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Polo Espositivo "Casa Zapata"

Polo Espositivo "Casa Zapata"

Barumini, casa Zapata

Il Polo Espositivo di "Casa Zapata" a Barumini, è costituito da tre distinte entità museali: una archeologica, una storica ed una etnografica. Le tre entità hanno trovato collocazione all'interno delle strutture dello storico e prestigioso "Palazzo Zapata". Il Palazzo venne edificato nel XVI sec. d.C., quando i "Marchesi" istituirono la sede Baronale Zapata a Barumini. Si tratta di uno dei pochi esempi di edilizia civile seicentesca esistenti in Sardegna: fu costruito secondo il modello classicista imposto da Filippo II, ispirandosi al palazzo della Famiglia Zapata a Cagliari in via dei Genovesi.
La costruzione ha la pianta a forma di "L" ed è composta da un piano terra e da un primo piano, al quale si accede tramite una scala esterna. Il portale e le finestre sono disposti in maniera asimmetrica e possiedono un timpano triangolare il quale, separato da una piattabanda, poggia su semicolonne con capitelli a canestro. All'interno del timpano del portale è scolpito lo stemma della Famiglia Zapata: lo scudo con i tre calzari.
Gli scavi archeologici, iniziati nel 1990 e attualmente ancora in corso, hanno consentito di appurare che questo edificio venne edificato sulle preesistenze di un nuraghe trilobato, oggi denominato "Nurax' 'e Cresia" per la vicinanza con la chiesa della Parrocchia della Beata Vergine dell'Immacolata. Del nuraghe sono attualmente visibili tratti dell'antemurale e di un'area di villaggio. Dal punto di vista cronologico, è possibile collocare le fasi di vita più intensa per le strutture di "Nurax' 'e Cresia" tra il 1200 e il 1000 a.C.
L'esposizione archeologica attualmente fruibile all'interno del palazzo dei Marchesi Zapata rende possibile la visione dall'alto del monumento nuragico, grazie ad un sistema di passerelle e di pavimenti trasparenti. Una serie di pannelli didattici disposti lungo le passerelle consente di addentrarsi progressivamente in un percorso di conoscenza generale sulla civiltà nuragica, reso più puntuale nelle sale del secondo piano. La prima sala restituisce una sintesi diacronica della storia di "Su Nuraxi", mentre la seconda e la terza ripropongono alcuni contesti particolarmente significativi, come quello relativo alla "capanna 80" da cui proviene il famoso betilo in pietra che riproduce la forma di un nuraghe monotorre. La visita si conclude in una sala al primo piano in cui i reperti sono presentati seguendo un criterio tipologico, con l'intento di rendere più esplicite le funzioni originarie degli oggetti e conseguentemente le pratiche di vita in età nuragica.
La seconda entità espositiva, quella storica, intende rendere disponibili al pubblico i documenti dell'archivio della Famiglia Zapata. In particolare, oltre ai documenti in originale pertinenti ad un piccolo nucleo documentario acquistato in precedenza, l'Amministrazione Comunale ha provveduto alla digitalizzazione della parte più antica e rilevante dell'archivio di famiglia dei Zapata, recuperato e reso disponibile da Lorenzo Ingarao Zapata di Las Plassas.
Grazie a questa importante acquisizione, è stato possibile recuperare preziose testimonianze relative alla storia del territorio di Barumini. Prossimo obbiettivo è rendere quanto prima fruibile via internet questa ingente e preziosa serie di documenti. L'esposizione museale mira invece a riproporre la storia della Famiglia Zapata, a partire dal 1541, anno in cui Azor acquistò il feudo, proseguendo con i documenti relativi alle cariche, agli stipendi, ai privilegi, ecc.
Si passa poi alla rappresentazione della vita quotidiana dei baroni, al momento del riscatto del feudo (1839), per concludere con i ricordi di famiglia relativi soprattutto agli ultimi baroni, Lorenzo e Concettina. La terza entità espositiva è rappresentata dal Museo Etnografico, ubicato nell'antica "lolla" che faceva parte della pertinenza agricola del Palazzo Zapata, ora ristrutturata. L'esposizione ripropone gli oggetti pertinenti alla vita contadina fino a non molto tempo fa (e, in qualche caso, ancora oggi): aratri, zappe, gioghi, asce, pialle, cestini, setacci, tini, botti, ecc. questi oggetti vengono presentati come preziose testimonianze etnografiche, il cui recupero può diventare un prezioso ausilio per la salvaguardia della memoria e dell'identità, agevolando al tempo stesso un dialogo tra generazioni che i ritmi della modernità rischiano di mettere in crisi.

Indirizzo: piazza Giovanni XXIII tel. +39 070 9368476 Ente titolare: Comune di Barumini Gestione: Comune di Barumini.

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