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Università di Sassari

Sassari è la seconda città dell'isola. L'Università è nel centro storico.

Il contesto ambientale
La sede storica dell'Ateneo sassarese si trova ai margini del centro antico.

Descrizione
L'Università degli Studi di Sassari è ospitata in un edificio che racchiude la storia plurisecolare dell'istituzione, fondata nel 1632.
La parte posteriore, situata lungo il corso Margherita di Savoia, è segnata con grande evidenza dai grandi archi di rinforzo della ex Casa Professa gesuitica, mentre l'ampia facciata principale si affaccia sulla piazza Università, includendo due corpi preesistenti riuniti in un nuovo progetto affidato all'ing. Raffaello Oggiano come adattamento della vecchia sede. La veste formale del fabbricato rientra nello stile "ministeriale" degli edifici di istruzione pubblica, diffuso ampiamente anche a Cagliari, ma su modelli accademici romani.
L'attuale lunga e ripetitiva facciata si differenzia solo nella parte centrale per la maggiore ampiezza delle aperture con grandi finestre tripartite, sottolineate da membrature verticali in pietra artificiale di colore rosso.
Anche l'ampio e luminoso cortile riprende semplificandole le membrature dell'esterno, mentre l'atrio ha un sobrio rivestimento di travertino nei pilastri cruciformi e nelle pareti, che contengono gli antichi stemmi dell'Università, data la sistemazione realizzata nel 1940 da Filippo Figari con il concorso degli allievi dell'Istituto d'Arte.
La decorazione dell'aula magna è invece il risultato di due concorsi (1926 e 1927), vinti da Mario Delitala. I soggetti dei grandi dipinti riguardano episodi di storia sassarese ("Il fondatore del primo collegio di studi Alessio Fontana consegna e spiega il suo testamento, La scuola di anatomia, Il Comune di Sassari ottiene dalla Cancelleria regia di Madrid la Carta Real, Lettura solenne del Decreto Bogino del 1766", quest'ultimo ritoccato e ridatato 1947 dallo stesso Delitala). I due pannelli laterali con "Libro e moschetto" e i ritratti di Vittorio Emanuele III e di Mussolini furono rimossi dopo la caduta del regime.
Altre decorazioni di Delitala (1933) sono nelle sale del rettore e del consiglio d'amministrazione e nella segreteria.

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