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Necropoli di Bonaria

Necropoli di Bonaria

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Per la necropoli di età romana si entra da piazza Cimitero nel parco di Bonaria. Per le tombe cristiane si entra nel Cimitero Monumentale all'ingresso di piazza Cimitero. I cubicoli cristiani sono visitabili su richiesta da presentare alla Direzione del Cimitero.

Il contesto ambientale
La necropoli occupa le pendici occidentali del colle di Bonaria.

Descrizione
La vocazione funeraria di Bonaria risale al IV secolo a.C., quando, in piena età punica, il colle fu utilizzato come luogo di sepoltura. Oggi di questa fase più antica non si conserva nulla, mentre permangono le tombe di età romana. Dal I secolo d.C. furono scavati numerosi cubicoli funerari, con arcosoli destinati ad accogliere i sarcofagi e nicchie per le urne cinerarie. Un gran numero di semplici tombe a fossa si estendeva, invece, nella zona ai piedi del colle, verso O, arrivando a congiungersi alla necropoli su cui sorse la basilica di San Saturnino.
Durante i lavori eseguiti nel 1888 per ampliare il cimitero monumentale di Bonaria vennero alla luce, nelle pendici O del colle, due cubicoli funerari decorati con affreschi legati al simbolismo cristiano. Il cubicolo più grande, interamente scavato nella roccia, presenta arcosoli alle pareti ed alcune fosse nel pavimento. Una lastra in marmo, murata nella parete di uno degli arcosoli, riportava l'epitaffio di Munazio Ireneo. La stessa parete era decorata con figure di pavoni, simbolo di immortalità, mentre nel sottarco erano presenti due scene della vita di Gesù, forse il miracolo del paralitico e la risurrezione di Lazzaro. Queste pitture, ormai completamente scomparse, sono state datate agli inizi del IV secolo d.C.
Non lontano dal cubicolo di Munazio Ireneo si trova il cosiddetto cubicolo di Giona, ormai in pessimo stato di conservazione. Questa sepoltura risulta in parte scavata nella roccia ed in parte edificata con mattoni intonacati con calce. Al suo interno erano presenti alcuni sarcofagi e affreschi parietali dove erano raffigurati episodi tratti dalla vita del profeta Giona. In particolare la scena sulla parete di fondo presentava due navi romane, di cui la prima è simbolo della Nave-Chiesa, con gli Apostoli pescatori di uomini, mentre dalla seconda imbarcazione alcuni uomini gettano in mare Giona che, ingoiato dal mostro marino, viene vomitato, dopo tre giorni, sulla spiaggia, prefigurando la risurrezione di Cristo. Sulla parete destra del cubicolo, infine, era dipinto un paesaggio bucolico, dove un gregge pascolava tra la vegetazione, sorvegliato da un pastore con una pecora sulle spalle, evidente allusione al Cristo Buon Pastore. Anche questi affreschi, databili alla prima metà del IV secolo d.C., sono noti solo attraverso acquerelli realizzati nell'Ottocento.
Durante gli scavi del 1987 nella parte di necropoli di età medio-imperiale sono state individuate tre fosse di discarica che tagliavano il piano di calpestio dell'area funeraria romana. In particolare una di queste tre fosse ha restituito, oltre a grandi quantità di frammenti ceramici di varie tipologie, numerosi frammenti di anfore. Sulla superficie della maggior parte delle anfore sono incisi dei graffiti (lettere greche e latine) che consentono di datarle ad un arco di tempo compreso fra VII ed VIII secolo d.C..

Vedi la pianta e le sezioni del monumento

Storia degli scavi
Nel 1587 vennero indagate circa trenta tombe all'interno della chiesa di San Bardilio, che sorgeva nei pressi dell'attuale Direzione del Cimitero di Bonaria. Vari scavi interessarono l'area soprattutto nel corso dell'Ottocento, durante i lavori per la costruzione del nuovo cimitero. Gli ultimi scavi risalgono al 1987, a cura dalla Soprintendenza Archeologica per le province di Cagliari e Oristano.

Bibliografia
F. Vivanet, "Catacombe cristiane di Cagliari, scoperte nella collina di Bonaria, presso l'attuale cimitero", in [i]Notizie degli Scavi[/i], 1892, pp. 183-189;
L. Pani Ermini, "Note su alcuni cubicoli dell'antico cimitero cristiano di Bonaria in Cagliari", in [i]Studi Sardi[/i], XX, 1968, pp. 152-166;
D. Salvi, "La necropoli orientale", in D. Mureddu-D. Salvi-G. Stefani, [i]Sancti Innumerabiles[/i], Oristano, S'Alvure, 1988, pp. 79-83;
A.M. Nieddu, "La pittura paleocristiana in Sardegna: nuove acquisizioni", in [i]Rivista di Archeologia Cristiana[/i], LXXII, 1996, 1-2, pp. 245-283;
M. Dadea, "La necropoli di Bonaria", in M. Dadea-S. Mereu-M.A. Serra, [i]Arcidiocesi di Cagliari[/i], collana "Chiese e arte sacra in Sardegna", Cagliari, Zonza, 2000, pp. 219-220;
D. Mureddu, "Cagliari, area adiacente il cimitero di Bonaria: un butto altomedievale con anfore a corpo globulare", in [i]Ai confini dell'impero. Storia, arte e archeologia della Sardegna bizantina[/i], a cura di P. Corrias-S. Cosentino, Cagliari, M&T Sardegna, 2002, pp. 237-241;
A.M. Nieddu, "L'arte paleocristiana in Sardegna: la pittura", in [i]Insulae Christi. Il cristianesimo primitivo in Sardegna, Corsica e Baleari[/i], a cura di P.G. Spanu, Oristano, S'Alvure, 2002, pp. 366-386.

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