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torre spagnola

torre spagnola

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Dalla SS 126 da Iglesias, dopo il secondo ingresso per Gonnesa, si imbocca sulla d. la panoramica per Portoscuso. Da Carbonia, al bivio di Sirai, si imbocca la SP per Portoscuso.

Il contesto ambientale
La torre di Portoscuso è adagiata su un'altura che domina il piccolo centro marittimi, tra la piccola cala della Ghinghetta e la scogliera di Porto Paleddu. Localizzazione strategica da cui è possibile mantenere il contatto visivo con le altre torri costiere (Calasetta e Carloforte).

Descrizione
La torre di Portoscuso si presenta in ottime condizioni architettoniche e statiche. Ha forma geometrica troncoconica ed è costituita da un solo piano illuminato da 8 finestroni. Il periodo storico della sua probabile edificazione varia: è il 1577 secondo la Carta di Rocco Cappellino oppure il 1639 secondo la Carta di Francesco Vico.
L'accesso alla torre avviene per mezzo di un'unica apertura localizzata a circa 3,5 m da terra, raggiungibile per mezzo di una scala a 16 gradini.
L'interno presenta un'eccezionale volta a cupola senza pilastro centrale con costoloni di irrigidimento che si incrociano in corrispondenza dell'imboccatura della sottostante cisterna. La struttura voltata è realizzata con pietre non squadrate. Le sole parti costruite con pietra squadrata sono i pilastri e le nervature a costoloni di irrigidimento.
All'esterno corrono mensole a sbalzo che fungono da coronamento alla terrazza superiore su cui erano collocati i cannoni di maggior calibro. Il pavimento della terrazza era impermeabilizzato con bitume e le acque piovane venivano convogliate in un unico punto, nel perimetro interno della terrazza, e scaricate nella cisterna attraverso un tubo. Questi pluviali erano realizzati, normalmente, con tegole curve, coppi binati, in modo da formare il tubo di scarico. L'accesso alla terrazza avviene per il tramite di una scala interna al muro perimetrale costituita da gradini in pietra lavorata.
Per quanto riguarda le modalità costruttive si osserva che la muratura è realizzata secondo la cosiddetta tecnica a "cassetta" o a "doppia cortina", nel senso che è costituita da due paramenti murari, uno esterno e uno interno fatti in pietre non squadrate e allettati con malta bastarda. L'interstizio tra i due setti veniva riempito con un impasto di pietre e malta.
Per la sua realizzazione furono utilizzati lave e tufi vulcanici della zona. Gli elementi esterni a sbalzo sono in ignimbriti con venature di tufo vulcanico.
La torre di Portoscuso appartiene alla categoria delle cosiddette "torri gagliarde" (difesa pesante). Si trattava delle torri più grosse e, dall'inventario eseguito nel 1767 dal Ripol, risulta che queste torri erano, in genere, dotate di quattro cannoni di grosso calibro, due spingarde e cinque fucili. La guarnigione era composta da un alcaide, un artigliere e quatto soldati.

Storia degli studi
La torre è compresa nelle principali opere sulle fortificazioni costiere in Sardegna.

Bibliografia
F. Fois, [i]Torri spagnole e forti piemontesi in Sardegna[/i], Cagliari, La Voce Sarda, 1981;
F.C. Casula, "[i]Presenza turca in Sardegna in epoca moderna[/i]", in Atti del simposio di ricerche di studi per uno sviluppo scientifico dei rapporti italo-turchi, Milano, 1981;
G. Sorgia, [i]La Sardegna spagnola[/i], Sassari, Chiarella, 1982;
G. Montaldo, [i]Le torri costiere in Sardegna[/i], Sassari, Carlo Delfino, Sassari 1992.

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