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Complesso di Monte Sant'Antonio

Complesso di Monte Sant'Antonio

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Dalla periferia Est dell'abitato di Siligo, una strada comunale risale sino alla sommità del Monte Sant'Antonio; il tracciato, piuttosto accidentato, è percorribile con fuori-strada.

Il contesto ambientale
L'area archeologica è situata nella stretta sella nord-occidentale del Monte Sant'Antonio, nel Logudoro, regione della Sardegna nord-occidentale; gode di un ampio dominio visivo sulle vallate sottostanti.

Descrizione
Il complesso, costituito da numerose strutture, si distribuisce intorno ad un tempio a pozzo.
Il tempio è situato tra due cortine murarie di tipo isodomo con banchina antistante: la prima è curvilinea, la seconda, rettilinea, è interrotta da una piccola nicchia e dal corridoio di accesso ad una torre. Le strutture sono racchiuse da una muraglia che - originandosi dalla torre - raccorda una costruzione circolare a sud-est (forse una torre-capanna) con altre strutture non definibili in pianta, sino a ricollegarsi con un'altra torre simile alla prima. Sul lato sud-ovest il sito è difeso dallo strapiombo. Il pozzo conserva la camera circolare (diametro m 4,80) con ingresso a soglia rialzata (larghezza m 0,95) aperto su un'area lastricata; uno squarcio interessa l'ingresso e, per metà, la fronte dell'edificio. Il vano del pozzo presenta, sui filari di base perfettamente circolari, dei raccordi angolari tra due paramenti rettilinei - realizzati con blocchi di tufo bianco – che adattano la pianta circolare ad un alzato quadrangolare in origine coperto da un tetto a doppio spiovente. Diversi elementi della copertura - di tufo bianco – sono stati rinvenuti in prossimità del pozzo: sono blocchi a doppio spiovente con incavo semicircolare nella parte inferiore e fori rettangolari sulla sommità, forse per l'inserzione di spade votive. La camera circolare è inclusa in un edifico di pianta trapezoidale (larghezza m 8,00) di cui si conserva soltanto il settore sinistro. L'area lastricata antistante il pozzo (m 15,30 x m 13,30) – in parte danneggiata da mezzi meccanici - è delimitata su un lato dallo strapiombo e da una cortina muraria e sull'altro da un muro isodomo curvilineo - costruito con blocchi di basalto a "T" – che si appoggia alla struttura esterna rettilinea del pozzo.
La pavimentazione è costituita da lastre di scisto, da blocchi lavorati di basalto e di tufo bianco intervallati da scaglie dello stesso materiale. Una canaletta di deflusso dell'acqua attraversa tutta l'area lastricata terminando sulla soglia del pozzo: è creata da sedici blocchi di basalto con incavo centrale semicircolare e bozze laterali per l'ammorsamento.
Presso l'area sacra è presente un ambiente circolare (diametro esterno m 8,00, interno m 5,60; altezza m 1,70) costruito con filari regolari di massi di basalto lavorati e dotato al centro di un focolare circolare delimitato da conci "a coda" ben connessi.
Particolarmente interessanti sono, inoltre, due strutture dalla singolare planimetria: la prima - realizzata con blocchi ben lavorati di basalto – è rettangolare allungata con absidi contrapposte (lunghezza m 14,50; larghezza m 4,60/2,50; altezza m 1,75) ed è dotata di due ingressi strombati sul lato meridionale. La seconda, rettangolare (lunghezza m 20,40/18; larghezza m 6,00/4,00), è costruita in tecnica isodoma con filari alternati di conci calcarei e basaltici ed è dotata di quattro ingressi contrapposti sui lati lunghi. Lungo il perimetro murario corre un bancone-sedile che si interrompe in corrispondenza di un piccolo seggio cilindrico con cornice (larghezza m 0,42; altezza m 0,32). Della parte superiore dell'edificio rimangono due conci caratterizzati da una singolare decorazione a triangoli in rilievo e in negativo.
Un corridoio rettilineo collega l'area cerimoniale al nuraghe: la muratura del corridoio è costituita da grossi blocchi di base cui si sovrappongono un paio di filari di pietre più piccole e lastre di scisto (lunghezza attuale m 6,35; altezza m1,30).
Il nuraghe (diametro m 15; altezza m 4,60), realizzato sull'affioramento roccioso, è costruito con giganteschi blocchi di basalto sovrapposti con tessitura obliqua.
Il complesso presenta fasi dalla fine del Bronzo medio all'età del Ferro.

Storia degli scavi
Il sito è stato scavato negli anni 1988-1989 da Fulvia Lo Schiavo e Anna Sanna, a seguito di devastanti episodi di vandalismo.

Bibliografia
F. Lo Schiavo, "Santuario nuragico sul Monte S. Antonio di Siligo", in [i]Nuovo Bullettino Archeologico Sardo[/i], III, 1986, pp. 27-36;
F. Lo Schiavo, "Santuario nuragico di Monte S. Antonio -Siligo (SS)", in [i]Archeologia e territorio, Nuoro[/i], Ilisso, 1990, pp. 101-103, figg. 46-49;
F. Lo Schiavo, "Siligo (Sassari). Monte S. Antonio. Santuario nuragico", in [i]Bollettino di Archeologia[/i], 1-2, 1990, pp. 260-261; n. 4, 1990, pp. 122-123;
A. Sanna - F. Lo Schiavo, "Siligo (Sassari). Località Monte Sant'Antonio", in [i]Bollettino di Archeologia[/i], 13-15, 1992, pp. 197-203.

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