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Miniera di Ingurtosu

Miniera di Ingurtosu

Arbus, miniera di Ingurtosu

La miniera di Ingurtosu è raggiungibile da Arbus tramite la SS 126 verso S per circa 7 km fino al bivio per il villaggio minerario.

Il contesto ambientale
La miniera si inserisce in un'area di grande interesse ambientale.

Descrizione
I filoni della miniera piombo-zincifera furono concessi alla Sociétè Anonime des Mines de Plomb Argentifère de Gennamari et Ingurtosu fino a vari passaggi di proprietà. Ci furono più volte momenti di crisi, legati anche alle periodiche crisi economiche internazionali e culminati nella seconda guerra mondiale, per giungere infine al trasferimento nel 1964 alla Società Monteponi-Montevecchio, che chiuse gli impianti quattro anni dopo.
Il villaggio si inserisce in un paesaggio che gli accumuli dei materiali nelle discariche contribuiscono a rendere decisamente interessante e, spesso, suggestivo anche per la morfologia mutevole del territorio. Nell'insediamento principale emerge il palazzo della direzione, il cosiddetto "Castello", realizzato intorno al 1870 dall'ingegnere tedesco Georg Bornemann. La facciata più importante, rivestita in pietra e conclusa da una sequenza di archi pensili sotto la copertura, si affaccia sulla valle e mostra una forma compatta sottolineata da finestre ad arco anche bifore, disposte simmetricamente su diversi piani. Attraverso una breve galleria ad arco si entra nella corte retrostante dove spiccano una balconata in legno in forme neogotiche, aggettante, e i paramenti esterni di mattoni con una controventatura lignea, caratteristiche entrambe che richiamano con evidenza le origini nordiche del progettista.
La chiesa di Santa Barbara è una semplice costruzione a capanna con un arco trilobato cieco e un ingresso sormontato da una lunetta che reca tracce di un dipinto deteriorato. L'interno è decisamente più interessante ed ha tre alte navate con pilastri di ordine dorico e coperte da soffitto piano con affreschi e marmi decorativi. Poco lontano, ai piedi della scalinata esterna è il monumento in forma di guglia neogotica, che commemora uno dei proprietari, Lord Brassey, morto nel 1919.
Proprio al gentiluomo inglese è intitolata la laveria Brassey, raggiungibile dal villaggio verso Naracauli: il grandioso edificio riuniva vari fabbricati, ordinati secondo la successione della lavorazione dei minerali. Oggi rimangono poderosi e suggestivi resti su cinque livelli, che unendo pietra, calcestruzzo e mattoni testimoniano i vari momenti di realizzazione. La parte più significativa è la grande bifora con un oculo che la sovrasta.
Raggiungendo il mare lungo le dune di Piscinas, si scorgono i semplici fabbricati della colonia per i dipendenti, ristrutturati a partire dal 1985 per uso alberghiero.
La miniera fa parte del Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna, riconosciuto dall'UNESCO.

Storia degli studi
Gli impianti minerari di Ingurtosu sono menzionati in diverse opere sull'archeologia industriale in Sardegna.

Bibliografia
F. Masala, "Architetture minerarie in Sardegna fra revivals ed eclettismo", in [i]L'uomo e le miniere in Sardegna[/i], a cura di T.K. Kirova, Cagliari, Edizioni della Torre, 1993, pp. 120-123;
S. Mezzolani-A. Simoncini, [i]Sardegna da salvare. Paesaggi e architettura delle miniere[/i], Nuoro, Archivio Fotografico Sardo, 1993, pp. 117-129;
F. Masala, "Gli insediamenti minerari. Forme, architetture, problemi", in [i]Le città di fondazione in Sardegna[/i], a cura di A. Lino, Cagliari, Cuec, 1998, pp. 46-48;
F. Masala, [i]Architettura dall'Unità d'Italia alla fine del '900[/i], collana "Storia dell'arte in Sardegna", Nuoro, Ilisso, 2001, sch. 49;
[i]Eclettismo e miniere. Riflessi europei nell'architettura e nella società sarda tra '800 e '900[/i], catalogo della mostra, a cura di M.B. Lai-P. Olivo-G. Usai, MiBAC [2004], pp. 65-70.

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