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Cripta di Santa Restituta

Cripta di Santa Restituta

Cripta di Santa Restituta, Redentore in trono

Dalla via Roma si percorre verso N il largo Carlo Felice e si svolta a s. in via Azuni. Dopo aver oltrepassato la chiesa di Sant'Anna, si imbocca a d. la via Sant'Efisio, che costeggia la chiesa.

Il contesto ambientale
L'ipogeo, in parte una grotta naturale, in parte scavato nella roccia, si trova sotto la chiesa di Santa Restituta nel quartiere storico di Stampace.

Descrizione
L'indagine archeologica ha dimostrato che in età tardo-punica l'ipogeo fu una cava di blocchi di calcare. Successivamente, come risulterebbe dal rinvenimento in loco di oggetti votivi, sarebbe diventato un luogo di culto. L'ipogeo fu poi riutilizzato come deposito di anfore fino al I secolo d.C.; quindi fu abbandonato per ben dodici secoli, quando riebbe una funzione di luogo di culto. Nel 1263 vi si recò l'arcivescovo di Pisa, Federico Visconti, in visita a Cagliari. Seguì un altro momento di abbandono, causato dalla maggior frequentazione delle vicine nuove chiese di Sant'Anna e San Francesco. Agli inizi del Seicento fu riscoperto e svuotato del materiale che lo aveva riempito.
L'ipogeo è costituito da un grande ambiente centrale collegato con l'esterno da due scalinate scavate nella roccia. Le pareti erano decorate con dipinti, di cui si conserva soltanto quella di San Giovanni Battista, datata al XIII secolo. Sull'altare maggiore è collocata la statua marmorea di Santa Restituta, mentre in quello minore stavano i simulacri delle Sante Giusta, Giustina ed Enedina.
Le statue guidarono la ricerca delle reliquie coronata da successo nel 1614, quando si distrusse l'altare minore per rinvenire i resti sacri. In seguito l'allora vescovo di Cagliari, Francisco Desquivel, ordinò dei lavori di abbellimento con il rialzamento dell'altare e la creazione di tre nicchie: quella centrale ospitava le reliquie delle quattro Sante e la statua di Restituta; quelle laterali accoglievano, probabilmente, i simulacri di Eusebio, vescovo di Vercelli, e di Eusebia abbadessa, ritenuti, tradizionalmente, figli di Santa Restituta. Nel 1620, dopo il ritrovamento, sotto il pavimento della cripta, di altri presunti corpi santi, si decorò ulteriormente l'ambiente aggiungendo il grande altare della cappella di fondo, delimitata da un grande arcone ornato con fioroni e punte di diamante.
Nel corso della seconda guerra mondiale l'ipogeo fu riutilizzato dai Cagliaritani come rifugio per sfuggire ai bombardamenti. Le reliquie di Santa Restituta vennero nascoste nella chiesa di Sant'Anna per proteggerle dai bombardamenti. Se ne perse memoria e sono state recentemente ritrovate nel 1997 da Mauro Dadea in un ambiente dimesso, all'interno di un'urna secentesca in legno rivestita di stoffa e recante un cartiglio che le identifica come reliquie de Santa Restituta.

Vedi la pianta e le sezioni del monumento

Storia degli scavi
Le prime indagine furono condotte nel Seicento alla ricerca delle reliquie. Alla fine degli anni settanta del secolo scorso, la Soprintendenza ai Beni Archeologici per le province di Cagliari e Oristano promosse una campagna di scavo e restauro della cripta.

Bibliografia
G. Spano, [i]Guida della città e dintorni di Cagliari[/i], Cagliari, A. Timon, 1861, pp. 137-139;
A. Saiu Deidda, "Documenti e notizie sulla chiesa sotterranea di Santa Restituta a Cagliari", in [i]Archivio Storico Sardo[/i], XXXIV, 1983, pp. 126-141;
[i]Domus et Carcer Sanctae Restitutae. Storia di un santuario rupestre a Cagliari[/i], Cagliari, 1988;
M. Dadea, "Le iscrizioni della cripta di Santa Restituta a Cagliari (scavi 1607-1614)", in [i]La Sardegna paleocristiana tra Eusebio e Gregorio Magno. Atti del Convegno Nazionale di Studi[/i], Cagliari, pp. 81-136;
M. Dadea, "La cripta di Santa Restituta", in[i] Cagliari: itinerari urbani tra archeologia e arte[/i], Cagliari, 1999, pp. 46-49;
A.M. Colavitti, [i]Cagliari[/i], collana "Città antiche in Italia", Roma, 2003, p. 48.

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