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Mura e bastioni

Mura e bastioni

Cagliari e le sue mura in una stampa del 1580

Le mura di Cagliari circondano per l'intero perimetro il quartiere storico di Castello, il più importante della città, e comprendono due torri integralmente superstiti: quella di San Pancrazio e quella dell'Elefante.

Il contesto ambientale
Cagliari è la città più importante della Sardegna. Nel suo territorio si concentra un terzo della popolazione sarda. Fondata fra l'VIII e il VII secolo a.C. dai Fenici, ha conosciuto importanti fasi di occupazione in età punica, romana, bizantina e giudicale, assurgendo nel XIV secolo a capitale del Regno di Sardegna. Passata dagli Aragonesi agli Spagnoli, quindi ai Piemontesi, conserva rilevanti tracce monumentali del suo passato. Fra queste sono le antiche torri e mura, che cingono Castello e dominano i quartieri storici di Villanova a E, di Stampace a O e della Marina a S.

Descrizione
Durante il viceregno di Dusay (1491-1508) fu eretto in Castello un piccolo baluardo di fronte alla chiesa di Santa Croce, un altro nel luogo dell'attuale Balice e il bastione della Fontana Bona, nella zona occupata oggi dal Bastione Saint Remy. Più in basso si costruì il baluardo della Leona verso l'antico antemurale pisano e, verso N, a difesa della zona di Buon Cammino, un fronte bastionato carenato con mura verticali e relativa porta. Quest'ultima opera fu aspramente criticata per la scarsa efficienza.
In seguito il viceré De Cardona, nel 1534, fece costruire due bastioni nel porto, chiamati rispettivamente di Levante e di Sant'Agostino, ad E e O, di cui non si conosce né la forma né la tecnica muraria. Nel Castello, inoltre, fece erigere un tratto di mura fra la Torre dell'Elefante e la Torre Mordente (zona Santa Croce). Le opere del porto furono riprese dall'architetto Pons l'anno successivo; egli progettò due bastioni all'interno della ripa e poi li collegò ai due terrapieni di Sant'Agostino e di Levante con cortine murarie che cinsero il fronte a mare del quartiere de Lapola.
Fra il 1552 e il 1571, un nuovo riassetto difensivo fu messo in opera dell'architetto cremonese Capellino, che nel Castello realizzò, ad O, il bastione di Sant'Antonio, con una parte della muraglia del Balice; a Santa Croce, avanzò un mezzo baluardo in sostituzione di quello di Dusay, costeggiando la fossa di San Gregorio e innestandosi nelle mura all'altezza della Purissima. Infine edificò un bastione a tenaglia a difesa della torre di San Pancrazio. Nuove modifiche furono eseguite sotto Jacopo Palearo Fratino, che ingrandì la tenaglia di San Pancrazio, trasformò il mezzobaluardo di Santa Croce in baluardo pentagonale e completò il baluardo di Sant'Antonio (Balice).
Giorgio Fratino, fratello di Jacopo, a Cagliari dal 1573, ultimò i suoi progetti ampliando il baluardo di Sant'Agostino e completando le cortine murarie della Marina. Un nuovo baluardo verso Villanova fu realizzato sotto il capitano Arcaine nel 1638, mentre attorno alla metà del secolo furono riorganizzate le fortificazioni del porto e della Marina. L'ultimo intervento spagnolo, nel 1707, riguardò il prolungamento del molo e la realizzazione, sull'estremità, del fortino di San Giacomo.

Vedi la pianta e le sezioni del monumento

Storia degli studi
A partire dalla voce curata da Vittorio Angius (1836) per il "Dizionario" del Casalis, gli studi sulla città di Cagliari sono stati numerosi. Il canonico Giovanni Spano (1861) la descrive nella sua "Guida", ancora oggi fondamentale per la conoscenza del centro storico. Nel Novecento Dionigi Scano (1907), poi Raimondo Carta Raspi (1933) suggeriscono una metodologia di studio, che prosegue nel dopoguerra con Angela Terrosu Asole (1959). Evandro Putzulu (1976) approfondisce il problema delle origini dell'insediamento nel Castello. Renata Serra (1976) dedica la sua attenzione a Giovanni Capula, architetto delle due torri superstiti. Le ricerche più aggiornate vengono condotte negli anni Ottanta a Franco Masala (1985), Emerenziana Usai e Raimondo Zucca (1986), Foiso Fois (1992), Roberto Coroneo (1993) e Marco Cadinu (2001).

Bibliografia
D. Scano, [i]Forma Karalis[/i], Cagliari, Societa Editrice Italiana, 1934;
E. Putzolu, "Il problema delle origini del Castellum Castri di vallari", in [i]Archivio Storico Sardo[/i], XXX, 1976;
F. Fois, [i]Torri Spagnole e Forti Piemontesi in Sardegna[/i], Cagliari, La Voce Sarda, 1981;
R. Conde y Delgado De Molina, [i]Castel de Caller. Cagliari Catalano- Aragonese[/i], Cagliari, Edizioni della Torre, 1984;
S. Casu-A. Dessì-R. Turtas, "Il disegno di Jacopo Palearo Fratino per il sistema fortificato di Cagliari", in [i]Arte e Cultura del '600 e del '700 in Sardegna. Atti del Convegno Nazionale[/i], Napoli, 1984;
S. Casu-A. Dessì-R. Turtas, "La difesa del Regno: le fortificazioni", in [i]La società sarda in età spagnola[/i], Quart, Musumeci, 1992;
F. Russo, [i]La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo[/i], Roma, Stato maggiore dell'Esercito, Ufficio storico, 1992;
F. Segni Pulvirenti-A. Sari, [i]Architettura tardo gotica e d'influsso rinascimentale[/i], Nuoro, Ilisso, 1994, sch. 13.

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