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Fullonica di via XX settembre

Fullonica di via XX settembre

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Dalla stazione ferroviaria si percorre via Roma in direzione E e si imbocca la via XX Settembre all'incrocio del palazzo dell'INPS.

Il contesto ambientale
Sotto il palazzo dell'INPS, sul lato di via XX Settembre, si accede in un cortile interno, da cui è possibile, previo accordo con la Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Cagliari e Oristano, visitare un locale sotterraneo appositamente ricavato per custodire quanto resta dell'antica fullonica.

Descrizione
Nel 1956, in occasione dei lavori per l'ampliamento della sede dell'INPS, tra il viale Regina Margherita e la via XX Settembre, vennero alla luce resti di un insediamento di età romano-repubblicana. Non fu possibile approfondire l'indagine archeologica, che manca della stratigrafia; pertanto, è possibile avanzare solo delle ipotesi interpretative.
Le relazioni di scavo dell'epoca parlano, inoltre, dei resti di un edificio, al cui interno furono identificati un pozzo, una vasca fiancheggiata da due anfore e una serie di vasche di differenti dimensioni, le quali suggerivano l'idea che si trattasse di una "fullonica", cioè di un antico impianto per la lavorazione dei tessuti.
Il pavimento era costituito da un lastricato in pietra che, in alcune zone, diventava di cocciopesto con incrostazioni di pezzetti di marmo colorati; nella fascia perimetrale intorno al pozzo diventava invece un mosaico con elementi marini (coccodrilli, ancore e delfini) realizzati con tessere nere su fondo bianco. Il mosaico proseguiva tra il pozzo ed un bancale ad esso prospiciente, e accoglieva l'iscrizione "M. Ploti Silisonis F. Rufus" (Rufo, figlio di Marco Plotio Silisone). Rufo è il probabile proprietario dell'impianto artigianale, datato al I secolo a.C.
Non è dato sapere per quanto tempo sia rimasto in funzione. Dopo una fase di abbandono, testimoniata dall'accumulo di uno spesso strato di terra, sopra l'edificio si impiantarono, in fase tardoromana o bizantina, strutture murarie realizzate con blocchi squadrati provenienti, come fu ipotizzato, da un vicino edificio punico. Due dei blocchi erano decorati: uno apparteneva ad un fregio dorico con cornice a dentelli, l'altro recava un'iscrizione funeraria. Solamente il pozzo pertinente alla fase tardorepubblicana non fu occultato dalle nuove strutture, ma venne, anzi, riutilizzato con la medesima funzione. In un rilievo grafico dell'epoca degli scavi si nota la base di una torretta quadrangolare, realizzata con blocchi litici di riutilizzo: alcuni studiosi hanno ipotizzato che potesse esser connessa ad una struttura difensiva fortificata.

Storia degli scavi
Gli scavi furono condotti nel 1956 sotto la direzione dell'allora Soprintendente alle Antichità della Sardegna, Gennaro Pesce.

Bibliografia
S. Angiolillo, [i]Mosaici antichi in Italia. Sardinia[/i], Roma, 1981, p. 85;
D. Mureddu, [i]Il complesso archeologico della fullonica[/i], Cagliari, 2000, pp. 1-4;
A. M. Colavitti, [i]Cagliari[/i], collana "Città antiche in Italia", 6, Roma, 2003, pp. 63-64;
A.M. Colavitti-C. Tronchetti, [i]Guida archeologica di Cagliari[/i], collana "Sardegna archeologica. Guide e Itinerari", Sassari, Carlo Delfino, 2003.

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