Si lascia la SS 131 all'altezza di Macomer e si prende la SS 129 per Nuoro fino al bivio con la SS 128 bis; da lì si imbocca la SP 10 M fino al bivio con la SP 86. All'incrocio si svolta per Benetutti e si prosegue sulla provinciale Bono/Mores fino al bivio che porta alle terme di San Saturnino.
Il contesto ambientale
L'area è localizzata ai piedi dell'estremo lembo dell'altopiano del Goceano, presso la confluenza del rio Mannu nel fiume Tirso.
Descrizione
Il geografo greco Tolomeo, nel contesto delle città dell'interno della Sardegna ("poleis mesogeioi"), menzionava gli "Hydata Lesitanà" che si possono ora identificare con la stazione termale scavata presso Benetutti, identificazione che pare universalmente ammessa e ribadita in ultimo da Raimondo Zucca.
Sempre stando al geografo Tolomeo, è plausibile che le "Aquae Lesitanae" fossero in rapporto col centro di Lesa, sul cui status politico non vi è certezza e che, solo dubitativamente, è possibile inquadrare nello statuto delle "civitates stipendiariae". Il centro termale, nei pressi dell'abitato di Lesa, doveva essere collegato alla rete stradale attraverso la via "ab Ulbia Caralis".
Il complesso è databile all'età imperiale grazie allo studio dei resti ceramici, specie frammenti di sigillata africana attribuibili al II-III sec. d.C. Non è tuttavia da escludere l'esistenza di un impianto di età precedente. I modesti resti messi in luce si riconducono ad un vano circolare, con accesso ad E, provvisto di una vasca circolare con gradini (diametro m 3,9; profondità m 1,95). L'opera è cementizia, ma la vasca e le pareti risultano composte di blocchi in vulcanite grigio-chiara; lastre frammentarie di marmo bianco sono forse quanto resta del rivestimento parietale.
Il vano è facilmente interpretabile come la piscina destinata ai bagni in acqua termale a temperature elevate, e non come "natatio", ambiente che generalmente presenta dimensioni maggiori. Convincenti confronti tipologici giungono anche dalle "Aquae Ypsitane" presso Codrongianos.
Nei pressi del centro termale doveva essere localizzato un sacello dedicato ad Asclepio, come testimonia il rinvenimento di due fusti di colonne in vulcanite grigia e di tre are, una delle quali presenta una dedica votiva, mutila e lacunosa, al dio Esculapio.
Quella del culto di Asclepio presso le "Aquae Calidae" è una circostanza frequente in Sardegna: la si riscontra già per il II sec. a.C. a San Nicolò Gerrei, e in tutti gli altri edifici termali del periodo imperiale.
Storia degli scavi
La scoperta dell'antico complesso termale si data al 1971, quando furono compiuti dei lavori presso le moderne terme di San Saturnino. Una successiva campagna di scavo, nel 1983, mise in luce il "calidarium" con i mosaici.
Bibliografia
R. Zucca, "Aquae Lesitanae", in [i]Multas per gentes. Studi in memoria di Enzo Cadoni[/i], Sassari, EDES, 2000, pp. 441-451.
