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Necropoli e chiesa di San Pietro dei Pescatori

Necropoli e chiesa di San Pietro dei Pescatori

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Dalla stazione ferroviaria in Piazza Matteotti si procede in direzione O verso piazza del Carmine. Si imbocca viale Trieste a metà del quale si trova la chiesa di San Pietro.

Il contesto ambientale
La chiesa si trova all'interno dell'area parcheggio di un grande supermercato che si affaccia sul viale Trieste.

Descrizione
Nei pressi della chiesa romanica di San Pietro furono rinvenute iscrizioni funerarie databili al V-VI secolo d.C., attualmente custodite al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.
Una delle iscrizioni ricorda la giovane Fortuna, morta a soli 27 anni, e riferisce del tenero gesto compiuto nei suoi confronti dal marito che, quando la vide ormai priva di vita, le chiuse gli occhi. L'epitaffio è stato datato al pieno V secolo d.C.
Nel 1874 venne rinvenuta anche una seconda iscrizione, incisa su entrambe le facce della lapide e posta a chiusura di un sepolcro bisomo. L'epitaffio più antico, databile al V secolo d.C., menziona Renobata, morta a 25 anni, il cui nome si lega al concetto cristiano del rinnovamento che si otteneva con il sacramento del battesimo. La lastra marmorea è stata, successivamente, riutilizzata e, sulla faccia posteriore, si ricorda Pascasius, il cui nome è chiaramente legato alla Pasqua e, quindi, al concetto della resurrezione. Questo epitaffio si data alla fine del V-inizi VI secolo d.C. circa. I due corpi sepolti nella tomba chiusa con embrici, Renobata e Pascasius, probabilmente erano membri della stessa famiglia.
Si tratta di due delle numerose lapidi epigrafiche rinvenute in un'area a largo raggio compresa tra il viale Trieste e il viale Sant'Avendrace. Il fatto che tutti gli epitaffi siano innegabilmente di contenuto cristiano e siano stati rinvenuti in punti diversi nell'area attorno la chiesa di San Pietro, ha fatto ipotizzare che nei pressi vi fosse un esteso cimitero utilizzato nella fase di passaggio dal tardo impero al periodo altomedievale.
La chiesa viene citata come "Sanctus Petrus de piscatore" nel documento del 1089 con il quale il giudice di Cagliari donava ai Vittorini una serie di edifici religiosi e, dato che si trovava sulla riva della laguna di Santa Gilla, ha mantenuto questa intitolazione, legandosi fortemente al gremio dei pescatori.
Alla fine dell'XI secolo è riconducibile l'abside in grossi blocchi calcarei, disposta a E. Nel XIII secolo la chiesa subì una ricostruzione secondo modi gotici toscani, cui si conforma la facciata gotica. L'aula è stata interamente ristrutturata in età moderna.

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