sono dotate di sedile e nicchie. Le ceramiche attestano un primitivo impianto dell'abitato nel Bronzo medio (XVI sec. a.C.).
Da Nuoro si percorre la SS 389 verso l'area industriale di Prato Sardo. Si attraversa la SS 131 fino a Bitti. Si continua sulla SS 389 in direzione di Buddusò e all'altezza del km 54,2 si svolta a destra. Si prosegue per 1,9 km e si segue la segnaletica fino al parcheggio.
Telefono: 0784 415124 (Comune), 333 3211346 - 0784 414314 (cooperativa)
Sito Internet: www.comunedibitti.it [10]
e-mail: culturaspettacolo@comunedibitti.it [11] - coop.istelai@tiscali.it [12]
Si lascia la SS 131 all'altezza di Macomer, per imboccare la SS 129. Sulla s. si incontra il bivio per la SP 6 in direzione di Silanus. Superato il centro abitato si seguono le indicazioni per il nuraghe e la chiesa di Santa Sabina, isolati in aperta campagna.
Il contesto ambientale
L'area in cui sorge la chiesa di Santa Sabina mostra ancora oggi le tracce lasciate dall'uomo in migliaia di anni di continua presenza. Nello stesso paesaggio campestre coesistono il nuraghe, una tomba dei giganti e la chiesa medievale. Nel XIX secolo si aveva memoria di un monastero benedettino, al quale la chiesa sarebbe stata annessa.
Descrizione
Santa Sabina di Silanus deve il suo fascino non solo all'unicità delle sue forme architettoniche, ma anche alla vicinanza del nuraghe omonimo, dalla cui sommità si godono la vista dei tetti della chiesa e il bel panorama della piana campestre circostante.
L'edificio ha una pianta originale, che suggerisce la preesistenza di un impianto tardoantico o bizantino, modificato nell'XI secolo. Si tratta di una rotonda centrale coperta da una cupola e absidata cui si affiancano due camere rettangolari coperte in legno e anch'esse concluse ad E da absidi. I materiali costruttivi sono il calcare e il basalto.
Nel prospetto O si aprono i due portali d'accesso. Il principale, nella rotonda, è del tipo ad architrave semplice gravante sulle murature perimetrali e si caratterizza per essere preceduto da un protiro timpanato. Il protiro forma un piccolo vano lungo poco più di due metri, aperto frontalmente e voltato a botte. Il profilo frontale del protiro è decorato da conci a listello disposti a semicerchio lungo il profilo superiore della volta. Il portale secondario nella camera nord è del tipo centinato a tutto sesto, con grandi blocchi di scuro basalto che fungono da stipiti. La centina a sua volta è ribattuta da conci a listello disposti a semicerchio lungo il profilo superiore.
Il paramento murario della camera S denota come questa sia in gran parte frutto di ricostruzione, comunque coerente con i resti di murature che indicano chiaramente la presenza di un vano laterale anche in origine.
Per la parte bassa dell'edificio sono stati utilizzati grandi blocchi di basalto provenienti dal nuraghe che sorge alle spalle della chiesa. La parte alta è in basalto caratterizzato dal colore chiaro, dove spiccano due filari di conci in andesite, impiegati a fini decorativi. Nel prospetto E si nota la pregevole fattura delle due monofore (aperture a feritoia verticale) decorate con strombo a gradoni concluso da centina a tutto sesto.
Entrati nella chiesa dal portale principale è possibile osservare il tipo di copertura usato per la rotonda. Si tratta di una pseudocupola, la cui sagoma conoide deriva dalla ricostruzione della sommità, avvenuta a seguito di un crollo. Lo strombo delle monofore, complesso all'esterno, si ripresenta all'interno in forme più semplici.
Percorrere la SS 129 da Macomer a Nuoro per circa 7 km Il nuraghe è ben visibile sulla destra e segnalato da cartelli turistici.
Il contesto ambientale
L'area archeologica, che comprende anche la chiesa medievale di Santa Sabina (Santa Sarbana), è situata nella piana di Silanus, nel Marghine, regione della Sardegna centro-settentrionale.
