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Chiesa di San Gemiliano

Chiesa di San Gemiliano

Samassi, chiesa di San Gemiliano

Samassi si trova a poco più di 40 km da Cagliari, sulla SP 56 (comunale Samassi-Serrenti). La chiesa di San Gemiliano, un tempo campestre, è compresa nell'abitato.

Il contesto ambientale
Samassi si trova nella piana del Campidano, in prossimità del fiume Mannu. Il paese fu abitato a partire dall'età preistorica e attesta una continuità abitativa fino all'epoca bizantina. La chiesa di San Gemiliano sorge su un poggio detto su Cunventu, forse a memoria di un'antica pertinenza monastica.

Descrizione
Costruita in forme romaniche, presenta una semplicità architettonica che caratterizza gran parte degli edifici medievali della Sardegna.
Fu edificata su una tomba a camera di età bizantina. Al X secolo risalgono i frammenti mediobizantini di pilastrini marmorei da recinzione presbiteriale, reimpiegati nelle murature romaniche. Uno dei frammenti è decorato con rosette e una croce su un grappolo d'uva.
Originariamente l'intitolazione della chiesa era a San Mamiliano. Il titolo è attestato infatti nel 1118 come appartenente al monastero camaldolese di San Mamiliano dell'isola di Montecristo. Non vi sono attestazioni documentarie sulla data di ricostruzione, presumibilmente avvenuta nel XIII secolo, in vulcanite delle cave di Serrenti.
L'aula è a navata unica con copertura lignea. Da un basamento partono paraste angolari che irrobustiscono la struttura e lesene che scandiscono lo spazio in facciata come nei fianchi. Lungo i terminali corrono archetti semicircolari impostati su peducci. In facciata si apre il portale con architrave, poggiante su due capitelli fitomorfi, e arco di scarico sopraccigliato, impostato su due piccole mensole con fattezze umane. Nei fianchi si apre una serie di monofore; nell'abside, decorata anch'essa con archetti impostati su peducci, vi sono tre monofore.
All'interno della chiesa è collocato il monumento funerario marmoreo di Emanuele Castelvì, realizzato nel 1586 dallo scultore Scipione Aprile.

Vedi la pianta e le sezioni del monumento

Storia degli studi
Gli studi su Samassi e la chiesa di San Gemiliano prendono le mosse dalla voce "Samassi" di Vittorio Angius (1849) nel "Dizionario" del Casalis. Del secolo successivo sono i contributi di Dionigi Scano (1907) e di Raffaello Delogu (1953). Più recente la sintetica scheda di Roberto Coroneo (1993), che registra le preesistenze di epoca bizantina.

Bibliografia
V. Angius, "Samassi", in G. Casalis, [i]Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna[/i], XVIII, Torino, G. Maspero, 1849, pp. 7-12;
D. Scano, [i]Storia dell'arte in Sardegna dal XI al XIV secolo[/i], Cagliari-Sassari, Montorsi, 1907, p. 339;
R. Delogu, [i]L'architettura del Medioevo in Sardegna[/i], Roma, La Libreria dello Stato, 1953, pp. 190-191;
G. Zanetti, I Camaldolesi in Sardegna, Cagliari, Fossataro, 1974, pp. 195-199;
R. Serra, [i]La Sardegna[/i], collana "Italia romanica", Milano, Jaca Book, 1989, pp. 356-357;
R. Coroneo, [i]Architettura romanica dalla metà del Mille al primo '300[/i], collana "Storia dell'arte in Sardegna", Nuoro, Ilisso, 1993, sch. 123;
R. Coroneo-R. Serra,[i] Sardegna preromanica e romanica[/i], collana "Patrimonio artistico italiano", Milano, Jaca Book, 2004, pp. 291-293;
R. Coroneo, [i]Chiese romaniche della Sardegna. Itinerari turistico-culturali[/i], Cagliari, AV, 2005, p. 88.

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