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Domus della Rocca

Domus della Rocca

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La sepoltura è situata in Via Nazionale, al centro di Sedini, in prossimità della periferia meridionale dell’abitato.

Il contesto ambientale
La domus è scavata in un masso di calcare sul ciglio dello strapiombo che delimita la profonda valle di Baldana.

Descrizione
L'ipogeo, di tipo pluricellulare, era originariamente accessibile mediante un portello sul lato S del masso; era collocato a notevole altezza dal suolo ed era raggiungibile, con buona probabilità, con l'ausilio di pedarole scolpite nella roccia, ma anche attraverso un ulteriore masso con gradini, poi rotolato a valle.
Allo stato attuale, l'accesso (forse realizzato agli inizi del Novecento) è costituito da una botola - aperta sul pavimento dell'appartamento ricavato nel masso - e mediante una scaletta di legno.
L'ipogeo, usato per lungo tempo come cantina, ha subito l'ampliamento degli ambienti, che oggi presentano integrazioni in muratura e solai.
La sepoltura consta di sei celle, due delle quali sono state unite in un unico ambiente.
L'originario portello di accesso alla tomba è stato ampliato (m 1,25 x 1,60) in età medievale.
L'ingresso introduceva nella prima camera, di pianta quadrangolare (m 2,50 x 2,50), la cui altezza originaria non è facilmente determinabile a causa dei rimaneggiamenti intervenuti nel corso del tempo.
L'ambiente presenta alle pareti tre nicchie sopraelevate, forse realizzate successivamente.
Un portello con rincasso a cornice (largh. m 0,56; alt. attuale m 0,97) introduce in un altro vano. Quest'ambiente, di pianta quadrangolare irregolare (m 2,40 x 2,00; alt. m 1,50), presenta il pavimento ribassato.
Dalla cella si entra in un terzo vano, tramite un portello sopraelevato aperto nella parete s. e notevolmente ampliato (m 0,82 x 0,96).
L'ambiente, di pianta subellittica (m 2,40 x 2,00 x 1,45), presenta nella parete d. una nicchia (largh. m 1,30; prof. m 0,40; alt. m 0,66) uguale a quella del vano a e sopraelevata rispetto al piano del pavimento.
Un quarto vano, in asse col precedente, è raggiungibile attraverso un portello ampliato (m 1,00 x 0,90).
La camera, tondeggiante (m 2,00 x 1,80; alt. m 1,10), conserva sul lato di fondo e su quello destro due nicchie realizzate a livello di suolo.
Gli ultimi due ambienti laterali sono aperti sul lato orientale del secondo vano (m 0,90 x 1,66), ma possono essere raggiunti anche dalla camera principale (m 0,50 x 0,80). I vani sono oggi riuniti in un unico ambiente ribassato (m 4,00 x 3,00 x 2,10).

Storia degli scavi
Il monumento è stato recentemente restaurato dalla Soprintendenza per i Beni archeologici di Sassari e Nuoro.

Bibliografia
[i]Ministero della Pubblica Istruzione, Elenco edifici monumentali[/i], LXIX, Roma, Tip. operaia romana cooperativa, 1922, p. 155;
A. Boscolo-M. Pintor-G. Loi Puddu, [i]Dizionario della Sardegna[/i], Cagliari, Valdes, 1955, p. 127;
G. Marcialis, "Vico Mossa, architettura domestica in Sardegna", in [i]Ichnusa[/i], 9, 1957, p. 47, tav. 6;
V. Mossa, "I grandi monumenti degli uomini. La domus di Sedini", in [i]La Nuova Sardegna[/i], 20 dicembre 1981, p. 21;
P. Melis, [i]La domus dell'Elefante[/i], collana "Sardegna archeologica. Guide e Itinerari", 15, Sassari, Carlo Delfino, 1991, pp. 33-39.

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