Descrizione
Il complesso è costituito da un nuraghe, un villaggio, una tomba di giganti e un pozzo sacro. La presenza della chiesa di Santa Sabina (di epoca medievale ma tuttora meta di devozione popolare) documenta la contiguità di testimonianze di epoche diverse e la persistenza del carattere di sacralità del luogo da tempi remotissimi fino ad oggi.
Il nuraghe, monotorre (diametro m 12,60; altezza residua m 8,60), è realizzato con blocchi di basalto di grandi dimensioni, rifiniti con maggiore cura nelle parti alte del paramento. L'ingresso, orientato a sud (larghezza m 1,20; altezza m 1,82), immette in un corridoio (larghezza m 1,20; lunghezza m 5,00) con soffitto digradante verso l'ingresso alla camera e con pareti aggettanti. Nella parete destra del corridoio si apre una nicchia d'andito sub-rettangolare con porta trapezoidale architravata, mentre a sinistra è il vano-scala, con ingresso trapezoidale architravato (larghezza m 1.05, altezza m 2,37) e sezione ogivale (largezza media di m 1.00, altezza di m 3,88); la scala è percorribile fino all'attuale sommità della torre e presenta una feritoia rettangolare (m 0,30 x m 0,36). Il corridoio immette nella camera centrale, di pianta circolare (diametro m 4,15), che conserva la copertura a ogiva (altezza m 8,35) e tre nicchie in parete disposte a croce.
Il nuraghe è databile al 1600-1000 a.C.
Nell'area antistante il nuraghe e nei pressi della chiesetta di Santa Sabina sono individuabili le tracce del villaggio nuragico, costituito da capanne a pianta circolare. L'abitato fu riutilizzato in epoca romana.
Storia degli scavi
Il nuraghe è stato recentemente scavato a cura della Soprintendenza per i Beni Archeologici delle province di Sassari e Nuoro.
Bibliografia
V. Angius in G. Casalis, [i]Dizionario geografico, storico, statistico, commerciale degli Stati di Sua Maestà il Re di Sardegna[/i], XX, 1850, p. 138;
Ministero della Pubblica Istruzione, [i]Elenco degli Edifici Monumentali[/i], Roma, Tip. Operaia Romana Cooperativa, 69, 1922, p. 157;
A. Taramelli, "Foglio 205 (Capo Mannu)", "Foglio 206 (Macomer)", in [i]Edizione Archeologica della Carta d’Italia[/i], Firenze, Istituto Geografico Militare, 1935, p. 12, n. 24, p. 13, n. 24a, 25;
C. Zervos, [i]La civilisation de la Sardaigne, du début de l'énéolithique à la fin de la période nouragique : 2. millenaire, 5. siecle avant notre ere[/i], Paris, Cahiers d'art, 1954 (ed. italiana: Sassari, Carlo Delfino, 1980), p. 47, fig. 19;
A. Moravetti, "Ricerche archeologiche nel Marghine Planargia", collana [i]Sardegna archeologica. Studi e monumenti[/i], 5/I, Sassari, Carlo Delfino, 1998, pp. 533-538 [15].
L'area archeologica è situata in posizione elevata circa 720 Mt., nella regione del Marghine, nella Sardegna centro-settentrionale. Il complesso comprende tre tombe di giganti. In parallelo ad una delle tombe si dispongono sei betili conici: i tre più grandi mostrano due bozze mammillari. A breve distanza dalle tombe di giganti, su un affioramento roccioso, si erge il nuraghe. Il monumento, di tipo complesso, è costituito da un mastio e da un bastione bilobato addossato sulla fronte. Vicino al nuraghe si estende l'abitato, mentre nelle vicinanze è stata segnalata una fonte nuragica.
L'area archeologica è situata in posizione rilevata, nella regione del Marghine, nella Sardegna centro-settentrionale.
