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Torri di San Pancrazio e dell'Elefante

Torri di San Pancrazio e dell'Elefante

Particolare della Torre dell'Elefante [foto Alinari, Messina Elisabetta]

Le mura di Cagliari circondano per l'intero perimetro il quartiere storico di Castello, il più importante della città, e comprendono due torri integralmente superstiti: quella di San Pancrazio e quella dell'Elefante. Cagliari è la città più importante della Sardegna. Nel suo territorio si concentra un terzo della popolazione sarda. Fondata fra l'VIII e il VII secolo a.C. dai Fenici, ha conosciuto importanti fasi di occupazione in età punica, romana, bizantina e giudicale, diventando nel XIV secolo  capitale del Regno di Sardegna. Passata dagli Aragonesi agli Spagnoli, quindi ai Piemontesi, conserva rilevanti tracce monumentali del suo passato. Fra queste sono le antiche torri e mura, che cingono Castello e dominano i quartieri storici di Villanova, di Stampace e della Marina. 
La città di Cagliari si era sviluppata fin dall'età fenicio-punica e romana con una serie di insediamenti  lungo la linea di costa dalla zona del Fangario a capo Sant'Elia. In età bizantina l'abitato costiero era in forte regresso, a favore dell'accentramento della popolazione nel sito interno di Santa Igia, a ridosso della laguna occidentale, dove sorgevano la cattedrale di Santa Cecilia e la reggia dei giudici di Cagliari. Il colle di Castello, forse sede di un tempio in età precristiana, non era abitato. L'urbanizzazione del colle risale al 1217, quando Benedetta de Lacon-Massa, giudicessa di Cagliari, dona a Lamberto Visconti il Castrum Calaris. Il luogo diventa sede della colonia pisana, con la chiesa di Santa Maria arroccata sul versante orientale. La distruzione della cittadella giudicale e vescovile di Santa Igia, operata dai Pisani nel 1258, segna non solo la fine del regno di Cagliari, ma anche il trasferimento del vescovo in Castello, per cui la chiesa di Santa Maria diviene cattedrale ed eredita il titolo dell'antica, dedicata a Santa Cecilia. Da questo momento le massime autorità religiose e civili risiederanno in Castello, sede (oltre che della cattedrale) anche dell'episcopio, dell'antico Palazzo di Città e del Palazzo regio, oggi sede della Provincia. Pur modificato nei secoli del controllo da parte aragonese e spagnola, come pure in quelli del Regno di Sardegna prima e poi d'Italia, l'attuale quartiere cagliaritano di Castello ha mantenuto uno schema urbanistico a fuso, caratteristico delle città di impianto comunale toscano. 
 
La planimetria si articola a tre vie parallele: la "ruga mercatorum", oggi via La Marmora; la "ruga marinariorum", via Canelles; la "ruga fabrorum", via Martini. Nei primi anni del Trecento, prevedendo  l'imminente attacco catalano a seguito della concessione del "Regnum Sardiniae" a Giacomo II re d'Aragona, i Pisani rafforzarono la cinta muraria sotto la direzione dell'architetto Giovanni Capula. Le possenti mura furono costruite in cantoni provenienti dal colle cagliaritano di Bonaria e dotate di torri con pianta a elle o circolare. Sopravvivono integre la torre di San Pancrazio a Nord Est, edificata nel 1305, e la torre dell'Elefante a Sud Ovest, datata verso il  1307. Le mura erano difese anche da altre torri, una delle quali, la torre dell'Aquila, oggi è incorporata nel palazzo Boyl. Le mura sono sempre state subordinate alla funzione difensiva, quindi legate all'evoluzione militare che apportò variazioni alla loro struttura. Fino a quando nell'Ottocento furono sempre meno utili a scopi militari, tuttavia non interferendo con lo sviluppo moderno della città, pianificato ai piedi del Castello. Anche per questo, mura e torri sono state solo parzialmente abbattute, giungendo relativamente integre fino ai giorni nostri.

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