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complesso di Carrarzu Iddia

complesso di Carrarzu Iddia

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Lasciare la SS 131 all'altezza del km 149,5 e prendere la strada per Mulargia. Superata la frazione, dopo circa 2 km, si continua a destra in direzione di Bortigali; percorsi 600 m, sulla destra, si trova una strada asfaltata, in salita, che porta al nuraghe Orolo. Seguirla per altri 600 m, sino a raggiungere un bivio; si volta a sinistra e si percorre la strada in discesa, per alcune centinaia di metri, sino a rasentare l'altura dove è ubicato il complesso nuragico.

Il contesto ambientale
L'area archeologica è situata alle estreme propaggini meridionali dell'altura di Crastu Littu, in posizione di ampio dominio sulle sottostanti piane di Abbasanta e Paulilatino, nel Marghine, regione della Sardegna centro-settentrionale.

Descrizione
Il complesso comprende un nuraghe a corridoio, un edificio probabilmente a "tholos" e un piccolo villaggio di capanne, posti all'interno di una cinta muraria; a breve distanza sorge un dolmen.
Il nuraghe a corridoio - situato sul limite occidentale dell'altura, della quale segue il dislivello - è costruito con massi appena sbozzati e disposti su filari irregolari con l'ausilio di numerose zeppe di rincalzo.
La torre, ellittica (diam. m 9,62/8,54; alt. m 4,90/3,85), presenta due ingressi orientati a NE e SO, realizzati a livelli diversi. L'ingresso NE, trapezoidale e architravato (largh. m 1,18; alt. m 1,60), è oggi in parte ostruito dal crollo delle capanne che si estendono fin quasi sulla costruzione; esso introduce in un corridoio curvilineo (lungh. m 8,65; largh. m 1,00-1,30-1,05; alt. m 1,22-2,30) che attraversa per intero la costruzione sbucando all'esterno attraverso un ingresso trapezoidale (largh. m 0,80; alt. m 1,20) con sottile architrave fornito di finestrino di scarico. La copertura del corridoio è formata da lastre a piattabanda con profilo scalare, mentre il pavimento presenta alcuni gradini forse realizzati per correggere l’inclinazione del pendio sul quale sorge il monumento. Nella parete d. del vano si apre l'ingresso architravato di un'ampia nicchia ellittica (prof. m 2,08; largh. m 0,90/1,16; alt. m 1,85). Una torre di forma circolare (diam. m 11,30-11,15; alt. m 3,30) sorge in direzione SE, a una decina di metri di distanza dal protonuraghe e a quota superiore. Della costruzione è possibile rilevare attualmente soltanto il profilo di pianta e l'elevato.
La torre, diversamente da quanto documentato nel vicino protonuraghe, risulta edificata con grandi blocchi appena sbozzati e disposti su filari per lo più regolari. Sullo svettamento è possibile individuare i resti di alcuni vani ora inagibili.
L'abitato che si estendeva tra le due torri conserva il profilo circolare di almeno quattro capanne (dimensioni in media m 3,50 x m 2,90).
I due nuraghi e il villaggio sono protetti da un antemurale che segue il margine irregolare dell'altura inglobando numerosi salienti di roccia. La cortina muraria è edificata, alla base, con grandi blocchi privi di lavorazione e nei filari superiori con piccole pietre.
Lo scavo ha inoltre portato alla luce un singolare pozzo, probabilmente con funzione cultuale.
Il complesso è databile tra il Bronzo antico e il Bronzo finale.
La sepoltura dolmenica si trova a poche decine di metri a N del complesso. Essa sfrutta la conformazione di alcuni affioramenti rocciosi e presenta un vano funerario rettangolare (lungh. m 1,72; largh. m 0,80; alt. m 0,40) delimitato, su tre lati, dalla roccia naturale e da cinque ortostati. La copertura è costituita da un unico lastrone trapezoidale (m 2,10 x m 1,52; spess. m 0,32/0,14) adagiato sul piano di roccia con l'ausilio di zeppe che ne regolarizzano il piano di posa.

Storia degli scavi
Gli scavi dell'area sono in corso, ad opera di Alba Foschi.

Bibliografia
A.Taramelli, "Fogli 205-206: Capo Mannu-Macomer", in [i]Edizione della carta archeologica d'Italia al 100.000[/i], 42, Firenze, Istituto geografico militare, 1935, p. 58;
A. Moravetti, "Sui protonuraghi del Marghine-Planargia", in R.H. Tykot-T.K. Andrews, [i]Sardinia in the Mediterranean: a footprint in the sea. Studies in Sardinian archaeology[/i], Sheffield, Sheffield Academic Press, 1992, p. 186, fig. 2, n. 27;
A. Moravetti, "Gli insediamenti antichi", in [i]Montagne di Sardegna[/i], a cura di I. Camarda, Sassari, Carlo Delfino, 1993, p. 179, fig. 92, n. 16;
A. Moravetti, [i]Ricerche archeologiche nel Marghine-Planargia[/i], collana "Sardegna archeologica. Studi e monumenti", 5/I, Sassari, Carlo Delfino, 1998, pp. 250-253.

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