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chiesa di Santa Maria della Neve

chiesa di Santa Maria della Neve

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Dalla SS 130 (Cagliari-Iglesias) si imbocca l'uscita per Domusnovas-Villamassargia-Carbonia e si percorre verso S, per circa 4 km, il rettilineo che collega Domusnovas con Villamassargia. La chiesa è all'ingresso dell'abitato, di cui è la parrocchiale.

Il contesto ambientale
Villamassargia è un centro agro-pastorale disteso a raggiera tra la provinciale (pedemontana) e le falde dell'altura arenaceo-marnosa del Monte Exi (m 369). Restano pochi ruderi delle mura, un tempo importanti dato che Villamassargia, con Domusnovas e con la munita città di Iglesias, completava il sistema difensivo eretto dai Pisani a protezione della valle e dell'area mineraria. Conserva testimonianze della sua importanza storica soprattutto negli edifici religiosi edificati nel XIII-XIV secolo durante la signoria dei Donoratico della Gherardesca.

Descrizione
Nella parrocchiale di Santa Maria della Neve sono riconoscibili tre fasi costruttive: all'impianto originario (primi decenni del XIII sec.) sono riferibili l'aula tre navate e i tozzi pilastri di derivazione cistercense; a una ristrutturazione successiva di qualche decennio risale l'alzato della navata centrale con le mensole (due recano sculture romaniche) a sostegno della copertura lignea; in una terza fase costruttiva (XVI-XVII sec.) fu modificato, ampliandolo, lo spazio interno, in forme gotico-catalane riconoscibili nella capilla mayor e nelle otto cappelle laterali, quattro per lato, voltate a botte. Fu trasformata anche la facciata che, pur priva dei contrafforti laterali obliqui, segue ancora la tradizione gotico-catalana del prospetto a fronte con coronamento orizzontale ornato di merli seghettati, schema architettonico presente soprattutto nel Meridione dell'Isola.
Il prospetto si discosta dalla tradizione gotica per il sapiente uso di un modulo quadrato che conferisce alla facciata proporzioni rinascimentali. Nella liscia superificie muraria, appena vibrata da un sottile pittoricismo giocato sulla sobria differenziazione delle tonalità della pietra trachitica, sono inseriti elementi di archetti polilobati, caratteristici del Gotico fiorito, che, con tutta probabilità, costituivano la decorazione architettonica della più antica facciata.
Il portale a tutto sesto, incorniciato da due semicolonne lisce, è sovrastato da un timpano curvilineo spezzato per l'inserimento seriore di una finestra rettangolare che taglia a metà anche il soprastante rosone.

Storia degli studi
La chiesa è stata presa in esame soprattutto per gli scarsi residui della fase d'impianto in età tardoromanica.

Bibliografia
R. Coroneo, [i]Architettura romanica dalla metà del Mille al primo '300[/i], collana "Storia dell'arte in Sardegna", Nuoro, Ilisso, 1993, pp. 250-275.

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