Telefono 0785 70475 - 0785 743044 - 347 9481377
e-mail: infotamuli.archeo@tiscali.it [18]
Il tempio è situato in località Sa Costa 'e Sa Binza, addossato a una ripida parete scistosa, dove sgorga la sorgente. Su Tempiesu è un monumento di eccezionale interesse in quanto costituisce l'unica testimonianza originale delle strutture in elevato e della copertura di un pozzo sacro nuragico. Costruito con conci di trachite e basalto, materiale non reperibile in loco, probabilmente il materiale fu trasportato da lontano. Nel pozzetto sono state rinvenute numerose offerte votive in bronzo (spilloni, stiletti votivi, pendagli, bracciali, anelli, vaghi di collana, aghi crinali elementi di collana in ambra e, soprattutto, statuine raffiguranti offerenti, guerrieri, personaggi con mantello e bastone di comando). Altre offerte erano conservate in alcuni ripostigli realizzati in rientranze naturali della roccia rinforzate da muri di contenimento. I materiali hanno consentito di ricostruire le fasi di realizzazione e d'uso del complesso cultuale: il monumento venne edificato nelle fasi finali del Bronzo recente e fu frequentato sino alla prima età del Ferro, quando una frana ne causò l'abbandono.
Lasciare l'abitato di Orune e seguire le indicazioni per Su Tempiesu. Giunti in prossimità del cimitero, svoltare in una stradina asfaltata che conduce, dopo pochi chilometri, all'ingresso dell'area archeologica. Si lascia l'auto e si procede a piedi per un sentiero in discesa che, dopo alcune centinaia di metri, termina davanti alla fonte.
Telefono: 0784 276716; 328 7565148
Sito internet: www.sutempiesu.it [20]
e-mail: cooplarco@tiscali.it [21]
Il museo di Teti ospita i materiali archeologici provenienti soprattutto dal villaggio-santuario di Abini, un vasto agglomerato di capanne, recinto per riunioni e pozzo sacro e bronzetti. I reperti esposti sono copie di quelli conservati presso il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari. Tra i reperti originali esposti si annoverano pugnaletti e spade votive.
Dagli scavi di S'Urbale, un villaggio di circa cinquanta capanne risalenti ad un periodo compreso tra l'inizio del Bronzo medio e la Prima età del ferro, provengono ceramiche e utensili in pietra. Una delle capanne di S'Urbale è stata ricostruita in scala naturale, con materiali del luogo ed argilla prelevata dalla cava nuragica: di forma circolare, presenta un focolare centrale, un vano-ripostiglio delimitato da lastre sistemate a coltello e contenitori ceramici destinati a diverse funzioni. Il territorio comprensoriale è documentato, tra gli altri, dai materiali della cultura eneolitica di Monte Claro provenienti da Bidu 'e Concas e dai reperti litici e ceramici dal nuraghe Talei, entrambi in agro di Sorgono.
La visita guidata permette di approfondire la conoscenza della storia più antica del territorio. Il pezzo forte della collezione museale è la ricostruzione della capanna di S'Urbale.
Indirizzo: via Roma, 6 - 08030 Teti tel. 0784 68120 Ente titolare: Comune di Teti.
Osidda è il più piccolo centro del territorio del Nuorese. Annesso alla provincia di Nuoro, è incuneato fra i territori di Buddusò e di Nule. Adagiato all'estremità dell'altopiano di Buddusò, a poca distanza dal fiume Tirso, conserva fitti boschi di sugherete. Abitato fin dall'epoca nuragica conserva nel suo territorio una quindicina di nuraghi e interessanti esempi di tombe di giganti. Nella zona si distinguono per importanza i villaggi nuragici di "Romanzesu" e di "Seris" che sono stati sottoposti a diverse campagne di scavo durante il corso degli anni.
Durante il Medioevo Osidda fece parte della curatoria del Monte Acuto. Le campagne intorno al paese con gli antichi sentieri riservano panorami e distese verdi di incomparabile bellezza. Qui l'agricoltura, la pastorizia e l'artigianato hanno conservato la propria identità e le tradizioni. Il centro abitato conserva le tipicità architettoniche del passato. Piccole e caratteristiche casette di granito si arrampicano nelle strette viuzze lastricate del centro storico, dove spiccano balconcini in ferro battuto adornati di fiori che scendono a cascata creando scenografici contrasti di colore. Gli interni riservano piacevoli sorprese. Travature in legno per i soffitti e rustici tavolati per i pavimenti offrono ambienti caldi e confortevoli. Con i suoi boschi e sentieri Osidda invita a lunghe passeggiate nel suo territorio offrendo la tranquillità di una visita piacevole e riposante.
