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Flussio

Flussio

Flussio, chiesa di Santa Maria della Neve

Situato sull'altipiano della Planargia che sovrasta la caratteristica valle di Modolo, il paese di Flussio si adagia su un declivio soleggiato tra la bassa valle del Temo e il contrafforte basaltico di Pedra Senta. Il territorio si presenta molto florido e particolarmente adatto all'agricoltura, fonte primaria insieme all'artigianato per l'economia flussiese. Molto praticata è la raccolta dell'asfodelo, che una volta essiccato viene utilizzato per la realizzazione dei famosi cestini conosciuti in tutta l'Isola; l'altro aspetto di grande importanza per l'economia flussiese sono le vigne da cui si trae un'ottima malvasia. L'origine del toponimo sembra derivare dal sostantivo sardo "frusiu", cioè il pungitopo, pianta che cresce abbondante nella zona.
 
Gli anziani del paese, però, raccontano che nel passato Flussio fosse chiamata "Mura de Figos", nome che richiamerebbe la gran quantità di piante di fico d'india nei pressi del paese. L'area fu abitata fin dalla preistoria, come dimostrano una muraglia megalitica rinvenuta vicino alla chiesa medievale di San Bartolomeo e alcuni siti nuragici. Durante il periodo romano fu sede di aziende agrarie che si dedicavano alla coltivazione di cereali, attività che si estese fino al Medioevo. In epoca giudicale Flussio appartenne alla curatoria della Planargia sotto il giudicato di Torres. Principale attrazione di Flussio sono i caratteristici cestini artigianali, detti anche corbule e canestri, intrecciati dalle donne del paese con gli steli dell'asfodelo, pianta molto comune in Sardegna, secondo una tradizione che si tramanda da secoli.
 
Molto suggestivo è attraversare questo piccolo paese ad aprile, quando l'asfodelo viene raccolto e messo ad essiccare a fasci in tutte le strade, i cortili e le piazze, ricoprendo ogni spazio possibile del borgo. Per valorizzare ulteriormente quest'arte, il Comune ha in programma di aprire proprio un museo dell'asfodelo. A Flussio vengono realizzati cestini anche con altri materiali, come la canna, il salice, l'olmo e l'ulivo, che vengono intrecciati soprattutto dagli uomini per la creazione di recipienti più resistenti e utili per i lavori nei campi. La leggenda narra che fu San Bartolomeo ad insegnare ai Flussiesi l'arte dell'intreccio per la creazione di questi straordinari cestini. Altra produzione tipica di Flussio è quella vinicola, in quanto sede della Cantina Sociale della Planargia, situata a breve distanza dalla strada principale del paese. Qui viene prodotta un'ottima malvasia che ha ottenuto il marchio D.O.C., nonché lo spumante e la grappa di malvasia, oltre al mirto della Planargia. Grazie a questa sua produzione, il Comune fa parte della Strada del Vino Malvasia di Bosa.
 
All'interno del paese si può visitare la chiesa parrocchiale di San Bartolomeo, risalente al XII secolo ma oggi inglobata in una struttura più moderna. Nelle campagne circostanti invece si possono incontrare numerose costruzioni dell'Età del Bronzo, quali i nuraghi Giannas, Murciu, Caddàris e Carcheras, le tombe dei giganti di Sos Trainos e Sa Figu Bianca e la muraglia megalitica, di probabile età nuragica, presso la chiesa di San Bartolomeo. In questo territorio alla fine dell'Ottocento furono rinvenute delle armi in pietra, i resti di un sepolcro e i ruderi di alcune costruzioni di epoca romana, che hanno fatto pensare all'esistenza di un possibile accampamento fortificato. Come in gran parte della Sardegna il 16 gennaio Flussio celebra la festa di Sant'Antonio Abate con l'accensione di un grande falò benedetto dal parroco. Agosto è il mese dei festeggiamenti: il 5 si tiene la festa patronale di Santa Maria della Neve, con la caratteristica processione per le vie del paese cui seguono balli e canti tradizionali la sera; il 24 e il 25 invece si festeggiano San Bartolomeo e San Costantino, con la suggestiva processione e sfilata a cavallo. A chiusura dell'anno il 13 dicembre si tiene la festa in onore di Santa Lucia e la seconda domenica dello stesso mese la Sagra de Su Binu Nou (del vino nuovo).

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