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Necropoli di Mandra Antine

Necropoli di Mandra Antine

Domus de janas di Mandra Antine: affresco parietale con schema taurino

Uscire dall'abitato di Thiesi in direzione di Ittiri e dopo aver percorso 2,5 km, svoltare a sinistra per Romana; proseguire per 5,4 km e girare a destra in una strada a fondo naturale, segnalata da un cartello turistico, che dopo 1,5 km conduce alla tomba di Mandra Antine.

Il contesto ambientale
La necropoli è scavata su un costone trachitico, nella regione del Meilogu, nella Sardegna nord-occidentale.

Descrizione
Il complesso è costituito da quattro domus de janas.
Tra le sepolture spicca la tomba III o "tomba dipinta", nota per la raffinatezza dei motivi simbolici e architettonici che decorano con effetto policromatico la cella maggiore.
La domus è composta da quattro vani disposti a "T": una piccola anticella ellittica (largh. m 1,00; prof. m 1,50) introduce nell'ampia camera rettangolare (largh. m 3,60; prof. m 1,60), sulle cui pareti laterali si aprono gli ingressi di due vani ellittici (largh. m 1,10; prof. m 1,66).
Sul lato di fondo dell'ambiente maggiore è presente una complessa composizione a tutta parete, costituita da una falsa porta centralizzata, inquadrata da una fascia dipinta in rosso, sovrastata ed affiancata da cinque bande orizzontali dipinte. La banda superiore, a contatto col soffitto, è dipinta in color antracite; la seconda banda è di color rosso cinabro. Al di sotto, si dispongono, sopra e ai lati della falsa porta, tre bande con vertici ricurvi verso l'alto, dipinte in rosso. Dalla banda mediana pendono sei dischi nerastri (tre per parte), mentre, sullo stesso allineamento, altri due dischi (uno per parte) pendono da due riquadri accostati lateralmente ai vertici ricurvi delle due bande superiori. La parte superiore della falsa porta è ornata al centro da un motivo a sei triangoli accostati e contrapposti per il vertice, dipinti in nero. Una striscia rossa corre alla base della parete.
La composizione raffigura uno schema taurino, con la testa (schematizzata dalla falsa porta centrale) e le corna (rese dalle bande con vertici ricurvi verso l'alto) dell'animale.
Il significato associato alla rappresentazione dei globi pendenti è ancora oggetto di discussione: si potrebbe trattare di "oscilla" apotropaici, ma l'ipotesi più accreditata è che si tratti di dischi solari collegati con i culti dell'acqua o della fecondità.
Una composizione decorativa analoga era, con buona probabilità, dipinta sulla parete opposta, ma i motivi figurativi, conservati solo in parte, risultano poco leggibili.
Singolare appare anche la decorazione del soffitto della cella, che mostra due spioventi appena rilevabili: la volta riproduce a rilievo negativo il trave di colmo e i travetti trasversali (dieci per parte) del doppio spiovente del tetto.
Il soffitto risulta così scompartito in venti riquadri a rilievo negativo bordati di rosso. All'interno dei riquadri sono raffigurati, in color avorio su fondo nero, altri elementi simbolici: spirali, pseudospirali, semicerchi e bande oblique semplici e doppie.
Sul pavimento, in posizione leggermente decentrata, è presente un focolare delimitato da quattro cerchi concentrici scolpiti con coppella centrale.
La tomba è databile al Neolitico finale - Eneolitico.

Storia degli scavi
La tomba III fu scoperta e scavata da Ercole Contu nel 1961.

Bibliografia
E. Contu, "Tombe preistoriche dipinte e scolpite di Thiesi e Bessude (Sassari)", in [i]Rivista di Scienze Preistoriche [/i], XIX, 1964, pp. 233-263;
M. L. Ferrarese Ceruti, "Domus de janas in località Molimentos (Benetutti, Sassari)", in [i]Bullettino di Paletnologia Italiana[/i], XVIII, 76, 1967, pp. 67-135, figg. 1-42;
G. Lilliu, [i]La civiltà dei Sardi dal Neolitico all’età dei nuraghi[/i], Torino, E.R.I., 1975;
E. Castaldi, Il "culto" del toro nella preistoria della Sardegna ed il problema delle tre cavità sull’alto dei prospetti delle tombe di giganti", in [i]Archivio per l'Antropologia e l'Etnologia[/i], CVI, 1976, pp. 439-458;
G. Tanda, [i]Arte preistorica in Sardegna. Le figurazioni taurine scolpite dell'Algherese nel quadro delle rappresentazioni figurative degli ipogei sardi a "domus de janas"[/i], Sassari, Dessì 1977, p. 12;
G. Tanda, [i]L'Arte delle domus de janas nelle immagini di Jngeborg Mangold[/i], Sassari, Chiarella, 1985, pp. 148-152;
G. Tanda, "Thiesi Loc. Mandra Antine", in [i]I Sardi. La Sardegna dal Paleolitico all'età dei nuraghi[/i], a cura di E. Anati, Milano, Jaca Book, 1984, pp. 320-321.

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