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Seminario Tridentino

Seminario Tridentino

Oristano, seminario tridentino

L'imponente mole del Seminario Tridentino dell'arcidiocesi arborense chiude a S l'ampia piazza Duomo.

Il contesto ambientale
Con la cattedrale, il campanile e l'episcopio di Oristano, il Seminario Tridentino forma un complesso urbanistico-architettonico di rilevanza. Dal 1712, fino a pochi anni addietro, costituiva il più grande edificio cittadino, la cui massa per altro non risulta invadente, in virtù della bella tonalità conferitagli dalla muratura mista in pietrame e laterizi.

Descrizione
Del modestissimo edificio inaugurato il primo maggio del 1712 dall'arcivescovo Francesco Masones, fondatore del Seminario, nulla è rimasto, mentre continui interventi di ampliamento hanno interessato l'edificio fino ai primi del Novecento.
Nel 1744 l'arcivescovo Del Carretto portò a termine il corpo centrale e pose le fondamenta della parte E, compiuta nel 1794 dall'arcivescovo Luigi Cubani.
Tra il 1829 e il 1834, sotto l'auspicio dell'arcivescovo Giovanni Maria Bua e sotto la direzione di Giuseppe Cominotti, venne eretto il braccio O con un prolungamento verso N.
Nella prima metà del XIX secolo il Cominotti sarà impegnato in altre importanti imprese architettoniche - a Sassari, nel progetto del Teatro Civico, e a Oristano, in duomo, nella ristrutturazione della testata s. del transetto al fine di ospitare il cappellone di San Luigi Gonzaga - nelle quali darà ulteriore prova delle scelte classicistiche. La sua attitudine alla funzionalità architettonica si rivela però nei lavori per il Seminario Tridentino. Il progetto si innesta su quanto preesisteva dell'intervento settecentesco del Daristo e, sembra, del Maino e prosegue la costruzione nel braccio O senza interrompere la continuità della tessitura muraria.
Sempre nel corso del XIX venne ampliata la parte superiore, rimaneggiata nei lavori di restauro avviati nel 1904 e protrattisi fino al 1912, anno in cui l'edificio venne arricchito del fastigio che incornicia il portale di ingresso e delle pitture di gran parte dei locali.
Nonostante la lunga vicenda costruttiva il Seminario arborense è una struttura funzionale, dotata, all'interno, di ampie sale, fra cui quelle dove sono alloggiati la biblioteca e i musei didattici, e spaziosi corridoi nonché di uno scenografico scalone centrale tipicamente settecentesco.
Austera è la facciata sulla cui muratura in pietrame e mattoni cotti spiccano lisce lesene giganti che interrompono il ripetersi monotono delle finestre.

Storia degli studi
Il Seminario è oggetto di una sintetica scheda nel volume di Salvatore Naitza sull'architettura tardoseicentesca e purista (1992).

Bibliografia
V. Mossa, Dal Gotico al Barocco in Sardegna, Sassari, 1982;
S. Naitza, Architettura dal tardo '600 al Classicismo purista, collana "Storia dell'arte in Sardegna", Nuoro, Ilisso, 1992, sch. 73.

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