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Giba

Giba

Giba, spiaggia di Porto Botte

Il paese, disteso sul versante occidentale dei colli Arcu Sa Cuxu e Montixeddu, è formato da due centri abitati: Giba e la frazione di Villarios. Il borgo antico sorge nelle vicinanze dell'invaso artificiale realizzato intorno agli anni '50 con scopi irrigui, mentre la recente espansione urbanistica coinvolge la località di Semuras, a sud-est del paese, coperta da una ricca macchia mediterranea e ulivi secolari. Il territorio su cui si sviluppa il paese di Giba è costellato da terreni molto fertili che hanno favorito lo sviluppo di attività agro-pastorali: qui, infatti vengono prodotti ottimi formaggi e coltivati uva, pomodori ed eccellenti carciofi. La zona ha conosciuto la presenza umana fin dall'antichità, come dimostra la presenza di domus de janas risalenti al 3500 a.C. e di alcuni nuraghi. Esistono poi tracce che dimostrano il passaggio dei Romani in quest'area. Alcuni ritengono che il paese sia stato fondato durante le invasioni vandaliche: i nuovi conquistatori deportarono in Sardegna numerosi nordafricani della Mauritania, che si mescolarono con gli abitanti del luogo e lasciarono così in eredità i loro tratti somatici, ancora molto evidenti tra la popolazione sulcitana, tanto che essa viene tutt'ora soprannominata "maurreddina".
 
Verso la fine dell'anno Mille arrivarono i monaci cassinesi e vittorini, che iniziarono a edificare i loro monasteri. Essi divennero guide, non solo spirituali, per la povera gente che viveva in queste terre. Il 14 giugno 1323 di fronte alla spiaggia di Porto Botte, a poca distanza dal paese, l'infante Alfonso sbarcò con la sua flotta dando inizio alla conquista aragonese dell'Isola. Dal '500, a causa delle continue incursioni barbaresche e dello spostamento della sede vescovile a Iglesias, il territorio iniziò a spopolarsi e a decadere. Caratteristica principale di Giba è senz'altro l'acqua: il paese è, infatti, circondato da mare, stagni e un lago artificiale. La spiaggia di Porto Botte, protagonista involontaria di un importante momento storico per l'Isola in quanto sede scelta dagli Aragonesi per il loro sbarco sull'Isola nel 1323, ha avuto il suo momento di maggiore vitalità intorno agli anni '50, quando fu dotata di stabilimenti balneari, di cui oggi purtroppo rimangono solo i ruderi. Oggi questa spiaggia è ancora molto frequentata da chi desidera trascorrere qualche ora in piena tranquillità e in questi ultimi anni dagli amanti del Kit Surf. Alle spalle della spiaggia si trova il terzo complesso palustre isolano, lo stagno di Porto Botte, interessante attrazione per chi sia appassionato di bird watching in quanto habitat naturale di fenicotteri rosa, aironi, avocette, cavalieri d'Italia, garzette e falchi di palude. Negli anni '50 fu realizzata una diga con la conseguente formazione del lago di Montepranu; questo, oltre ad essere una preziosa riserva d'acqua, è anche luogo ideale per chi ami la pesca d'acqua dolce poichè le su acque sono ricche di trote, gattucci e carpe. Anche dal punto di vista archeologico Giba offre molte opportunità di visita: oltre alle domus de janas, tra le quali la più antica risale al 3500 a.C. e appartiene alla cultura di San Michele, la zona è costellata di nuraghi. Di questi meritano di essere visti il Nuraghe Meurra, complesso molto interessante che comprende un villaggio e varie tombe dei giganti, e il Nuraghe Villarios, che incorpora un fortino della seconda guerra mondiale. In varie località si trovano resti del periodo romano: vicino al rio Piscinas a Sa Crediedda ci sono i ruderi di una villa e tracce di una strada, mentre a Is Concias ci sono i resti di terme romane, così come nella località di Bettiana. L'arrivo alla fine del primo millennio dei monaci cassinesi e vittorini portò alla costruzione di alcuni monasteri: uno sorge ancora integro nella periferia nord del paese.
 
L'amministrazione comunale ha poi deciso, in collaborazione con l'Università di Cagliari, di realizzare un Parco – Giardino botanico, con il parziale recupero dei ruderi di uno di questi monasteri. Dell'XI secolo è la chiesa di Santa Marta, che sorge nelle campagne di Villarios. Nel vecchio borgo ora distrutto di Villarios, poi, nel XVI secolo fu costruita una torre d'avvistamento, per controllare eventuali azioni di pirateria nel Golfo di Palmas. Nel paese un ruolo importante è ricoperto dall'artigianato tessile, con la confezione di bellissimi tappeti e arazzi realizzati secondo l'antica tradizione con i caratteristici telai. Altri manufatti di pregevole fattura, lavorati a livello familiare e che riscontrano sempre più successo tra i turisti estivi, sono coltelli, cestini e altri oggetti diversi. Da marzo a settembre Giba è sede di numerosi festeggiamenti in onore dei suoi Santi e per la promozione dei suoi prodotti più importanti, quali i carciofi e il famoso pane. Si parte il 19 marzoa Villarios con la festa in onore di San Giuseppe e in contemporanea la Sagra del carciofo, una mostra mercato con degustazioni di piatti a base di questo prelibato ortaggio. Ad aprile si tiene la Mostra delle piante spontanee, seguita dalla Festa Campestre di maggio. Il 29 giugno si festeggia il patrono San Pietro, con una processione che attraversa le vie paesane, durante la quale quattro uomini in abito tradizionale trasportano la statua del Santo, e spettacoli che si protraggono per tre giorni. Il 29 luglio a Villarios nei pressi della chiesetta campestre hanno luogo i festeggiamenti in onore di Santa Marta, mentre la seconda domenica di settembre si festeggia in paese la Madonna del Rimedio. Dal 1994, nella prima decade di agosto, si tiene la Sagra del pane, occasione unica per ricordare l'antico rito della panificazione in tutte le sue fasi. Per quest'occasione vengono allestiti diversi forni tradizionali realizzati con mattoni in fango e realizzata una mostra etnografica su questo tema. Nei tre giorni della festa è possibile degustare i prodotti tipici locali, come la salsiccia, il formaggio e il vino, oltre al prelibato pane di Giba in tutte le sue varianti (civraxiu, pane con olive, con formaggio, con ricotta e con gerda).

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