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Necropoli di Sa Figu

Necropoli di Sa Figu

Ittiri, necropoli di Sa Figu

La necropoli è situata sul ciglio N dell'altopiano calcareo di Coros, che domina la valle del Rio Mannu, nel Logudoro, regione della Sardegna nord-occidentale. La necropoli comprende 11 ipogei: domus de janas e "domus a prospetto architettonico". La tomba I era composta in origine da cinque camere, ora un unico vano per l'abbattimento delle pareti divisorie. Un'anticella circolare (m 1,52 x 1,40 x 1,10) - con pareti decorate da pannelli verticali inquadrati da lesene e da una fascia alla base – immette nella cella principale, in origine rettangolare, sulla quale si aprivano tre vani disposti a croce: quello s. presentava due nicchie sopraelevate. La tomba II è una domus ristrutturata come "tomba a prospetto architettonico". La sepoltura originale era composta da una piccola anticella e da una cella principale sulla quale si aprivano, a s. e sul fondo, due ambienti secondari oggi riuniti in un unico vano. Sul fronte roccioso fu riprodotta l'esedra (corda m 6,00; freccia m 2,00), scavata e rivestita da lastre ortostatiche. Davanti al portello d'ingresso fu appoggiata una stele centinata della quale si conservano due frammenti della parte inferiore. Sopra la bancata di roccia è realizzato un tumulo delimitato da ortostati (lungh. m 10,40; largh. m 4,00/2,80). La tomba III era in origine composta da un breve padiglione, un'anticella e una cella con quattro vani secondari, in seguito trasformati in un unico grande ambiente. In età nuragica fu realizzata l'esedra, scavata sul fronte roccioso (corda m 6,00; alt. m 1,00) e rivestita da lastre ortostatiche. Al centro dell'emiciclo si ergeva una stele, della quale si conserva la lunetta superiore (largh. m 2,00, alt. m 1,80; spess. m 0,22) riversa sul terreno antistante. La tomba IV è di nuovo impianto. Presenta sulla fronte l'esedra - l'ala s. non è ultimata – con al centro la stele bipartita (largh. m 3,20; alt. m 3,20). Sulla sommità del fronte roccioso sono realizzati tre fori troncoconici e un tumulo a corpo trapezoidale (lungh. m 8,80; largh. m 2,80-2,00; alt. m 1,50-1,30), forse in origine absidato. L'ampia camera funeraria è circolare (diam. m 6,00; alt. m 2,00) e ha il soffitto a forno. La tomba V è scavata su un masso erratico che sembra riprodurre un tumulo rettangolare (lungh. m 1,72; largh. m 2,70; alt. m 2,00) sagomato a botte. La camera funeraria è rettangolare. La tomba VI, ristrutturata, presenta un ampio vano che introduce in tre ambienti minori. Sul fronte roccioso era riprodotta l'esedra originariamente rivestita di lastre. La tomba VII, di nuovo impianto e scavata su un'ampia parete rocciosa, riproduce l'esedra (corda m 7,00; prof. m 0,70) con ali di altezza decrescente verso i lati (alt. m 2,70). Sulla sommità è realizzato il tumulo. All'interno è presente un unico vano trapezoidale – con cinque incavi, una fascia rettangolare e un riquadro - preceduto da un breve corridoio. La tomba VIII, di nuovo impianto, conserva sulla fronte la rappresentazione della stele. Un breve andito introduce nel vano funerario. La tomba IX, pluricellulare, è stata danneggiata dalla realizzazione della tomba IV. È costituita da un "dromos", un'anticella con fossetta e una cella sulla quale si aprono vani secondari (in corso di scavo). La tomba X, è monocellulare con ingresso a pozzetto, mentre la tomba XI è appena individuabile. Il complesso è inquadrabile tra il Neolitico finale e il Bronzo medio. Presso la necropoli sono presenti un nuraghe (protonuraghe?) e un circolo megalitico realizzato con macigni ortostatici, che delimita un'area cultuale semicircolare a ridosso del bordo precipite del pianoro. I materiali rinvenuti sono caratteristici della cultura eneolitica di Monte Claro. Poco più a valle sono scavate le domus de janas di Ochila, alcune riccamente decorate con elementi simbolici e architettonici in rilievo.

Dall'abitato di Ittiri, uscire in direzione di Thiesi e quindi, subito dopo, voltare a sinistra nella Provinciale per Banari. Dopo poco meno di 2 km, si noterà sulla destra una stradina di campagna in salita che si diparte in corrispondenza di una fontana; la si percorre risalendo sull'altipiano, avendo cura di evitare una diramazione a destra che ridiscende alla Strada Provinciale. Dopo circa 1,5 km, poco prima di arrivare al santuario di San Maurizio (dove ha termine il tracciato), si lascia l'auto a margine della strada e si risale la collina a destra, sulla cui cima è ubicata l'area archeologica.

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