Lingue

Inizia qui il tuo viaggio

Inserisci il nome del porto o la località da cui desideri partire per pianificare il tuo viaggio

Accesso utente

Or log in with...

Messaggio di errore

  • Non è stato possibile creare il file.
  • Non è stato possibile creare il file.

Chiostro di San Domenico

Chiostro di San Domenico

Cagliari, chiostro di San Domenico

Nel centro urbano di Cagliari, si percorre la via san Domenico in direzione della piazza, intitolata a Edoardo Gaetano Orrù, svoltando a d. nella via XXIV maggio. Dopo pochi m sulla s. è visibile il portone di accesso al chiostro di San Domenico.

Il contesto ambientale
Ubicato nello storico quartiere cagliaritano di Villanova, il chiostro rappresenta l'unica sopravvivenza monumentale del complesso di San Domenico, dopo la distruzione sotto i bombardamenti del 1943. Il quartiere si formò ai piedi di Castello, dopo che quest'ultimo divenne, nel XIII secolo, la sede del potere cittadino.

Descrizione
L'insediamento dei Domenicani a Cagliari risale al XIII secolo ma la chiesa di San Domenico nel quartiere di Villanova fu impiantata nella prima metà del XV secolo, sul modello della cattedrale di Girona. Modificata nel corso dei secoli successivi, mantenne le originarie forme gotico-catalane fino al 1943, quando venne quasi completamente distrutta nei bombardamenti della città. La ricostruzione del dopoguerra ha risparmiato solo poche strutture dell'antica chiesa, mentre si conservano due bracci del chiostro, uno del XV e l'altro del XVI secolo.
Il chiostro ha pianta quadrangolare con un perimetro di circa 25 m per lato. L'ala O consiste di sette cappelle quattrocentesche, voltate a crociera costolonata con gemma pendula. Le campate sono divise da sottarchi modanati, che si innalzano da capitelli fito-zoomorfi sostenuti da peducci troncopiramidali. Nell'ala S, due ordini di arcate sono anch'esse riferibili alla stessa fase edificatoria. L'ala E e quella N derivano dalla ricostruzione voluta da Filippo II di Spagna nel 1598. I quattro lati del chiostro sono aperti verso il giardino con archi a tutto sesto impostati su pilastri, più robusti nei lati S e O.

Vedi la pianta e le sezioni del monumento

Storia degli studi
Gli studiosi sono concordi su un primo impianto del XIII secolo, confermato anche dal ritrovamento di materiali ceramici datati alla fine dello stesso secolo, come riportano Maria Francesca Porcella (1993) e Donatella Salvi (1993). La questione è controversa riguardo le successive fasi edificatorie. Dionigi Scano (1929) e Renata Serra (1961) ritengono che la trasformazione del San Domenico in forme gotico-catalane non sia avvenuta prima del XVI secolo, facendo leva sull'analisi formale di una gemma pendula con le insegne di San Domenico entro scudi di tipo sannitico usati in Spagna nel XVI secolo e mai prima in Sardegna. La tesi fu poi rivista dalla stessa Serra (1984), con proposta di datazione della chiesa entro il primo quarto del XV secolo. Luisa Degioannis (1993) sottolinea l'importanza del retablo dedicato ai Santi Pietro da Verona e Marco, realizzato da Joan Figuera tra il 1456 e il 1477, come termine di datazione per la chiesa. In linea con queste ultime acquisizioni Francesca Segni Pulvirenti e Aldo Sari (1994) propongono una cronologia compresa nella prima metà del XV secolo.

Bibliografia
D. Scano, "Notizie di Sardegna, Chiostro di San Domenico in Cagliari, La chiesa di San Pantaleo in Martis, Una finestra medievale con architettura scolpita", in [i]L'Arte[/i], VI, 1903, pp. 324-325;
D. Scano, [i]Chiese medioevali di Sardegna[/i], Cagliari, 1929, p. 137;
R. Serra, "Contributi all'architettura gotica catalana: il San Domenico di Cagliari", in [i]Bollettino del Centro di Studi per la Storia dell'Architettura[/i], 17, 1961, pp. 117-127;
C. Maltese-R. Serra, [i]Arte in Sardegna dal V al XVIII[/i], Roma, De Luca, 1962, sch. 78-70;
G. Olla Repetto, "Notai sardi del secolo XV: Pietro Baster", in [i]Studi storici e giuridici in onore di Antonio Era[/i], Padova, 1963, pp. 282-284;
R. Serra, "L'architettura sardo-catalana", in [i]I Catalani in Sardegna[/i], a cura di J. Carbonell-F. Manconi, Cinisello Balsamo, Silvana, 1984, p. 134;
L. De Gioannis, "The workship of Saints - Il culto dei Santi", in [i]Retabli. Sardinia Sacred Art of the Fifteenth and Sixteenth Centuries - Arte Sacra in Sardegna nei secoli XV e XVI[/i], catalogo della mostra, Cagliari, M&T Sardegna, 1993, pp. 159-175;
[i]Moriscos. Echi della presenza e della cultura islamica in Sardegna[/i], catalogo della mostra, Cagliari, Pisano, 1993, sch. 39-41, 43;
F. Segni Pulvirenti-A. Sari, [i]Architettura tardogotica e d'influsso rinascimentale[/i], collana "Storia dell'arte in Sardegna", Nuoro, Ilisso, 1994, sch. 3, 58.

Aggiungi a itinerario
add_to_x_block: 

In prossimità

Itinerari

Dettaglio della facciata
Average: 1.7 (3 voti)
Cagliari, cimitero monumentale di Bonaria
Average: 1 (1 voto)
Le collezioni del Museo
Average: 2 (2 voti)
Sant'Anna Arresi, le dune di Porto Pino
Average: 2.5 (4 voti)
Maestro di Castelsardo, particolare del retablo di Tuili
Average: 1.6 (5 voti)
Turri parrocchia S. Sebastiano
Average: 3 (3 voti)