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abitato di Monte Sirai

abitato di Monte Sirai

Carbonia, Monte Sirai

Dalla SS 130 da Iglesias si prende la SP 126 in direzione di Sant'Antioco. Oltrepassato lo svincolo per Carbonia, al km 17 si svolta a d. e si seguono le indicazioni. La strada prosegue lungo il fianco del monte fino al pianoro sommitale. L'area archeologica è dotata di strutture ricettive e ampio parcheggio.

Il contesto ambientale
L'insediamento sorge a pochi chilometri dalla costa, su un pianoro a 191 m s.l.m. È in posizione strategica, di controllo del bacino minerario dell'Iglesiente e della valle del Cixerri, raccordo tra il Sulcis e le fertili pianure del Campidano.

Descrizione
Le prime tracce di vita si estendono dal Neolitico all'età nuragica.
Come centro urbano, forse fondato dai Fenici di Sulky o di Portoscuso, Monte Sirai risulta stabilmente abitato già attorno al 730 a.C. L'insediamento subcostiero si trova in una regione ricca di risorse minerarie e a diretto contatto con numerosi insediamenti nuragici.
Il periodo propriamente fenicio (VIII-VI secolo a.C.) risulta documentato in ambito sia abitativo sia funerario.
Sull'acropoli sono state indagate alcune abitazioni, tra cui la "casa del lucernario di Talco", che restituiscono l'immagine di un florido centro che si consolida tra VII e VI secolo a.C., quando il tessuto urbano raggiunge dimensioni considerevoli.
Le abitazioni, edificate su quattro isolati disposti in senso longitudinale, erano costituite da vani articolati attorno ad una corte centrale, vero fulcro di tutte le attività domestiche. La presenza di piani sopraelevati, di muri intonacati e di canalizzazioni per il deflusso delle acque evidenziano la perizia delle tecniche costruttive.
Un santuario con cella bipartita dedicato alla dea Astarte (la cui statua di culto si conserva nel Museo Archeologico Nazionale di Cagliari) venne edificato riutilizzando in parte alcune precedenti strutture di un nuraghe monotorre.
Nell'area della necropoli alcune tra le numerose sepolture ad incinerazione e alcune inumazioni si riferiscono ad individui infantili e di sesso femminile. Questo fatto, come pure la totale assenza delle armi tra gli elementi di corredo delle sepolture maschili, sembrano indicare come l'insediamento sia stato concepito principalmente per un uso civile.
Questo contrariamente alla funzione militare e di centro fortificato, proposta in passato per Monte Sirai, che è stata ormai definitivamente ricondotta ad una breve parentesi nell'intera storia dell'insediamento. Infatti le mura di Monte Sirai furono erette attorno ai primi anni del IV secolo a.C. (375 a.C.) e durarono in opera fino allo smantellamento seguito alla conquista romana del 238 a.C. Gli eventi storici che segnarono la fase di passaggio alla dominazione punica hanno lasciato tangibili tracce in termini di stratificazione archeologica. Infatti, alla fine del VI secolo a.C. le tipologie tombali mutarono radicalmente con l'introduzione dell'inumazione in sepolcri ipogei con corto "dromos" d'accesso.
Nel settore abitativo si sono riscontrate cospicue tracce di distruzione nei livelli di vita della seconda metà del VI secolo a.C., attribuibili all'offensiva cartaginese. Durante i primi anni del V secolo a.C. si assiste, pertanto, ad una fase di recessione economica che si traduce in un forte ridimensionamento del tessuto abitativo che comporta il totale abbandono di aree in precedenza utilizzate anche per scopi abitativi.
In seguito, nel corso del IV secolo a.C. si registra una sostanziale ripresa con l'apprestamento delle fortificazioni e l'installazione del "tofet", mentre nel corso della prima metà del III secolo a.C. il notevole sviluppo urbanistico comportò una rivitalizzazione di aree in precedenza defunzionalizzate.
Il definitivo abbandono del pianoro avvenne verso la fine del II secolo a.C. (110 a.C.), probabilmente a causa della repressione dell'attività di brigantaggio ad opera degli eserciti romani. Questo sembrerebbe suggerito dalla totale assenza di piccoli oggetti negli ultimi livelli di vita dell'abitato in cui sussistono unicamente i manufatti di grandi dimensioni, chiaro sintomo di un abbandono repentino. Le ultime tracce di una sporadica frequentazione del pianoro sono costituite da una moneta del IV secolo d.C. rinvenuta nell'area del tofet e da un reperto ceramico del VII secolo d.C. dalla cisterna del tempio sull'acropoli.

Area archeologica di Monte Sirai

Vedi la pianta e le sezioni del monumento

Storia degli studi
Gli scavi archeologici, iniziati nel 1963 da Sabatino Moscati e Ferruccio Barreca, sono tuttora in corso a cura di Piero Bartoloni.

Bibliografia
P. Bernardini, "Le origini di Sulcis e Monte Sirai", in [i]Studi di egittologia e di antichità puniche[/i], 4 , 1989, pp. 45-66;
P. Bartoloni, "Monte Sirai: genesi di un insediamento", in Incontro "I Fenici", Cagliari, Regione Autonoma della Sardegna, 1990, pp. 31-36;
P. Bartoloni-S.F. Bondì-L.A. Marras, [i]Monte Sirai[/i], collana " Itinerari" , Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1992;
P. Bartoloni, "L'impianto urbanistico di Monte Sirai nell'età repubblicana", in [i]Atti del X Convegno di studio "L'Africa Romana"[/i] (Oristano, 11-13 dicembre 1992), Sassari, Gallizzi, 1994, pp. 817-829;
P. Bartoloni, [i]La necropoli di Monte Sirai[/i], Roma, Istituto per la civiltà fenicia e punica, 2000;
[i]Monte Sirai. Le opere e i giorni[/i], a cura di P. Bernardini, C. Perra, Carbonia, 2001;
P. Bartoloni, "Monte Sirai 1999-2000. Nuove indagini nell'insula B", in [i]Rivista di Studi Fenici[/i], 30, 2002, pp. 41-46;
P. Bartoloni, Monte Sirai, collana "Sardegna archeologica. Guide e Itinerari", Sassari, Carlo Delfino, 2004.

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