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Città fenicio-punica di Nora

Città fenicio-punica di Nora

Veduta aerea degli scavi

Da Cagliari si segue la SS 195 per Teulada sino al km 27, dove si svolta a s. per Pula. Attraversato il centro abitato e imboccata la via Nora si arriva all'area archeologica dopo 3 km.

Il contesto ambientale
Nora è collocata su un promontorio, il capo di Pula, separato dalla terraferma da un istmo che si estende in due punte: a O Sa Punta 'e Su Coloru (la punta del serpente), a E la Punta del Coltellazzo, di fronte all'isoletta omonima. L'area è dominata dalla torre spagnola del Coltellazzo, in una posizione di grande valore paesaggistico.

Descrizione
Le testimonianze della città arcaica sono state in parte coperte o cancellate dalla sistemazione della città avvenuta in età romana, mentre altri danni sono stati causati dal bradisismo positivo che interessa tutta la costa circostante.
L'antichità della fondazione di Nora è sostenuta dalla nota omonima stele, datata al IX-VIII secolo a.C., dov'è menzionato per la prima volta il nome della Sardegna: "Shrdn". Tuttavia, la fase abitativa più antica finora attestata risale al VII secolo a.C. ed è documentata da alcuni livelli messi in luce negli scavi tuttora in corso, al di sotto del foro romano di età cesariana.
I quartieri abitativi dell'insediamento fenicio si articolano in due gruppi principali: il primo adiacente alla spiaggia S/E, la cui antichità è testimoniata da frammenti di ceramica di produzione rodia, protocorinzia e nuragica riutilizzati nei riempimenti di età successiva. Il secondo gruppo è quello dell'altura di Tanit, denominato impropriamente "kasbah" per il suo impianto caotico, eretto in età romana, che si estende a d. della strada alle spalle del teatro, e che sembrerebbe rappresentare la massima irradiazione verso N del centro fenicio-punico originario. I moduli costruttivi, come i muri cosiddetti "a telaio", le cisterne "a bagnarola" e l'impianto a porticato delle abitazioni, mostrano la sopravvivenza in età romana di tecniche costruttive di tradizione fenicia e punica.
Tra il teatro e l'altura di Tanit sorge un tempio anonimo le cui strutture a primo impatto sembrerebbero di età romana, ma che ad un'attenta analisi mostrano caratteristiche, relative all'orientamento e alla pianta, che riconducono all'età punica. Un altro edificio religioso riferibile alla fase arcaica della città è localizzato sull'altura di Tanit, ed ebbe varie fasi di utilizzo impostate su alcuni resti murari di età nuragica, anche se le testimonianze legate all'uso cultuale risalgono all'età punica. Del santuario è rimasto un basamento con pietrame legato con malta di fango e alcuni grandiosi blocchi angolari che riportano alla tradizione templare fenicia.
Un altro luogo di culto punico è situato nell'estremità S/O della penisola (Sa Punta 'e Su Coloru). È costituito da una roccia con delle piccole cavità probabilmente destinate a contenere le offerte alla divinità. Un architrave in arenaria rinvenuto nell'area, decorato da un fregio di serpenti urei sormontante un disco solare alato, apparteneva a una edicola del tempio. Ad E di questo complesso sorgeva il "tempio di Eshmun", il cui culto in età romana è ricalcato da quello di Esculapio.
La necropoli fenicia, utilizzata tra il VII e il V secolo a.C., era situata al centro dell'istmo, non lontano dal tofet; mentre le due necropoli puniche si trovavano lungo la costa dello stesso istmo. La tipologia tombale più diffusa nella prima età punica è quella a pozzo, mentre in età ellenistica sono documentate anche le ciste litiche. L'uso della necropoli punica si colloca tra il V e il III secolo a.C.
Il tofet cittadino, impiantato nel IV secolo a.C., era situato nella spiaggia alle cui spalle sorse più tardi la chiesa di Sant'Efisio (reimpiegando almeno una stele di quelle che accompagnavano le sepolture).
La conformazione del promontorio su cui sorge Nora ha favorito sin dalla sua nascita l'utilizzo di diversi approdi temporanei utilizzabili a seconda dei venti, anche se il porto era collocato nell'insenatura N/O: qui, grazie alle prospezioni subacquee, sono stati individuati i resti delle banchine e dei moli.

Area archeologica di Nora

Vedi la pianta e le sezioni dei monumenti

Storia degli scavi
I primi interventi sul sito, nel 1889, riguardarono il tofet, mentre negli anni successivi furono scavate le necropoli puniche e romane e piccole parti dell'abitato. Dopo altri modesti interventi, tra il 1952 e il 1960, Gennaro Pesce mise in luce buona parte dell'abitato romano. Dal 1990 il sito è interessato da scavi sistematici continuativi da parte di un gruppo di Università.

Bibliografia
G. Patroni, "Nora. Colonia fenicia in Sardegna", in [i]Monumenti Antichi dell'Accademia dei Lincei[/i], 14, 1904, coll. 39-268;
P. Bartoloni-C. Tronchetti, [i]La necropoli di Nora[/i], collana "Collezione di Studi Fenici", 12, Roma, 1981;
S. Moscati, [i]Italia punica[/i], Milano, Rusconi, 1986;
C. Tronchetti, [i]Nora[/i], collana "Sardegna archeologica. Guide e Itinerari", Sassari, Carlo Delfino, 1986;
[i]Ricerche su Nora-I (anni 1990-1998)[/i], a cura di C. Tronchetti, Cagliari, Sainas, 2000.

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