Dopo l'uscita da Sassari verso la SP dell'Argentiera, si attraversa il territorio della Nurra, parzialmente bonificato, fino al villaggio rurale di Palmadula dove si imbocca la strada per Porto Palmas. Il contesto ambientale La miniera dell'Argentiera è situata in una felice posizione, dove si concludono due piccole valli separate da un'altura che domina l'agglomerato nella cala di San Nicolò. Descrizione Interessata nel 1838 da un'avventurosa esplorazione dello scrittore francese Honoré de Balzac, finita in modo estremamente negativo, la miniera fu rilevata a metà Ottocento da una società belga, alla quale subentrò la Società di Corr'e boi, che la dismise nel 1963. La fase più fortunata dell'Argentiera arriva fino agli anni Quaranta anche con una notevole espansione di costruzioni. I tre nuclei principali Miniera Vecchia, Plata e Argentiera sono vicini al mare con un andamento articolato delle strade, derivato dalle curve di livello del territorio. Il primo insediamento si è sviluppato a monte lungo i lati della strada, mentre il successivo nucleo della laveria e degli impianti industriali verso il mare hanno favorito la nascita di uno spiazzo, che oggi appare stravolto da discutibili interventi: una sorta di rotonda con un arredo urbano del tutto stonato rispetto alle preesistenze, derivata da un piano di conversione turistica, bloccato nel 1981 dal pretore di Sassari per irregolarità e abusi. Vi sono poi gli edifici isolati - l'asilo, la chiesa, il cinema, la foresteria - e disseminati in un ampio spazio. La singolarità dell'Argentiera è dato dalla laveria, realizzata con un materiale del tutto insolito - il legno pitch-pine - per rendere più leggera la struttura e più facili le sostituzioni di parti deteriorate. L'esterno presenta una serie di volumi aggregati a livelli diversi, mentre l'interno, ormai abbandonato, conserva ancora elementi meccanici degradati. Sono interessanti anche alcune costruzioni legate al linguaggio razionalista: la sede della direzione rivela modi aggiornati e funzionali, con volumi geometrici su 'pilotis' e finestre in lunghezza, la copertura a terrazza e ringhiere metalliche. Contrariamente al solito, la palazzina non sovrasta l'agglomerato ma è riparata sotto un costone parallelamente alla vallata, per evitare i venti prevalenti. Conserva ancora le palme come elemento distintivo del verde circostante. La chiesa, invece, costruita negli anni Quaranta al culmine di una lunga scalinata, domina l'insediamento, mentre il cinema è collocato a ridosso del mare. Anche il dopolavoro è costruito razionalmente e si adatta all'andamento semicircolare del sito in cui sorge, oggi pesantemente alterato dagli interventi di ristrutturazione turistica. Gli edifici residenziali, in genere a due piani, sono variamente distribuiti intorno agli impianti principali ed hanno in genere volumi semplici e sottolineati da avancorpi, nel caso delle abitazioni plurifamiliari risalenti al primo Novecento. La miniera fa parte del Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna, riconosciuto dall'UNESCO.
La spiaggia della Marina di Sorso può considerarsi una delle più suggestive spiagge della zona. La sua acqua cristallina, la sua sabbia costituita da granelli di sabbia bianca a grana fine e la vegetazione spontanea (ginepri, cardi, palme nane e gigli di mare) rendono quest'angolo di costa uno tra i più frequentati della zona. La spiaggia, molto estesa, è contigua a quella di Platamona, ed è lambita da un mare di un azzurro intenso. E' molto frequentata anche perché facilmente accessibile, attraverso diverse entrate a pettine che la congiungono alla strada principale, ed anche per il fatto che offre numerose comodità tra le quali l'ampio parcheggio.
Marina di Sorso si trova nella località omonima, nel comune di Sorso. E' raggiungibile percorrendo la strada provinciale 81 da Platamona a Castelsardo.
La spiaggia dispone di svariati servizi di ristoro quali bar e ristoranti. Per i viaggiatori che vogliono soggiornare nella zona c'è la possibilità di pernottare nell'albergo che sorge presso la baia, mentre quelli che preferiscono una vacanza più avventurosa e indipendente possono portarvi le attrezzature adatte per campeggiare. Sulla spiaggia si trovano inoltre stabilimenti in cui si possono noleggiare patini con cui esplorare il tratto costiero. Nelle giornate ventose la spiaggia è meta ideale per gli appassionati di surf e di windsurf, mentre i suoi fondali limpidi sono un invito irresistibile per i subacquei. La pineta che sorge dietro le dune scherma e protegge le coltivazioni, soprattutto i vigneti, che producono vini molto pregiati.
