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Chiesa di Sant'Elena

Chiesa di Sant'Elena

Quartu Sant'Elena, chiesa di Sant'Elena

La chiesa si trova nella piazza Sant'Elena al centro della città di Quartu Sant'Elena a circa 7 km da Cagliari, facilmente raggiungibile percorrendo il viale Marconi o il lungomare Poetto.

Il contesto ambientale
Quartu Sant'Elena nasce dall'aggregazione di villaggi sorti in tempi diversi. La chiesa di Sant'Elena è parrocchiale.

Descrizione
Le strutture murarie rinvenute durante i lavori di restauro del 1996-99 e i documenti d'archivio consentono di ricostruire la storia della chiesa.
Fu impiantata intorno al 1125-50 ed era costituita da tre navate con colonne e capitelli almeno in parte di spoglio e abside semicircolare a E. L'esterno era coronato da archetti pensili a tutto sesto. Di questa chiesa rimangono le fondazioni, tratti murari ed elementi erratici.
Tra la fine del '400 ed i primi del '500 l'edificio fu ricostruito più grande, secondo modi gotici sardo-catalani; ebbe infatti aula mononavata con copertura lignea su archi diaframma e capilla mayor quadrangolare, voltata a crociera, meno larga e verosimilmente più bassa della navata.
Tra la seconda metà del '500 e il 1720 furono aperte tra i contrafforti nove cappelle le ultime delle quali, più larghe e profonde delle altre, comunicavano con il presbiterio formando uno pseudotransetto. Nel 1670 fu costruito un coro dietro la cappella presbiteriale.
Il prospetto principale, concluso dal terminale piatto e merlato e compreso tra due contrafforti obliqui, ospitava il portale archiacuto sovrastato dal tradizionale rosone; nel lato d. si apriva l'ingresso secondario. A s. della facciata stava, come oggi, il campanile a canna ottagonale, simile alla quattrocentesca torre campanaria del duomo di Oristano.
Nel 1735 si innalzò la torre dell'orologio a d. della facciata, che, nel 1752, sul modello della chiesa di Santa Teresa a Cagliari, fu sopraelevata, conclusa da un terminale a duplice inflessione e modificata nel portale e nel rosone, sostituito da una finestra.
Queste trasformazioni, dettate principalmente dall'insoddisfazione per le strutture medioevali, portarono, nel 1780, alla progettazione di un nuovo edificio, affidata all'ingegnere piemontese capitano Cochis.
Il progetto prevedeva la demolizione del coro e della sacrestia, la costruzione, ad E, di un ampio transetto cupolato, del presbiterio comunicante con una nuova sacrestia e l'adeguamento stilistico del resto dell'edificio.
I lavori ebbero inizio solo nel 1809, forse sul progetto aggiornato dal capomastro Raffaele Cappai e dall'architetto Gerolamo Melis, che poi collaudò l'opera; si trattò, in pratica, di una ricostruzione articolata in due fasi - la prima affidata all'impresario Randaccio, la seconda al capomastro Crobu - e conclusasi nel 1828. Il campanile fu in parte ricostruito e modificato nel 1868, mentre la ricostruzione della torre dell'orologio terminò nel 1900.
La facciata, neoclassicheggiante, è conclusa da un timpano triangolare, e divisa in due ordini da una cornice marcapiano: nella parte inferiore si apre l'ingresso principale rettangolare sovrastato da dentelli classicistici; nella superiore una finestra entro una lunetta. La inquadrano il campanile e la torre dell'orologio, che inglobano gli antichi contrafforti in diagonale.
L'interno, a croce latina, è costituito da aula mononavata con volta a botte sottesa da archi a tutto sesto che scandiscono le tre campate; ampi archi immettono nelle sei cappelle. L'ultima cappella a s. comunica, attraverso un imponente arco a sesto acuto con l'unico ambiente rimasto della chiesa gotica, a volta stellare, adibito oggi a cappella del Santissimo.
Sovrasta la crociera una cupola ottagonale finestrata, conclusa da lanterna e gravante su tamburo ugualmente ottagono. L'ampio presbiterio è sopraelevato di due gradini; dal braccio destro del transetto si accede alla sacrestia coperta a padiglione.

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