Tra le tipicità proprie del luogo, nel centro abitato, all'interno di una vecchia caserma ristrutturata, è stato allestito un presepe in miniatura realizzato con personaggi che indossano i costumi tipici di tutti i paesi della Sardegna. Realizzato da un artista locale è stato donato al comune. Nel centro storico è presente "Casa Delogu", uno dei simboli del paese, risalente all'800 era di proprietà di importanti possidenti. La parrocchiale è intitolata a Sant'Angelo, che viene festeggiato il 27 agosto di ogni anno con riti sacri e profani.
È situato nel palazzo appartenuto a Giorgio Asproni, illustre intellettuale e uomo politico ottocentesco. L'esposizione, attualmente limitata al piano terra, è articolata in sei sale, offre uno spaccato del ricchissimo patrimonio archeologico della provincia di Nuoro e della storia dell'uomo dal Neolitico all'alto Medioevo. Alcune sezioni vengono rinnovate ogni semestre. La prima sala, paleontologica, presenta un importante giacimento di vertebrati del Monte Tuttavista (Orosei) e della Grotta Corbeddu (Oliena). Il Neolitico è rappresentato da vasi, idoletti, punte di freccia e strumenti in ossidiana e felce, rivenuti in ripari sotto roccia, grotte e necropoli (Oliena, Ollolai, Orgosolo, Orroli). Seguono i materiale delle culture calcolitiche di Filigosa (Macomer), Abealzu (Urzulei), Monte Claro (Oliena, Nuoro, Orroli, Sorgono), del vaso Campaniforme (Oniferi, Gavoi) e della cultura di Bonnanaro con la "tomba di Sisaia" (Dorgali) contenente uno scheletro di donna affetta da gravi patologie con cranio trapanato. Di grande interesse la sezione nuragica con modellini di nuraghe in pietra, vari materiali litici e bronzei provenienti da nuraghi, villaggi e tombe di giganti. Viene anche ricostruito un laboratorio di metallurgia del bronzo, con lingotti di rame, un crogiuolo d'impatto, una matrice di fusione per produrre strumenti di lavoro. L'abilità dei metallurghi nuragici è documentata da eleganti bacili bronzei e dai reperti di Su Tempiesu di Orune, uno dei maggiori santuari nuragici del nuorese. Altrettanto significativi i reperti della fonte di Sa Sedda 'e Sos Carros che ha inoltre restituito oltre centocinquanta chili di bronzo.
L'esposizione comprende anche la ricostruzione di un tempietto nuragico di Villanovastrisaili, riproducente all'interno la sezione longitudinale di un nuraghe complesso, nonché materiali provenienti da alcuni dei più importanti santuari nuragici nuoresi e dell’età romana (iscrizioni, ricostruzione di una tomba e di un fondale marino con i resti di un carico di nave naufragata). Chiudono il percorso museale materiale altomedievale di Nuoro, gli argenti e le maioliche rinascimentali della chiesa di San Pietro di Galtellì e del castello della Fava di Posada.
Indirizzo: Via Mannu, 1 - 08100 Nuoro
tel. 0784 31688 (biglietteria) - 0784 38053 (prenotazione visite guidate)
Ente titolare: Ministero per i Beni e le attività culturali
Gestione: Soprintendenza ai Beni archeologici per le province di Sassari e Nuoro
Orari: 9.00 - 13.30 (dal martedì al sabato); 15.00 - 17.30 (martedì e giovedì); lunedì e festivi chiuso
Biglietto: € 2,00 (intero), € 1,00 (ridotto) under 18 over 65.
Esenti: dipendenti statali, disabili, accompagnatori scolastici
Visita guidata su prenotazione.