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Bottidda
Bottidda
Centro agricolo del Goceano, Bottidda è situato ai piedi del monte Rasu in un territorio in cui alti rilievi si alternano a dolci colline attraversate da corsi d'acqua e piccoli laghetti naturali. La zona è caratterizzata dalla presenza di rigogliosi boschi in cui lecci, querce e castagni fanno da cornice ad un fitto sottobosco. Questo patrimonio è tutelato e valorizzato dalle amministrazioni locali, che negli ultimi decenni hanno portato avanti numerose iniziative a favore dello sviluppo turistico. Il centro abitato, già dal Medioevo fiorente, oggi ospita antiche abitazioni e piccole piazze ornate da caratteristici murales.
Intorno al paese sono due i monumenti che meritano di essere visitati: la chiesa parrocchiale della Madonna del Rosario e il convento francescano di Monte Rasu. La prima fu costruita intorno alla fine del XIX secolo in stile neoclassico; al suo interno è conservata una statua in legno del Cristo in croce, unico esempio del genere nel Goceano. Il convento di monte Rasu, costruito a circa 900 metri di altitudine sull'omonima montagna, è considerato il primo insediamento dei Francescani nell'isola. Fu fondato probabilmente intorno al XIII secolo da un discepolo di San Francesco d'Assisi, il Beato Giovanni Parenti. La costruzione, ristrutturata dalla famiglia Giannasi agli inizi del '900, conserva soltanto alcuni elementi originali: le celle dei frati e il lavatoio in pietra. Nei pressi della costruzione principale è possibile ammirare un magnifico esemplare plurisecolare di castagno, che secondo alcuni studiosi fu piantato dai primi francescani che dimorarono nel convento.
Ogni anno, il 2 agosto e il 4 ottobre, vi si celebrano i festeggiamenti in onore del santo che richiamano un gran numero di fedeli. Degna di essere segnalata è la festa di "Sant'Antoni 'e su fogu". L'avvenimento, che deriva da un rito pagano, si tiene ogni anno nel paese il 16 gennaio, preceduto da eventi culturali e cerimonie religiose. Il momento centrale della festa è l'accensione del grande fuoco ("su fogaroni de Sant'Antoni"), accompagnata da "s'inghiriu", rito in cui un cavaliere compie sei giri intorno alla catasta di legna in fiamme portando con se "su pani 'e s'ardia" e lo stendardo del santo. I fedeli compiono lo stesso rito, con i dolci tipici del paese, "sas tiliccas" offerti in dono ai partecipanti.
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