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forte San Vittorio

forte San Vittorio

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Dalla piazza Carlo Emanuele si seguono il corso Battellieri e il viale Osservatorio Astronomico che fiancheggia il canale delle saline.

Il contesto ambientale
Dalla torre si gode di un ottimo panorama con possibilità di avvistamento delle torri di Portoscuso, Calasetta e Cala Domestica.

Descrizione
Carloforte, rifondata per volontà della monarchia sabauda nel 1738, ha un aspetto tipicamente ligure. Le strade sono strette e cavalcate da archivolti come i "carugi" genovesi. Le case, oggi di colori vivaci, mantengono dell'originaria tinteggiatura in bianco di calce le cordonate delle rampe e dei marciapiedi. Hanno due piani e sono dotate di "galaie" (balconi): si tratta di architettura domestica tipicamente sette-ottocentesca.
Fulcro dell'impianto urbanistico del borgo di pescatori è la parrocchiale di San Carlo Borromeo il cui prospetto si integra con i palazzi adiacenti, crea l'omogeneità spaziale con la piazza antistante e soddisfa quell'esigenza di massimo effetto scenografico in rapporto al contesto urbanistico e ambientale, a cui tendevano gli architetti barocchi. Le linee di perimetrazione degli edifici disegnano le quinte del teatro urbano, plasmano i vuoti attraverso delicate armonie e precisi equilibri proporzionali giocati sull'illusione e la leggerezza della compenetrazione tra interni ed esterni.
Un documento dell'Archivio di Stato di Cagliari dice che nel 1738 l'ingegnere militare Augusto Della Vallea, che ricopriva anche l'incarico di Commissario Regio, lavorava in quel momento al nuovo assetto urbano.
Per quanto riguarda i sistemi difensivi edificati a protezione dell'abitato, dalla relazione inviata dal Commissario al viceré in data 29 agosto dello stesso anno, si rileva come le fortificazioni fossero già a buon punto ed estese "per tutta la circonferenza dell'abitato" da costruire. Il loro tracciato racchiudeva tutta quella parte di terreno conosciuta oggi col nome di "castello" ed era intercalato da bastioni denominati di San Carlo, Rivarolo, San Lorenzo, San Maurizio, Beato Amedeo e San Vittorio.
In base alle "Convenzioni" del 1737 oltre al Castello (intitolato a Carlo Emanuele III), per la difesa di Carloforte si sarebbe dovuta costruire anche una torre all'entrata del porto, precisamente nella località denominata "Spalmatore di dentro" o "Spalmadoreddu".
Da un verbale dell'epoca intitolato "Memoria Torre nel Spalmatore" si ha notizia della solenne cerimonia della benedizione e posa della prima pietra che avvenne il 12 marzo 1768. In omaggio a Vittorio Amedeo III re di Sardegna, la torre fu chiamata Forte San Vittorio. Le spese per la dotazione delle artiglierie furono a carico della Real Cassa, come già avvenuto per il Forte Carlo Emanuele III e come disposto con "Regio Viglietto" del 4 giugno 1772.
La torre-forte è utilizzata attualmente dall'Istituto di Astronomia dell'Università di Cagliari come Osservatorio ed è costituita da una torre centrale a cui si addossano tre torrioni di circonferenza minore. La struttura interna compone una sorta di corridoio anulare voltato a botte che corre tutt'intorno all'ambiente centrale sovrastato da una piccola cupola. Nei punti di sovrapposizione tra la struttura centrale e i torrioni addossati, il corridoio anulare si amplifica fino a formare tre ambienti quadrangolari illuminati da una feritoia strombata all'esterno.

Storia degli studi
La torre è compresa nelle opere sulle fortificazioni costiere in Sardegna.

Bibliografia
G. Vallebona, [i]Carloforte. Storia di una colonizzazione (1738-1810), [/i]Carloforte, 1962;
M. Cabras, "Le opere del De Vincenti e dei primi ingegneri militari piemontesi in Sardegna nel periodo 1720-1745", in [i]Atti del XIII congresso di Storia dell'Architettura, Sardegna[/i], Roma, 1966;
T. Kirova-D. Fiorino, [i]Le architetture religiose del barocco in Sardegna[/i], Cagliari, 2002.

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