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Città romana di Nora

Città romana di Nora

Strada romana di Nora

Da Cagliari si segue la SS 195 per Teulada sino al km 27, dove si svolta a s. per Pula. Attraversato il centro abitato e imboccata la via Nora si arriva all'area archeologica dopo 3 km.

Il contesto ambientale
Nora è collocata su un promontorio, il Capo di Pula, separato dalla terraferma da un istmo che si estende in due punte: a O Sa Punta 'e Su Coloru (la punta del serpente), a E la Punta del Coltellazzo, di fronte all'isoletta omonima. L'area è dominata dalla torre spagnola del Coltellazzo, in una posizione di grande valore paesaggistico.

Descrizione
Con la conquista romana della Sardegna, avvenuta nel 238 a.C., si innescò il processo di romanizzazione dell'isola. Tale processo, avvenuto non in modo automatico ma scandito da una complessa articolazione in fasi, fu agli inizi fortemente condizionato dal profondo radicamento della cultura fenicio-punica.
Questa situazione è riscontrabile anche nell'impianto urbanistico dei centri urbani isolani, rimasto a lungo improntato al preesistente schema punico. Ad informarci esplicitamente sullo statuto acquisito dalla città di Nora è l'iscrizione di una base di statua dedicata a Quintus Minucius Pius, che attribuisce a questo personaggio il titolo di "quattorvir iure dicundo": ciò dimostra che Nora aveva raggiunto il rango di "municipium" certamente nella prima metà del I secolo d.C. (è questa la datazione della base), ma probabilmente già in età augustea. La base fu rinvenuta nell'area del foro, dove era stata riutilizzata come elemento del lastricato stradale.
Il reperimento delle notizie archeologiche relative alla prima fase della storia di Nora romana è reso piuttosto complesso dall'intensa frequentazione urbana che interessò la città, soprattutto in età imperiale, modificandone inevitabilmente l'originario assetto.
Le strutture oggi visibili sono pertinenti in prevalenza proprio a questa fase. Fu infatti a partire dal I secolo d.C. che Nora conobbe un notevole sviluppo urbanistico ed una crescita della presenza umana nel suo territorio, come attestano le ville, le necropoli e i villaggi messi in luce dalla ricerca archeologica.
Fra il II ed il III secolo d.C. la città raggiunse un notevole grado di sviluppo urbano e di traffici commerciali, mentre iniziò il suo declino nella seconda metà del V secolo d.C., come documentano gli edifici di questo periodo dove si riscontra il reimpiego di materiale da costruzione ricavato da strutture in disuso.
Gli scavi in corso stanno comunque progressivamente restituendo informazioni preziose sia sulle fasi tarde, sia sulla Nora repubblicana, sia infine sulle precedenti fasi punica e fenicia.
La città appare oggi disposta grosso modo al centro di quella sorta di triangolo definito dal promontorio del Capo di Pula a S la Punta del Coltellazzo a E e a N dall'istmo che collega la penisola all'entroterra (nel punto di minima larghezza misura 80 m). Nel lato superiore del triangolo, orientato secondo l'asse O/E, si incontrano in successione diverse aree abitative, le "piccole terme", il "macellum/horreum", il cosiddetto "tempio di Tanit" e, a chiusura del lato, il teatro e il foro. Proseguendo oltre il foro, verso l'altura del Coltellazzo, si arriva in un'area che gli scavi in corso hanno ormai con sufficiente grado di certezza consentito di definire sacra.
Volgendo ora verso il lato che collega la Punta del Coltellazzo con il Capo di Pula si trovano altre importanti strutture: le "terme centrali", altre aree abitative e, in chiusura di lato, il tempio di Eshmun-Esculapio. Sul restante lato che collega il Capo di Pula con l'area a N, attualmente sotto il controllo militare, si incontrano una rilevante area residenziale, le "terme a mare" e, in chiusura, la basilica cristiana.
Sulla base delle evidenze archeologiche, l'ubicazione più plausibile del porto sembra essere quella del golfo naturale trasformato in peschiera nel 1957.

Area archeologica di Nora

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