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Chiesa di San Sebastiano

Chiesa di San Sebastiano

Milis, chiesa di San Sebastiano

Si lascia la SS 131 all'altezza di Siamaggiore, per imboccare dopo pochi chilometri sulla s. la SP 15 fino al paese di Milis. La parrocchiale di San Sebastiano si affaccia lungo la via principale.

Il contesto ambientale
Il territorio di Milis ha restituito tracce archeologiche che attestano la continuità insediativa a partire dall'età prenuragica. In età medievale Milis era capoluogo di curatoria. Secondo la tradizione fu la chiesa di San Paolo a ricoprire il ruolo di prima parrocchiale di Milis. Quella attuale, intitolata a San Sebastiano, sorge di fronte al palazzo marchionale del XVIII secolo, che ospita una mostra di armi antiche e una raccolta di dipinti.

Descrizione
La chiesa di San Sebastiano, parrocchiale di Milis, fu impiantata forse in età aragonese e in forme gotico-catalane, ma ha subito diverse e importanti modifiche nel corso dei secoli.
La pianta è longitudinale. La facciata è caratterizzata da paramento murario liscio, interrotto solo dai tre portali e dal rosone. Il portale centrale di grandi dimensioni ha architrave sormontato da lunetta a sesto ribassato che non svolge funzione statica ma solo decorativa, grazie alla cornice modanata che corre lungo la base e la semicurva che si imposta ai lati dell'architrave. I portali minori ai lati del principale, quasi a ridosso dei muri perimetrali, sono del tipo architravato semplice e si differenziano tra loro solo per le dimensioni della luce (la sinistra è leggermente più ampia). Nella parte alta della facciata, in asse con il portale principale, si apre il grande oculo di diametro prossimo a quello del portale. All'interno dell'oculo inquadrato da una cornice strombata e modanata si trova il rosone, decorato con un motivo geometrico a raggiera. Lungo la sommità della facciata corre un'esile cornice piana sormontata in mezzeria da una semplice croce in scura vulcanite che spicca sulla facciata intonacata e sbiancata a calce. Il colore scuro ritorna nella colorazione del rosone e della sua cornice.
All'interno, il presbiterio rettangolare è voltato a crociera con l'irrobustimento dei costoloni che poggiano su basi pensili decorate con quattro figure antropomorfe stilizzate, forse rappresentanti gli Evangelisti. L'arco trionfale di forma archiacuta si imposta su un diaframma murario terminato con una modanatura che simula il profilo di un pilastro polistilo, sormontato da una fascia con decoro fitomorfo che funge da capitello. Le cappelle laterali sono coperte da una semplice volta ombrelliforme con archi a sesto acuto il cui intradosso è decorato con motivi geometrici e floreali. Le cappelle non sono tutte coeve: la più antica è quella di Santa Lucia a fianco della sagrestia, mentre risale al XIX secolo quella cupolata dedicata alla Vergine Assunta sulla sinistra entrando. Gli arredi liturgici, di scuola piemontese dello stesso secolo, sono stati rimossi durante l'ultimo dei numerosi interventi di restauro che hanno portato anche alla cancellazione di pitture murarie di cui oggi rimane solo memoria.

Storia degli studi
La chiesa è stata studiata in tempi recenti da Aldo Pillittu, che ha segnalato le modifiche subite dall'impianto originario.

Bibliografia
A. Pillittu, [i]Arcidiocesi di Oristano[/i], collana "Chiese e arte sacra in Sardegna", Cagliari, Zonza, 2003, p. 187.

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