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Necropoli di Prunittu

Necropoli di Prunittu

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Per raggiungere la necropoli di Prunittu dall'abitato di Sorradile occorre uscire in direzione di Bidonì e svoltare sulla strada comunale che porta alla chiesa di San Nicola. Dopo circa 1 km, oltrepassato il bivio per la chiesa di Santa Maria, procedere ancora per circa 200 metri sino a giungere al cartello che indica l'ingresso all'area archeologica.

Il contesto ambientale
Le sepolture sono scavate lungo i ripidi fianchi di un rilievo trachitico, presso la sponda sud-orientale del lago Omodeo, nel Barigadu, regione della Sardegna centrale.

Descrizione
Il complesso è costituito, al momento attuale delle ricerche, da 15 domus de janas.
Gli ipogei, situati ad una notevole altezza sul piano di campagna (da un minimo di m 0,60 ad un massimo di m 4,00) erano in origine accessibili attraverso delle pedarole; i crolli e le fratture della parete rocciosa rendono oggi particolarmente difficile l'accesso. In alcuni casi le domus sono raggiungibili, non senza difficoltà, calandosi dal pianoro sovrastante. Gli ipogei hanno l'ingresso generalmente rivolto verso sud/sud-ovest. Lo schema planimetrico è prevalentemente pluricellulare a sviluppo longitudinale, arricchito, talvolta, da ampliamenti laterali a destra o a sinistra dell'asse principale. Diversi sono i profili di pianta delle celle: rettilinei, curvilinei, retto-curvilinei. Le pareti ed i soffitti sono generalmente a profilo rettilineo e gli angoli sono sempre arrotondati. La sepoltura più interessante della necropoli è senz'altro la tomba X, denominata "Sa cresia" (la chiesa): si tratta di una tomba pluricellulare con una grande anticella a pianta trapezoidale irregolare e soffitto a spiovente unico. Sulla parete di fondo dell'ambiente, sopraelevati rispetto al piano pavimentale, si aprono due portelli d'accesso ai vani successivi. Al di sopra del portello centrale spicca - in rilievo rispetto alla parete - un pregevolissimo "falso architrave". Molte di queste domus presentano tracce di riutilizzi e rielaborazioni architettoniche posteriori al loro primo impianto. Segno di questi riutilizzi sono alcune nicchie quadrangolari e cavità sub-emisferiche, scavate sulle pareti di alcuni ipogei. Nelle tombe IV, IX e X, le nicchie, munite talvolta di rincasso, compaiono sulla parete esterna, in prossimità degli ingressi. In quattro casi - nelle tombe XI, XV, X e VIII - le nicchie si aprono, invece, sulle pareti dell'anticella. Cavità sub-emisferiche di incerta funzione sono presenti sulle pareti interne delle tombe X e XV. Nel caso della tomba VIII, composta in origine da otto celle, il riutilizzo ha causato l'abbattimento di tre ambienti.
In età recenziore si verificò, forse a causa dell'eccessiva riduzione dello spessore della roccia, il cedimento dei soffitti degli ambienti riadattati.
La necropoli, databile al Neolitico finale – Eneolitico, conobbe probabilmente un riuso in epoca bizantina.

Bibliografia
M. Sanna, "Sorradile. Riusi medievali della necropoli preistorica di Santu Nigola", in [i]Sardegna Antica[/i], 24, 2003, pp. 24-26.

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