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chiesa dei Novelli Innocenti

chiesa dei Novelli Innocenti

Carloforte, chiesa dei Novelli Innocenti

Carloforte, nell'isola di San Pietro, si raggiunge via mare, da Calasetta o da Portovesme. La chiesa dei Novelli Innocenti è vicina all'abitato. Dalla piazza San Carlo, su cui si affaccia l'omonima parrocchiale, si imbocca a d. la via Pastorino. Seguendo poi per via XX Settembre e via V. Corvetto si giunge in via dei Novelli Innocenti.

Il contesto ambientale
Secondo la tradizione l'isola di San Pietro deve il suo nome al passaggio dell'apostolo, quando, durante un viaggio dall'Africa a Roma con tappa a Cagliari, una tempesta lo costrinse a sbarcare nell'isola.
Questa tradizione è citata dal Bonfant nel suo "Trionfo dei Santi in Sardegna" e dall'abate Martino Carrillo, Visitatore Generale del Re di Spagna, il quale nella relazione a Filippo III (re di Spagna, Napoli, Sicilia e Portogallo tra il 1598 e il 1621) riferisce che sebbene l'isola fosse disabitata vi era stata costruita una chiesa in memoria del Santo Apostolo e che gli abitanti di Cagliari e di Sulci (attuale Sant'Antioco) ne celebravano la festa il 29 giugno passando davanti all'isola in processione di barche. La chiesa sorge alla sommità della collina delle Fontane, in un paesaggio spettacolare, nel verde di una pineta arricchita da rari esemplari di pino d'Aleppo.

Descrizione
L'attuale impianto tardobarocco sorge sulle rovine di una duecentesca chiesa dedicata ai Novelli Innocenti, a ricordo di un naufragio in cui perì una parte di quei fanciulli che, intorno al 1212, nel confuso movimento di preparazione alla quinta crociata, si avventurarono nella semileggendaria "Crociata dei fanciulli". Due dei sette vascelli partiti da Marsiglia vennero inghiottiti dal mare in tempesta, davanti alla costa S/O della Sardegna, nelle vicinanze dell'isola di San Pietro, nella quale papa Gregorio IX diede ordine che venisse eretta una chiesa in loro memoria. I ragazzi sistemati negli altri vascelli, giunti in Siria, furono venduti come schiavi.
La chiesa, per quanto incerta possa essere la sua iniziale dedicazione, doveva esistere sull'isola fin da epoca medievale. Fu l'unico riferimento religioso per il nucleo iniziale di Liguri provenienti da Tabarca ai quali, nel 1736, era stata data la concessione del suolo da parte di Carlo Emanuele III, considerato il re fondatore.
Il rifacimento della piccola chiesa si deve, con tutta probabilità, all'ingegnere militare piemontese Augusto della Vallea. In un documento dell'Archivio di Stato di Cagliari si legge che nel 1738 il Della Vallea stava lavorando al nuovo assetto urbano e che "costruì anche la chiesa". Non può trattarsi certamente della parrocchiale dedicata a San Carlo, in cui fu adottato per la facciata uno schema tanto aderente al modello classicistico quanto lontano dallo stile così personale del Della Vallea, permeato di cultura tardobarocca.
La chiesa dei Novelli Innocenti manifesta nella sua esemplare semplicità un evidente carattere piemontese. Dagli alti muri bianchi della strada svetta il prospetto della chiesa forato da una finestra reniforme, riquadrata entro due forti lesene che attraversano verticalmente la modesta ma armoniosa facciata. Le lesene si incrociano con una cornicetta marcapiano ben sagomata e con una cornice aggettante posta superiormente a mo' di cimasa. La facciata è coronata da un attico con timpano triangolare e da pinnacoletti alla maniera dello Juvarra, partito, questo, su cui il Della Vallea insiste, per esempio, nei disegni degli apparati per le onoranze funebri realizzati in occasione della morte del viceré Girolamo Falletti di Castagnola e di Barolo, morto a Cagliari il 5 luglio 1735. L'interno è ben proporzionato e ha di notevole la bella volta ribassata che copre l'aula unica.

Storia degli studi
La chiesa è richiamata in diversi testi sull'architettura settecentesca in Sardegna.

Bibliografia
G. Vallebona, [i]Carloforte. Storia di una colonizzazione (1738-1810)[/i], Carloforte, 1962;
M. Cabras, "Le opere del De Vincenti e dei primi ingegneri militari piemontesi in Sardegna nel periodo 1720-17452", in [i]Atti del XIII congresso di Storia dell'Architettura. Sardegna[/i], Roma, 1966;
[i]Studio monografico sulla città di Carloforte[/i], Cagliari, 1974;
V. Mossa, [i]Dal Gotico al Barocco in Sardegna[/i], Sassari, 1982;
S. Naitza, [i]Architettura dal tardo '600 al Classicismo purista[/i], collana "Storia dell'arte in Sardegna", Nuoro, Ilisso, 1992, pp. 91-92;
V. Mossa, [i]Vicende dell'architettura in Sardegna[/i], Sassari, 1994.

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