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necropoli di Locci Santus

necropoli di Locci Santus

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Da San Giovanni Suergiu si esce per Carbonia sulla SS 126. Al km 11 si svolta verso la Località di Is Puxeddus, poi verso Is Urigus. Su questa strada, dopo aver percorso 1 km si arriva ad un incrocio nel quale si gira a sinistra; si prosegue per circa 1,6 km, arrivando vicino ad un traliccio dell'alta tensione sulla destra della strada. Da questo punto inizia la strada che sale sulla cima della collina, sulla quale si vede un fortino a destra del quale si trovano un nuraghe e le domus de janas. L'ultimo tratto di strada è percorribile solo a piedi.

Il contesto ambientale
La necropoli è scavata nella tenera trachite del versante S di Punta Gannau; domina dal modesto rilievo vulcanico le fertili pianure che sconfinano a S verso il suggestivo habitat naturale costiero di Santa Caterina e Cortiois e sull'istmo di Sant'Antioco, ancora segnato - tra le riaffioranti tracce d'antichi abitati - dai giganteschi menhir aniconici di Su Para e Sa Mongia.

Descrizione
La necropoli comprende 13 tombe, ma è molto probabile che la fitta vegetazione nasconda gli ingressi di altri ipogei. Le domus sono prevalentemente pluricellulari, anche se il numero dei vani non è molto elevato. Lo schema planimetrico, rilevabile solo in parte in alcuni di esse a causa del cattivo stato di conservazione, è quasi sempre a proiezione longitudinale, con padiglione d'ingresso (m 1,68 x 1,20 x 1 di altezza), anticella - talvolta di pianta semicircolare (m 2,05 x 2,85 x 1,60 di altezza) - e grande camera quadrangolare (m 2,48 x 2,38 x 1,50 di altezza). Le tombe si articolano in svariate cellette a forno, in numero da due a cinque, sopraelevate rispetto al piano pavimentale; gli ingressi a questi ambienti presentano talvolta portelli abbelliti da rincassi a cornice.
L'indagine archeologica del padiglione d'ingresso della Tomba IV ha restituito un'importantissima sequenza stratigrafica che consente di valutare l'ampio arco cronologico-culturale della necropoli, compreso tra i primi secoli del terzo millennio e i primi secoli di quello successivo. Da questa necropoli provengono materiali di cultura Ozieri, Filigosa, Abealzu, Monte Claro, del Vaso Campaniforme e Bonnanaro.
Da un imprecisato ipogeo di Locci Santus proviene anche un idoletto in tufo trachitico (cm 27,5 di altezza) di forma ogivale e di sezione piano convessa. Il capo, espresso anteriormente in forma grossomodo romboidale, non presenta elementi fisionomici. Alla vita mostra una serie di quadrati inscritti; i fianchi – appiattiti - presentano una leggera scanalatura verticale. Sul dorso esibisce una larga fascia orizzontale delimitata da incisioni parallele. Un triangolo nella zona della nuca potrebbe essere la stilizzazione di un copricapo. Lo schema figurativo a ogiva riproduce in miniatura quello delle statue-menhir del Sarcidano e della Barbagia di Belvì e del Marghine.

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