Di fronte all'isola Piana e all'Asinara, nei pressi di Stintino, il paradiso della spiaggia della Pelosa domina il paesaggio con il candore del suo arenile e la trasparenza delle sue acque. Ai piedi di Capo Falcone si estendono le spiagge di finissima sabbia bianca e dalle acque con sfumature cromatiche che vanno dal turchese all'azzurro. A nord sono delimitate dalla torre della Pelosa, imponente costruzione seicentesca che troneggia sul litorale. Sulla zona si staglia anche l'antica torre saracena detta del Falcone, in roccia granitica, raggiungibile a piedi o con fuoristrada. Il paesaggio tra la spiaggia e le isole antistanti appare come un mondo ricco e vario sopra e sotto il mare. I fondali possiedono dei colori particolari che lo rendono unico nel suo genere.
Da Sassari, ci si immette sulla SS 131, in direzione Porto Torres; all'ingresso della cittadina si svolta a sinistra, e si prosegue in direzione Stintino. Prima di giungere al paese, prima della Torre Spagnola, sulla destra inizia una stradina asfaltata che porta alla Spiaggia delle Saline. Dopo 300 m dal ponte sullo stagno di Casaraccio, si trova un incrocio: si giri a sinistra e si imbocchi la circonvallazione, proseguendo sino all'incrocio con la strada che torna al paese, dove bisogna girare a sinistra e proseguire sino alle spiagge. Da Stintino le spiagge si raggiungono anche con i servizi di navetta.
Parcheggio, bar, ristorante.
La spiaggia de La Pelosetta è delimitata a nord da Capo Falcone. Presenta in larga misura scogli ed uno scarso arenile. La sua bellezza deriva dalla sua scenografica ubicazione di fronte all'isolotto della Pelosa, mentre a destra si trovano le isole Piana e l'Asinara. È interessante anche la possibilità di accedere all'isolotto attraverso un guado naturale circondato da un mare meravigliosamente limpido.
La Pelosetta si trova in località La Pelosa, nel comune di Stintino. È raggiungibile percorrendo la SP 34; oltrepassato il centro di Stintino, bisogna seguire le indicazioni per la spiaggia.
Vicino alla spiaggia, frequentatissima dai turisti, si trovano servizi di ristoro quali albergo, ristorante e bar.
Il Lido di San Giovanni può essere considerato una delle spiagge più suggestive dell'intera costa di Alghero. L'ampio arenile, il cui confine con l'abitato algherese è sottolineato da un filare di palme, con una impalpabile sabbia bianca, è bagnato da un mare dalle straordinarie tonalità di azzurro.
La spiaggia del Lido San Giovanni si trova nel comune di Alghero, dal cui centro è facilmente raggiungibile. E' sufficiente seguire le indicazioni per il Lido, percorrere la passeggiata Busquet: la baia si distende fra via Garibaldi e via Lido, a nord del centro storico.
La spiaggia del Lido San Giovanni è molto amata non soltanto per la sua bellezza e vicinanza con la città, ma anche per il fatto di essere dotata di numerosi servizi. E' presente uno stabilimento balneare per offrire comfort e comodità ai bagnanti, che possono trascorrere intere giornate nella spiaggia noleggiando sdraio e ombrellone. A questo si aggiunge l'opportunità di pernottare in albergo, di fruire di un bar, di pasteggiare in ristorante. Chi invece ha la passione per una vacanza avventurosa pur senza rinunciare al conforto dei servizi può raggiungere la spiaggia munito di attrezzature per il campeggio: è consentito il camping. Fra l'altro,il Lido è adeguato per essere frequentato dalle famiglie con bambini, che possono anche gioire nel Parco giochi d'acqua. I suoi fondali sono esplorabili dai subacquei, osservare le meraviglie sottomarine con l'uso di pinne e bombole. E' una spiaggia molto frequentata anche perché può essere agevolmente praticata dai diversamente abili ed è munita di parcheggio.